I cinque sensi
l'arte e il cibo
L’allegoria dei cinque sensi è un soggetto carico di ambiguità. Esso illustra la funzione dei sensi nell’umana fisiologia, ma al contempo ammonisce sugli effetti fuorvianti di tale seduzione.
I cinque sensi sono finestre d’accesso al mondo dalle quali riceviamo conoscenze diverse che dobbiamo integrare tra loro.
Fu la filosofia aristotelica a configurare i cinque sensi come modi distinti di percepire la realtà esteriore. Questi venivano classificati gerarchicamente in vista, udito, olfatto, gusto e tatto.
L’idea che i sensi si trovassero alla base della conoscenza intellettuale e fisica, oltre che presso tutti gli autori antichi, venne accolta anche dalla religione cristiana medioevale, che tuttavia li considerava sia preziosi strumenti del sapere, sia diaboliche armi di tentazione al peccato.
La civiltà occidentale contemporanea ha privilegiato vista e udito per trascurare, diversamente dalle società orientali, olfatto, gusto e tatto
Iconografia
Assente nell’antichità, tale soggetto cominciò ad affermarsi nel Medioevo nella sua forma più didascalica, ma fu nella seconda metà del ‘500 e per tutto il ‘600 che esso venne rappresentato soprattutto nell’arte fiamminga sotto forma di scena di vita quotidiana.
Dal ‘700 in poi i sensi vennero ridotti a pure citazioni decorative all’interno di altri contesti.
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