ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Il soggiorno di Marco Tullio Cicerone nel territorio di Reggio Calabria

Continuano gli incontri e gli approfondimenti organizzati dal Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria. Il nuovo incontro da remoto organizzato dal sodalizio culturale reggino verterà sul tema “Il soggiorno di Marco Tullio Cicerone nel territorio di Reggio Calabria”. La giornata di studi per la valenza ed i contenuti ha ricevuto il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone del Comune di Arpino.

FotoIl prossimo 8 aprile sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione relativa alla quarta giornata di studi, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “Il soggiorno di Marco Tullio Cicerone nel territorio di Reggio Calabria”. La giornata di studi, organizzata dal sodalizio culturale reggino, per la valenza ed i contenuti ha ricevuto il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Frosinone del Comune di Arpino. Dopo i saluti istituzionali la parola passerà al relatore Antonino Megali (socio e vice-presidente del sodalizio organizzatore). Marco Tullio Cicerone nacque proprio ad Arpino nel 106 a.C., il padre (Marco Tullio Cicerone il vecchio) avviò agli studi forensi i figli Marco e Quinto portandoli a Roma. Qui Cicerone ebbe la possibilità di istruirsi ascoltando Licinio Crasso e Marco Antonio fra i più grandi oratori dell’epoca, mentre per quanto riguarda gli studi di legge, fu erudito da Quinto Muzio Scevola. Dopo il servizio militare continuò a studiare ed ebbe modo di seguire gli insegnamanenti degli epicurei fra cui Zenone. La sua carriera forense cominciò a far data del 81 a.C. con la sua prima orazione pubblica, la Pro Quinctio, per una causa in cui ebbe come avversario il più celebre oratore del tempo, Quinto Ortensio Ortalo. Ma il suo vero esordio nell'oratoria a carattere politico, almeno secondo le testimonianze scritte a noi disponibili, si ebbe con la Pro Roscio Amerino, molto concitata e a tratti enfatica, che conserva molto di scolastico nello stile esuberante. Qui Cicerone difese con successo un figlio ingiustamente accusato di parricidio, dimostrando grande coraggio nell'assumersene la difesa: il parricidio era considerato tra i crimini peggiori, e i veri colpevoli dell'omicidio erano sostenuti dal liberto di Silla, Lucio Cornelio Crisogono. Nel biennio tra il 79 ed il 77 a.C. fu in Grecia dove ad Atene ebbe a confrontarsi con diverse personalità del periodo come la massima autorità dell’Accademia di Platone, Antioco di Ascalona. A Rodi conobbe lo storico e filosofo Posidonio di Apamea, poi a Delfi visitò il tempio di Apollo dove si confrontò con la sacerdotessa del luogo, fu anche in diverse località dell’Asia Minore. Nel 75 a.C. assunse la carica di Questore a Lilibeo (l’attuale Marsala) e durante il mandato si impegnò nella causa contro Gaio Verre, il propretore ex governatore dell’isola, accusato di concussione (de repetundis) e di aver derubato i cittadini siciliani (pare fosse un collezionista di opere d’arte strappate alle città sicule): un caso esemplare, insomma, di malgoverno; a quanto pare non solo un vizio contemporaneo. Le Orationes Verrinae con cui difese con esito vincente i siciliani, sono un capolavoro di eloquenza: contro l’imputato raccolse una considerevole mole di prove e testimonianze che ne inaugurarono la fama. Verre fu costretto a dimettersi e le orazioni preparate da Cicerone contro di lui, rappresentano anche uno spaccato storico del costume dell’epoca durante la quale la nobiltà corrotta viene smascherata da Marco Tullio Cicerone che però non attaccò l’istituzione senatoria. Secondo alcuni studi Marco Tullio Cicerone fu l’autore di una scuola di retorica nell’area di Schola, un’area ubicata nella laguna dello Stagnone in quel dell’attuale Marsala. L’attività istituzionale di Marco Tullio Cicerone è un continuo crescendo, tanto che nel 69 a.C. ricevette la carica di Edile e nel 66 a.C. fu eletto all’unanimità Pretore. Nel 64 a.C. grazie al voto delle centurie ebbe il Consolato. Durante questo periodo si impegnò per impedire a Catilina di candidarsi nuovamente al senato. Una candidatura che aveva preoccupato i benestanti dell’epoca per l’intenzione di Catilina di volere proporre un progetto in cui sarebbero stati rimessi i debiti. Cicerone alimentò le voci che giravano all’epoca che davano Catilina organizzatore di una congiura contro la Repubblica: nel 63 a.C. nel corso della seconda congiura di Catilina fu scoperta da Marco Tullio Cicerone (pur non avendo prove certe), Lucio Vezio, amico di Catilina, fece i nomi di alcuni congiurati, includendo tra essi anche Cesare. Questi fu scagionato dalle accuse grazie al tempestivo intervento di Cicerone che pronunciò le quattro famose Catilinarie che costrinsero Catilina ad abbandonare la città dell’Urbe. L’accordo fra Cesare e Pompeo ai danni dell’aristocrazia senatoria rappresentò una fase di degradamento per Cicerone che rimase per un lungo periodo dalla scena politica per poi ritornare nel 51 a.C., quando venne inviato dal senato romano come proconsole in Cilicia, una provincia dell’Impero che comprendeva i territori dell’attuale Turchia, lungo la costa meridionale. Nel 47 a.C., dopo la guerra civile, i rapporti tra Giulio Cesare e Marco Tullio Cicerone ebbero a distendersi ed il famoso oratore fece un tentativo di collaborazione con lo stesso Cesare, che però non ebbe gli esiti sperati. Il 15 marzo del 44 a.C. Giulio Cesare venne assassinato e Marco Tullio Cicerone riprese l’attività politica attaccando fortemente Marco Antonio e pronunciando 14 orazioni dette Filippiche. Nel 43 a.C., un anno dopo l’assassinio di Giulio Cesare, avvenuta il 15 marzo del 44 a.C, a Roma regnano grandi incertezze e gravi disordini sociali che inducono Cicerone ad allontanarsi, per la propria incolumità, da quei luoghi e raggiungere la Grecia. Per ragioni di sicurezza organizzò il proprio viaggio nei minimi dettagli evitando il “Brindisium iter” (la strada di Brindisi) e preferendolo ad un altro percorso quello denominato come “Ab Rhegio ad Capuam”, nota anche come Via Popilia o Via Annia, per poi giungere a Siracusa e successivamente imbarcarsi per la Grecia. La navigazione non è delle migliori ed i forti venti e le onde del mare lo spingono in Calabria, presso il porto della cittadina greca Leucopetra, corrispondente all’odierna Lazzaro (RC), dove risiedeva un suo caro amico, Publio Valerio, che ospitò Marco Tullio Cicerone nella sua villa, di cui oggi rimangono tracce archeologiche di un certo interesse. Il giorno successivo il grande oratore si reca a Reggio ed i Reggini lo informano del gran discorso che Marco Antonio aveva fatto in onore dell’ormai ucciso Cesare, e venendo a conoscenza del contenuto, decide di fare ritorno a Roma, così come tramandatoci dallo stesso nelle “Filippiche”, orazioni che Marco Tullio Cicerone pronunciò contro Marco Antonio dal 2 settembre del 44 a.C. al 21 aprile del 43 a.C., schierandosi dunque con Ottaviano anche se dopo il secondo triumvirato a nulla valse il disaccordo di quest’ultimo di cancellare dalle liste di proscrizione Marco Tullio Cicerone. Marco Antonio impose il nome di Cicerone sulle liste di proscrizione e il grande oratore, giurista e filosofo romano fu ucciso dai sicari nel dicembre del 43 a.C. nella sua villa di Formia. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme dei Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 8 aprile.



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