SPETTACOLO
Comunicato Stampa

Il testo di Georges Perec alla casa delle culture di Roma

"il posto delle patate" presentato dall'ass. macroritmi con la regia di Rosi Giordano

Georges Perec è una delle personalità letterarie tra le più singolari con un’ esperienza di sperimentazione nei diversi generi letterari, dal romanzo lipogrammatico (La disperation) a quello definito da Calvino iperromanzo (La vie , mode d’emploi) passando per il romanzo autobiografico. E ancora, costruzioni di lunghi palindromi e strabilianti omofonie e neanche il teatro, il cinema e la poesia rimangono fuori dall’eclettica attività, in poche parole Perec alchimista della parola, artificiere del linguaggio…"scrivere è tentare meticolosamente di trattenere qualcosa, di far sopravvivere qualcosa" (Georges Perec).…

Nella scrittura scenica de “Il posto delle patate” i cinque personaggi sono caratterizzati esclusivamente dal sesso e dall’età, collocati in uno luogo immateriale, senza tempo, come in una dimensione sospesa. Incapaci di dare risposte alla loro condizione scavano nei ricordi e attraverso una mixture di finzione, realtà e apparenza, esplorano momenti di vita, inventandoli o rivisitandoli giungendo a focalizzare identità transitorie e… la storia ricomincia. In tutto questo la patata, tubero onnipresente nei discorsi e tra le mani dei personaggi, viene scambiata, riposta, lavorata, pulita, rubata, mangiata... Diviene conforto, messaggio di protesta, passaggio del testimone …incorrotto oggetto lavorativo, elemento di suggestione o copertura di una realtà sommersa mai distintamente manifesta? Ipotesi e valutazioni vengono continuamente differite nella ricerca dei personaggi di trovare la combinazione dell’ultima catartica storia rivelatrice di ciò che si è lasciato dietro…

La scrittrice Karen Blixen in un racconto descrive la seguente situazione: c’è una signora che chiede ad un cardinale: "Ma tu chi sei?" e il cardinale: "Risponderò con una regola classica: racconterò una storia " …e ancora… il "chi sei?" ha una sola risposta che può rendere il suo contenuto dotato di senso e che è appunto la narrazione, il raccontare una storia. L’identità è ciò che si lascia dietro…(A. Cavarero). Con Maria Teresa Di Clemente,Marco Giustini, Monica Maroncelli, Maria Enrica Prignani, Adriano Rosati. Canzoni musicate da Angela C. Muscogiuri.Assistente alla regia Germana Flamini
Regia e Spazio Rosi Giordano
alla Casa delle Culture di Roma il 28 febbraio 2013



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