ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Il Signore delle Formiche di Gianni Amelio, anteprima al Cinepalace di Riccione

Da Giovedì 8 Settembre 2022, ore 21. Sabato e domenica anche ore 18.

FotoIl Signore delle Formiche di Gianni Amelio, anteprima al Cinepalace di Riccione, da Giovedì 8 Settembre 2022

In concorso a Venezia 79, nella Selezione Ufficiale della Mostra a contendersi il Leone d’Oro, "Il Signore delle Formiche" di Gianni Amelio, presentato in anteprima.
Nel cast Elio Germano che interpreta un giornalista che segue il processo per plagio subito dall’intellettuale Aldo Braibanti.

Il Signore delle Formiche (Italia, 2022)
Regia: Gianni Amelio
Produzione: Kavac Film (Simone Gattoni), IBC Movie (Giuseppe Caschetto), Tenderstories (Moreno Zani, Malcom Pagani) con Rai Cinema
Durata: 134’
Interpreti:
Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese, Sara Serraiocco
Sceneggiatura: Gianni Amelio, Edoardo Petti, Federico Fava
Fotografia: Luan Amelio Ujkaj
Montaggio: Simona Paggi
Scenografia: Marta Maffucci
Costumi: Valentina Monticelli
Suono: Emanuele Cicconi

Alla fine degli anni Sessanta si celebrò a Roma un processo che fece scalpore. Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannano a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché ‘guarisse’ da quell’influsso ‘diabolico’. Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale: un reato che in realtà fino ad allora era servito per mettere sotto accusa i ‘diversi’ di ogni genere, i fuorilegge della norma.
Prendendo spunto da fatti realmente accaduti, il film racconta una storia a più voci, in cui, accanto all’imputato, prendono corpo i familiari e gli amici, gli accusatori e i sostenitori, e un’opinione pubblica per lo più distratta o indifferente. Solo un giornalista s’impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure.
Commento del regista

Un film sulla violenza e l’ottusità della discriminazione. L’amore sottomesso al conformismo e alla malafede. Uno spaccato della provincia italiana nei cruciali anni Sessanta, quando il benessere economico non andò di pari passo con l’intelligenza delle cose, con l’apertura dei sentimenti. La famiglia come luogo chiuso, dove i contrasti tra le generazioni restano accesi e conflittuali. Già la vicenda così com’è accaduta mostra aspetti inquietanti a oltre mezzo secolo di distanza. Lo spettatore si potrà domandare: come è stato possibile, come è potuto succedere? Anche se in apparenza oggi non ci si scandalizza più di niente, l’odissea del ‘signore delle formiche’ è di quelle che sanno di inquisizione, e ne abbiamo le prove ogni giorno. Perché nella sostanza non è cambiato molto. Dietro una facciata permissiva, i pregiudizi esistono e resistono ancora, generando odio e disprezzo per ogni ‘irregolare’. Ma non è più tempo di subire né di tollerare nessuna forma di sopruso verso gli individui meno protetti.
E questo film vuole infondere il coraggio di ribellarsi.


Amelio prende spunto dalla storia vera per raccontare un coro a più voci, non solo la figura di Braibanti, interpretato da Luigi Lo Cascio, ma anche parenti, amici, persone che in qualche modo hanno seguito la vicenda da vicino e che ne sono rimasti toccati.

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