Governo Meloni, pronto un decreto da 20 miliardi per il caro bollette?
In arrivo provvedimento del prossimo governo in contrasto al caro bollette?
Non c’è tempo da perdere per il caro bollette, considerato che già dal 1* ottobre sono previsti nuovi aumenti del costo della bolletta energetica per un ulteriore 60 percento. Secondo indiscrezioni il governo che si insedierà a breve, guidato da Giorgia Meloni, vorrebbe affrontare il problema con un decreto da 20 miliardi di euro. Nessuno degli interventi del decreto bollette sembra rinviabile: dall’azzeramento degli oneri di sistema delle bollette, che costa circa 3 miliardi, all’Iva ridotta al 5% sul gas (500 milioni), dal credito di imposta rafforzato per le aziende (circa 4,7 miliardi al mese), al bonus sociale rafforzato, fino allo sconto sulla benzina.
L’intenzione di Fdi è di provare a finanziare il decreto bollette da 20 miliardi con i soldi dell’Europa. «Si può attingere ai fondi strutturali 2014-2020 non spesi dall’Italia. Ovvero la metà dei 45 miliardi stanziati», ha detto Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia. Tuttavia i fondi Ue (Fse e Fesr) non impiegati sarebbero solo 3,5 miliardi secondo i dati di aprile della Ragioneria Generale dello Stato. E riprogrammare questi fondi non è cosa facile, visto che si possono spendere fino al 2023. Secondo il quotidiano Repubblica ci sarebbero comunque 12,3 miliardi del programma complementare. Ovvero fondi nazionali abbinati a fondi europei. Qui non occorrerebbe l’ok di Bruxelles, ma quello delle Regioni del Sud a cui sono vincolati.
Rottamazione delle cartelle esattoriali.
Più semplice attuare l’annunciata rottamazione delle cartelle esattoriali. In un un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera è proprio Leo ad annunciare lo stralcio delle cartelle in arrivo. «Si può mettere subito mano a una tregua fiscale per le cartelle da 1.000 fino a 3.500 euro. Il gettito sarebbe immediato. Con entrate una tantum possiamo finanziare spese una tantum. Come quella delle bollette». Il Messaggero dettaglia i contorni dell’intervento: «L’obiettivo – spiega al quotidiano una fonte di Fdi – non è una semplice riforma del sistema tributario, ma l’apertura di una nuova era nel rapporto tra fisco e contribuenti, ispirata alla reciproca fiducia e al riequilibrio dei rapporti tra cittadini e Stato». Il progetto prevede un’operazione di “saldo e stralcio”, fino a 3 mila o 3.500 euro per le persone più in difficoltà, con il versamento del 20% e il taglio del restante 80%, oppure, per gli importi superiori, il pagamento dell’intera imposta maggiorata del 5%,ma senza sanzioni o interessi. Con rateizzazione automatica in dieci anni. Per chi invece ha debiti ma non ancora è arrivato alle cartelle ci sarebbe un’interlocuzione con la Pubblica Amministrazione, che porti a una rateizzazione automatica in 5 anni con sanzione del 5%. Per le cartelle con importi inferiori a mille euro ci sarebbe direttamente la cancellazione. Secondo Federcontribuenti tra la fine del 2022 e i primi mesi del prossimo anno dovrebbero arrivare 13 milioni di cartelle.
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