Il '5 Maggio' in riva allo Stretto: 'Nuove ipotesi sulla morte di Napoleone' è il tema della nuova giornata di studi
Un continuo susseguirsi di motivazioni relative alla “causa mortis” di Napoleone Bonaparte poste al bivio posto tra cause naturali od avvelenamento avvenuto in quel pomeriggio del 5 maggio del 1821.
Lo scorrere delle lancette del tempo e quello delle pagine della storia hanno il merito di far discutere e di ricordare personaggi attraverso lo strumento di una notevole letteratura sia bibliografica che cinematografica.
Tali operazioni ne rendono sempre viva la memoria di tali personalità, tanto da lasciare un profondo segno nell’immaginario collettivo nei loro confronti e quindi inserirli a pieno merito nella sfera della leggenda.
Napoleone Bonaparte rientra a pieno titolo in tale sfera di interesse e nel contempo, grazie alle sue imprese militari, ai suoi successi politici, alle riforme in campo amministrativo, ne accrescono la fama di “grandeur” a tutti gli effetti.
Per le motivazioni in argomento Napoleone Bonaparte rappresenta un tema che a distanza di quasi due secoli dalla sua morte continua a sfociare a pieno regime nel continuo dibattimento pubblico tra estimatori ed antibonapartisti.
«Ma chi era costui?» chiede in modo provocatorio Gianni Aiello all'uditorio, presente nel corso della nona giornata di studi sul periodo napoleonico denominata “5 maggio” ed organizzata dal Circolo Culturale “L'Agorà” e dal Centro studi “Gioacchino e Napoleone” .
A tal proposito richiama all'attenzione dei presenti un passo del famoso “Memoriale di Sant'Elena”, nel quale, proprio dalle parole dell'Imperatore Bonaparte dettate a Emmanuel de Las Cases risulta che: "Tutti nascono anonimi come me, in una anonima Ajaccio, in un'anonima isola, in un anonimo 15 agosto, di un anonimo 1769, da due anonimi Carlo e Letizia Ramolino; solo dopo diventano qualcuno; e se prima di ogni altra cosa sono capaci di non deludere se stessi, anche la volontà divina si manifesta sull'uomo."
Quindi il mito di Napoleone Bonaparte continua anche dopo la sua morte ed il continuo dibattimento sulle cause della stessa ne aumentano lo spessore e nel contempo danno ulteriore dinamicità al dibattimento ad un personaggio della storia, quello di Napoleone Bonaparte, che nutre una considerevole letteratura sia bibliografica che cinematografica.
Proprio da queste ultime circostanze e dai continui dibattimenti relativi alle cause del decesso che a distanza di due secoli tra conferme e successive smentite riesce a tenere sempre alto il volume d'interesse culturale intorno alla figura ed al periodo storico di Napoleone Bonaparte.
Proprio il lancio ANSA 25 marzo ha riacceso le polveri dibattimentali relative a quanto sopra argomentato e questa volta la “causa mortis” è per avvelenamento per arsenico e non “per una neoplasia dello stomaco, come sostiene la versione ufficiale": questi i dati ricavati dal team del professore Pier Luigi Bollome.
Questa nuova sollecitazione culturale ha dato modo di essere discussa nel corso della nona edizione del “5 maggio”, la giornata di studi napoleonici, organizzata a Reggio Calabria dal Circolo Culturale “L'Agorà” e dal Centro studi “Gioacchino e Napoleone” .
Il tema in questione, affrontato da Gianni Aiello è stato per l'appunto “Nuove ipotesi sulla morte di Napoleone” e lo stesso si è caratterizzato da un interessante excursus cronologico relativo alle varie “letture” relative alle cause del decesso di Napoleone Bonaparte, avvenuta il 5 maggio del 1821 in quel di Sant'Elena.
Da notare che le cifre di tale dibattimento sono pubblicate sul sito internet del sodalizio reggino e pubblicate sul portale web del Circolo Culturale "L'Agorà" al seguente indirizzo: http://www.circoloculturalelagora.it/5maggio11.htm
Ritornando alla manifestazione in argomento e dalla sua lettura c'è da registrare l'excursus delle varie analisi che si sono succedute, con lo scoccare delle lancette della storia, tra conferme e smentite a riguardo le cause della morte di Napoleone Bonaparte.
É stato uno scorrere di varie fotografie inserite nell'album della storia e delle emozioni che Napoleone Bonaparte trasmette anche dopo la sua morte e le cui cause non ancora certe inseriscono a pieno titolo nella leggenda questa figura di uomo, di politico, di stratega come una tra le più affascinanti e discusse che la letteratura storiografica ci ha lasciato in eredità.
Dai primi dubbi che emergono dalla lettura del "Memoriale di Sant'Elena", ai vari dibattimenti che si sono succeduti nel secolo scorso, vedi la pubblicazione dei dati sulla rivista "Nature" del 1961 , a quelle del terzo millennio, come le recenti indagini svolte dal team del professore Pier Luigi Bellome, si è assistito, tra smentite e successive conferme ad un acceso dibattimento sull'argomento in questione che ha coinvolto studiosi, docenti universitari, ricercatori.
Una “agorà” che tra simpatizzanti ed antibonapartisti e relativi orientamenti di valutazioni sulle probabili cause della “causa mortis” che nonostante siano passati soltanto due secoli continua a rendere sempre vivo il grande corso.
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