Il 12 gennaio Loretta Caponi ha aperto il suo negozio di Piazza Antinori a Firenze, per una rara sfilata di biancheria sartoriale

Non si è trattato di strategia commerciale per ampliare la clientela, ché, da quarant'anni, gli altolocati clienti acquistano capi concordati individualmente con la Maison.

Loretta Caponi, un marchio, due personaggi: la fondatrice del piccolo grande impero di “biancheria sartoriale” e la figlia Lucia, perfetta padrona di casa alla sfilata che si è tenuta nel negozio in pieno Pitti Uomo 81, la mattina alle 9 e 30, l'ora del risveglio e della prima colazione. L'atmosfera del negozio è quella magica di un risveglio ben riuscito. Ci sono tavoli imbanditi per una piacevole prima colazione. Non manca neppure il pane e marmellata, golosità riservata a chi ha tempo di far colazione con calma, così buono ma impossibile da ottenere col frettoloso cappuccino del bar.
Troneggia, ad un estremo del grande negozio, un letto vestito di rosa con bordi in trina nera, sormontato, come tutto il negozio, da volte affrescate. Punto di inizio della sfilata, è in piena luce per i fotografi, ma nel contempo, sulla parete che gli fa da sfondo, una luce più calda e diffusa proietta il nome del marchio. Da subito ti accorgi che le ragazze sfilano volentieri, letteramente danzando a piedi nudi nei ricamati capi fluttuanti, così comodi e impalpabili sul corpo nudo, un messaggio di notti beate. Diverso il discorso per l' uomo, dove ironici galletti ricamati ornano modelli che fanno della comodità la legge sovrana. Le stoffe preziose, seta, cashemere, velluto, di cui sono fatti, riscatta la mancanza di linea, a tutto vantaggio del confort, richiesto dagli uomini di ogni cultura. Sfilano pigiami di seta, eleganti giacche in velluto o cashmere panna foderate di seta nera con tagli asimmetrici, personalizzate da bottoni di seta con iniziali ricamate a telaio, oltre a giacche di cachemire con finte rouches ricamate anche nei polsi. La vestaglia è sontuosa, lunga, in velluto nero operato, con collo a scialle e polsi di satin. Quello che vediamo è una piccola parte di ciò che si può ottenere qui. Si parla di diecimila disegni in archivio, basi per la produzione di ricami esclusivi. Lucia Caponi dice, come esempio delle richieste della sua clientela, di avere inventato e messo in lavorazione una sontuosa tovaglia per un pranzo ufficiale a Winbledon, commissionatale da una nobildonna praticamente dopo un solo colloquio con lei. “La cliente non sa cosa verrà fuori!” una bella dimostrazione del grado di notorietà e della fiducia di cui gode la Maison. Non è quindi per strategia commerciale che è stata decisa questa sfilata ma “per fare- usando le parole di Lucia - un omaggio a Pitti Immagine Uomo ed alla città di Firenze, dando un contributo in un momento di congiuntura”. E aggiunge: “Per noi è la regola fare i capi su ordinazione”. Quelli che vediamo alla sfilata sono quindi solo proposte, che di volta in volta saranno modificate secondo i desideri più vari. Ad esempio, spesso vengono ordinate lenzuola e biancheria da bagno abbinate alla camicia da notte e al pigiama prescelti. La produzione è tutta artigianale , rigorosamente made in Italy, i clienti in maggioranza stranieri. Regnanti, industriali, magnati come i Rockfeller e i Kennedy, da oltre quarant'anni si sono serviti e continuano a servirsi di questo prestigioso marchio. E, attraverso un passaparola, in anni più recenti,un gran numero di divi e di personaggi del jet-set si sono aggiunti ai clienti affezionati. Madonna è una di questi.
“Gli stranieri ( quel certo tipo di stranieri suoi clienti, ndr) conoscono benissimo le eccellenze fiorentine-dice Lucia -E' incredibile, vengono a Firenze e sanno tutto, dove comprare i gioielli, dove trovare il miglior falegname, dove ordinare la biancheria...” Da Loretta Caponi, ça va sans dire.

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