ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Il rabbino capo rav Di Segni fila la Seta Etica 100% italiana a Nove (VI)

04/07/16

Giovedì 30 giugno, rav Di Segni a Nove (VI) per partecipare a un cerimoniale raro e unico in Italia, la produzione delle frange del talled in seta italiana, all’interno di una filandina restaurata.

FotoGiovedì 30 giugno rav Riccardo Di Segni, il rabbino capo della comunità ebraica di Roma, si è recato a Nove (VI) per rinnovare in Italia, dopo più di 60 anni, un’antica tradizione legata alla realizzazione del talled, lo scialle di preghiera ebraico – ampio telo di stoffa bianca a strisce azzurre o blu scuro, solitamente di lana, cotone o seta - la cui storia risale ai tempi della compilazione della Torah.
Il talled è un tradizionale indumento rituale ebraico che accompagna il fedele in ogni momento liturgico e nelle tappe religiose della vita, dalla circoncisione alla sepoltura; è ornato da frange - in ebraico tzitzit - fra loro intrecciate a simboleggiare l’Alleanza con Dio.

Secondo un cerimoniale raro nel mondo (ad oggi si svolge solo in Israele e negli Stati Uniti) ed unico in Italia, rav Di Segni ha partecipato a tutte le fasi di produzione del cordoncino di seta che servirà per la creazione delle frange, che verranno attaccate ai quattro angoli del talled come promemoria dei comandamenti.

Le frange servono per adempiere il comandamento espresso dalla Torah: "Metterai delle frange alle quattro estremità del mantello con cui ti copri" (Libro del Deuteronomio 22:12). Sono formate da quattro fili doppi, per un totale di otto, di cui uno più lungo si avvolge intorno agli altri; sono legate in un determinato numero di nodi, corrispondente al valore numerico delle lettere che compongono il nome di Dio o (in base ad altri usi) al valore numerico dell'espressione "Adonài Echad" ("il Signore è uno").

Grazie al recente ripristino di una filandina - macchinario che serve per trasformare i bozzoli in filo di seta - un filato interamente prodotto in Italia può tornare ad essere utilizzato nella creazione degli scialli rituali ebraici, nel rispetto delle Antiche Scritture.
Attualmente la filandina, risalente al 1971 e ad oggi unica nel suo genere in Europa per la produzione di seta di alta qualità, è ubicata presso il laboratorio orafo D’orica, capofila di un gruppo d’imprese che dopo circa 50 anni ha ricostruito e riorganizzato l’intero ciclo produttivo della seta in Italia.

Una seta 100% italiana, dal baco da seta al filato, prodotta secondo principi etici e a breve anche biologica. Derivata da una filiera certificata 100% Made in Italy sarà destinata all’utilizzo in vari settori.
La sapienza del passato, la passione del presente, l’innovazione del futuro sono le linee guida di questa filiera, composta da un network di imprese, professionisti ed esperti del settore, che ha dato vita a un ambizioso progetto, già selezionato a Bruxelles nel 2015 per ricavarne delle best practice per il settore Ricerca & Innovazione comunitaria, da diffondere alle imprese di tutta Europa.

Un’impresa davvero originale e unica che ha affascinato fin da subito Di Segni, tanto che ha voluto organizzarne la visita in tempi brevi. Ad accogliere il capo rabbino a Nove, Giampietro Zonta e Daniela Raccanello di D’orica.

“Abbiamo accolto, fin da subito - spiega Giampietro Zonta - con grande entusiasmo la richiesta del rabbino capo Riccardo Di Segni, nel voler utilizzare la nostra seta per la realizzazione delle frange del talled. Siamo davvero onorati di poterlo ospitare qui oggi e ancor più di aver contribuito alla rinascita di un’antica tradizione religiosa che va proprio ad intrecciarsi con la ricostruzione dell’intera filiera della seta. L’incontro con Di Segni conferma ancora una volta la straordinarietà di questo progetto: un filo di seta ci ha condotti a conoscere persone, luoghi e realtà davvero speciali”.
Hanno partecipato all’evento Silvia Cappellozza, direttrice del CREA di Padova, Centro d’eccellenza mondiale a sostegno della gelsibachicoltura, e alcuni imprenditori industriali interessati al progetto Seta Etica.



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