Henry Moore: morbide sintesi tra figurazione ed astrazione
Ricordo del grande scultore inglese
Oggi è il 30 Luglio ed in questo giorno, nel 1898, a Castleford, in Inghilterra, nasceva il grande scultore Henry Moore. Viene considerato come uno dei più grandi scultori del XX secolo. Da giovanissimo mostrò subito interesse per la scultura, intagliando il legno e modellando l'argilla. Nel 1915, ottenne il Cambridge Leaving Certificate. Dopo la 1a Guerra Mondiale si iscrisse alla Scuola d'Arte di Leeds dove fù l'unico studente di scultura. Ottenuta una borsa di studio per il Royal College of Art, fini gli studi nel 1924 e rimase nell'istituto come insegnante fino al 1931. Nel 1925, grazie ad una borsa di studio del Royal College, visitò Roma, Firenze, Pisa, Siena, Assisi, Padova, Ravenna e Venezia, interessandosi soprattutto ai grandi maestri: Giotto, Masaccio, Michelangelo, Donatello e Giovanni Pisano. Nel 1928 tenne la sua prima mostra personale alla Warren Gallery di Londra e ricevette come prima commissione pubblica un rilievo in pietra per la sede centrale del Charles Holden's new London Transport. Dal 1932 al 1939 Henri Moore fu a capo della sezione di scultura alla Chelsea School of Art e nel 1937 entrò a far parte del gruppo surrealista londinese. La sua fama crebbe rapidamente in particolare dopo il premio internazionale di scultura ottenuto alla Biennale di Venezia del 1948. Le sue sculture rappresentano corpi, spesso femminili, e gruppi di figure dalla ricerca formale molto sintetica, al limite dell'astrazione e dalle fattezze morbide e sinuose. Dlla seconda metà degli anni Sessanta Henry Moore lavorò molto anche in ambito grafico, realizzando numerose serie di acqueforti. Una sua opera monumentale è collocata a Prato in piazza San Marco, ed è ora uno dei simboli della città (Forma squadrata con taglio, 1974). Dalla fine degli anni Quaranta fino alla morte avvenuta a Much Hadham il 31 agosto 1986, fu considerato il più celebre artista inglese del suo tempo.
Questa mia opera a seppia acquerellata è in suo omaggio e memoria.
Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa