ARTE E CULTURA
Articolo

I Maestri Vetrai di Murano

14/09/10

Nell’isola di Murano, si creano veri e propri capolavori dell’arte del vetro, grazie agli abili Maestri di bottega; un breve viaggio, per conoscerli un po’ più da vicino e per scoprire i loro antichi segreti; da oltre mille anni, una tradizione, che si tramanda di generazione in generazione e che non s’insegna in nessuna scuola, insomma un patrimonio del nostro Paese da valorizzare e da difendere.

Quando si parla di artigianato di Murano ed, in particolare, delle sue più prestigiose espressioni, non è mai un compito agevole. È, infatti, necessario vincere quell’atteggiamento misto di diffidenza e di riservatezza dei Maestri Vetrai, eretto a protezione di piccoli e grandi segreti, che nel lavoro di bottega, tramandano di generazione in generazione. Certo, l’enorme fatica che diventa quasi affanno, in seguito alle innumerevoli ore trascorse accanto ad un forno che, con il suo calore insopportabile, non dà mai tregua, giustifica i loro caratteri duri e determinati. Superata la fase iniziale, propedeutica ad una conoscenza fatta più di sguardi che si incontrano, che di scambi di parole, ecco che affiora un’inaspettata voglia di comunicare esperienze e sensazioni. Ed è così che da orgogliosi racconti, che riferiscono di eventi risalenti alla fine del 1200, affiora una grande passione per questo lavoro, che ci tengono a dirti, “non si insegna in nessuna scuola”, ma che va appreso fin da giovani, nelle loro stesse officine.
Fu nel 1295 che un decretò, ordinò il trasferimento delle vetrerie da Venezia a Murano, a causa degli incendi che molto spesso si verificavano nella città lagunare, piena com’era di edifici fatti quasi tutti in legno. Non tardarono ad essere promulgate legge molto severe, con il chiaro intento di proteggere il commercio del vetro e di controllare i loro Maestri; a questi fu fatto obbligo di vivere a Venezia, proprio per evitare che i loro segreti fossero svelati ad altri. Qualora fossero stati scoperti ad allontanarsi dalla loro residenza obbligata, gli sarebbe stata inferta una terribile punizione: l’eliminazione fisica da parte di sicari e la confisca di tutti i beni di famiglia. In cambio, però, godevano di particolari privilegi, come ad esempio, l’iscrizione nel Libro d'Oro dell'isola che, alla loro morte, produceva il diritto per i figli, di potersi sposare con i discendenti nobili delle famiglie di Venezia, così da diventare anch’essi nobili. Meglio si può comprendere, ora, la riluttanza dei Maestri Vetrai a parlare del proprio lavoro; qualcosa di ancestrale che, però, non gli vieta di parlare almeno del forno e delle fasi principali di lavorazione.

Il forno viene portato ad una temperatura di 1200 gradi; non appena pronto, il Maestro estrae il vetro lavorandolo con una certa rapidità, fino a quando la temperatura non s’abbassa a 750 gradi. Dopodiché, viene portato, nuovamente, a 1200 gradi, in modo da poter completare quello che diventerà un sicuro capolavoro. Il successivo passaggio del vetro nel forno, a circa 600 gradi, necessario per la tempera, prevede una permanenza non inferiore a 24 ore; diversamente, un raffreddamento improvviso, determinerebbe uno shock termico che avrebbe come risultato l’inevitabile scoppio dell’oggetto.

Sono innumerevoli le possibili creazioni di Murano: sculture, lampadari, bicchieri, vasi, coppe ed altri oggetti; di fatto, una lunga serie di oggetti per poter arredare con gusto ed eleganza, ambienti sia classici che moderni. Ma ora, qualche altra breve indicazione dei nostri Maestri Vetrai: se sentiamo parlare di una lampadario con bracci in stile “Rezzonico”, questi ultimi saranno stati realizzati con tanti piccoli coni, montati l’uno sull’altro, con incastri perfetti; le “canne in zanfirico”, invece, sono due o più canne colorate, poste all’interno di un’unica canna, utilizzate per decorare bicchieri ed altri oggetti, allo scopo di ottenere meravigliose sfumature.

Il carattere schivo dei Maestri di Murano, non impedisce a questi grandi artisti, di essere conosciuti in tutto il mondo. È il caso, ad esempio, di Mario Badioli che, dopo aver iniziato a lavorare all’età di soli dodici anni a fianco del Maestro Ermanno Nason, ebbe un primo ed importante riconoscimento, grazie alla sua notevole bravura, già all’età di sedici anni. Dopo appena due anni, divenne Maestro e nel 1983 iniziò l’attività in proprio; sempre più dotato di ottime capacità artistiche, fu in grado di realizzare qualsiasi opera e di lavorare su incarico di diversi artisti contemporanei. Oggi, le sue creazioni sono esposte in tutto il mondo, anche se al successo e ai clamori, continua a preferire il lavoro di bottega.

I Maestri Vetrai di Murano e la loro arte sono, dunque, un patrimonio del nostro Paese; spero, vivamente, che esso possa essere a lungo conservato, come esempio di operosità e di ingegno manuale e maggiormente difeso, dai tentativi, molto approssimativi, di eguagliarne valori e tradizione.



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