SALUTE e MEDICINA
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Il Melanoma Cutaneo: prevenzione, questione di 'pelle'

10/12/10

Diagnosi precoce, medici di famiglia, massicce campagne d’informazione e protocolli terapeutici appropriati. La prevenzione mette in “campo” le sue forze per la lotta al melanoma cutaneo. Il Prof. Stefano Zurrida, sottolinea l’incidenza di questo tipo di tumore in relazione all’età: “La decade più colpita si attesta tra i 50 ed i 60 anni”.

“Il melanoma scrive il suo messaggio sulla pelle col proprio inchiostro, ed è davanti a noi per essere visto. Sfortunatamente, qualcuno lo vede ma non lo riconosce”. Il punto di vista del Dott. N. Davis, rimarca l’assoluta priorità dell’anticipazione diagnostica.

Ormai, è ampiamente dimostrata la necessità di un riconoscimento precoce della malattia, reputata in passato come una delle più aggressive, ai fini di una completa guarigione. Il melanoma cutaneo è uno dei tumori che colpiscono la pelle (ma non solo), decisamente il più pericoloso.

Studi condotti a cavallo tra gli anni 70’ e 80’, hanno permesso di identificare lesioni pigmentate della cute di tipo “maligno”, a torto ritenute innocue.

In Italia, manca del tutto un monitoraggio ufficiale sull’incidenza dei tumori cutanei non-melanomi e melanomi.
In ogni caso, le campagne di educazione del pubblico, associate ad una presenza sempre più significativa del medico di famiglia, hanno generato maggiore attenzione alle lesioni pigmentate, favorendo la formulazione di una diagnosi precoce.

Prof. Zurrida, melanoma della cute. Di cosa si tratta?
“Una neoplasia che prende origine da particolari cellule della pelle denominate melanociti, rintracciabili nello strato cutaneo superficiale detto epidermide. Si compone di due fasi distinte: in prima istanza, si assiste ad una crescita orizzontale contrassegnata da aumento della superficie e più intensa pigmentazione; la seconda, invece, coincide con una crescita verticale, in cui il tumore assume la capacità di metastatizzare”.

Quale quadro epidemiologico si delinea?
“Il melanoma rappresenta il 5% dei tumori maligni della cute. Il tasso di incidenza e mortalità per tumori cutanei sta lievitando in tutto il mondo, in particolar modo negli Stati Uniti e in Europa. Negli ultimi cinquant’anni, si è assistito ad un notevole incremento in termini di incidenza, una crescita superiore a qualsiasi altro tipo di tumore. I carcinomi epiteliali cutanei rappresentano un terzo di tutti i casi diagnosticati”.

Veniamo all’Italia. Come vengono monitorati i tumori cutanei?
"A dire il vero, nel nostro paese è molto difficile ottenere dati precisi sull’incidenza e mortalità dei tumori cutanei, a causa della mancanza di un Registro Nazionale preposto al monitoraggio. Ad ogni modo, la casistica parla di 7000 nuovi casi all’anno nel nostro paese. Si ritiene che il melanoma colpisca 10 uomini su 100.000, e 9 donne sempre su 100.000: 5 ogni 100.000 hanno esito infausto”.

Melanoma cutaneo. Quali i fattori di rischio?
“Nell’ordine: età adulta, razza bianca, precedente melanoma, familiarità, fenotipo chiaro, presenza di numerosi nevi e nevi congeniti giganti. Non è dimostrato che, l’eccessiva esposizione alle radiazioni ultraviolette (UV) sia la causa di melanoma, mentre lo è sicuramente per i basocellulari e spinocellulari ( causati anche dai raggi X), decisamente meno pericolosi del melanoma”.

Con quali sintomi ed avvisaglie?
“Spesso, il primo segno del melanoma è il cambiamento di una “macchia”cutanea presente da tempo, a livello di dimensioni, forma o colore. Nell’adulto, anche la comparsa improvvisa di una “macchia” anomala e scura, va letta come un campanello d’allarme e fatta vedere allo specialista. Anche se può capitare, raramente si assiste a melanomi vegetanti, ulcerati e sanguinanti”.

Identificare il melanoma in maniera precoce. È questa la soluzione più efficace per arginarlo?
“L’unica arma per affrontare questo tipo di neoplasia risiede nella diagnosi precoce. Il riconoscimento nelle sue fasi iniziali ha portato ad una guaribilità pari al 70% di tutti i casi riscontrati. Non potendosi avvalere di esami strumentali sofisticati, come accaduto per altri tipi di tumore, la ricerca e la cura passano per la capacità diagnostica, campagne di informazione e maggior coinvolgimento dei medici di famiglia. Fattori questi, che hanno consentito l’identificazione del melanoma con uno spessore di 0,75 mm oppure in situazioni in cui è guaribile al 100%,come nelle fasi non ancora invasive, cosiddette “in situ”. Ancora, le diagnosi precoci rivestono vitale importanza anche per quelle persone che hanno già avuto un melanoma e dunque sottoposti di sovente a controlli clinici”.

Lei accennava al coinvolgimento del medico di famiglia. Che ruolo ricopre?
“Il medico di famiglia attua uno scrupoloso controllo del paziente, visitandolo periodicamente. Purtroppo, essendo il melanoma cutaneo così raro, si stima che un medico di famiglia abbia la probabilità di incontrare un melanoma al massimo tre volte durante tutta la sua carriera, rendendone così la diagnosi corretta difficile. A questo punto, egli deve prendere atto della presenza di una lesione anormale, diversa oppure capace di modificare caratteri dimensionali e di pigmentazione, per poi riferire il paziente allo specialista”.

Come riconoscere un melanoma?
“In base a criteri ben precisi. Innanzitutto l’asimmetria, con le due metà della lesione assolutamente non sovrapponibili. Vanno poi tenuti in debita considerazione fattori come i bordi (margini irregolari e frastagliati) ed il colore (solitamente molto scuro). Infine, vanno tenute sotto controllo le dimensioni. Da questo punto di vista, è raro individuare un melanoma inferiore ai 5-6 mm di diametro”.

Che rapporto intercorre tra età ed aumento del rischio?
“Prima della pubertà, il melanoma è pressoché inesistente. Il rischio di melanoma cresce con l’età. La decade più colpita si attesta tra i 50 ed i 60 anni”.

L’intervento chirurgico rimane lo strumento più indicato ai fini della guarigione?
“Assolutamente sì. La terapia del melanoma è quasi esclusivamente di stampo chirurgico, almeno negli stadi I, II e III. Occorre biopsare la lesione pigmentata sospetta, asportandola completamente con un margine di tessuto sano circostante di circa 2-3 mm. Una volta diagnosticato il melanoma istologicamente, viene programmato l’intervento chirurgico. Generalmente, se lo spessore del melanoma è inferiore a 2 mm, l’intervento può essere eseguito in anestesia locale e regime ambulatoriale. In caso contrario ( melanoma maggiore di 2 mm), è preferibile il trattamento in anestesia generale”.



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