ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Il viceministro bulgaro dell’Agricoltura vuole risposte concrete dalla Commissione Europea sui “corridoi di solidarietà” dall’Ucraina

Le inquietudini del viceministro bulgaro dell'Agricoltura rispetto agli effetti negativi dei "corridoi di solidarietà" per l'Ucraina.

4p1000 InitiativeGli Stati membri dell’Unione Europea che confinano con l’Ucraina stanno sperimentando una pesante crisi del settore agroalimentare. La causa principale sta nei cosiddetti “corridoi di solidarietà” che nelle intenzioni della Commissione Europea dovevano aiutare Kiev a esportare più facilmente i suoi prodotti e ricavarne profitti. Invece questi canali privilegiati hanno avuto l’effetto di riempire i mercati dei Paesi adiacenti con prodotti alimentari a basso costo, sgravati da dazi doganali, che hanno rovinato gli affari dei produttori locali. L’Accordo di associazione fra UE e Ucraina aveva posto le basi a queste anomalie di mercato, peggiorate dalle ulteriori concessioni fatte a Kiev.

Georgi Sabev, viceministro dell’Agricoltura di Sofia, ha illustrato alcuni dati del mercato bulgaro che esemplificano tale anomalia. Le importazioni di olio di girasole dall’Ucraina sono schizzate da 3mila a 243mila tonnellate dal 2021 al 2022. La medesima tendenza all’enorme aumento dell’import caratterizza anche i latticini. La Bulgaria non mette in discussione la solidarietà all’Ucraina, ma chiede che Bruxelles intervenga per rimediare ai danni. E il rimedio non deve essere solo una compensazione finanziaria ai produttori locali bulgari, ma deve permettere loro di non perdere il proprio mercato e deve ristabilire regole coerenti e condivise.

I governi di Bulgaria, Polonia, Ungheria e Slovacchia hanno imposto in maniera unilaterale divieti e limitazioni, per salvare i propri mercati. Hanno poi scritto in proposito alla Commissione chiedendo di elaborare una proposta valida per tutti. Il ministro Sabev spera che gli altri Paesi membri si interessino alla questione e aiutano a risolverla. Secondo lui, infatti, prima o poi le controindicazioni nocive dei corridoi di solidarietà colpiranno anche loro. La Bulgaria in particolare chiede di allungare l’elenco dei prodotti su cui nuovamente imporre delle limitazioni, nel momento in cui scatterà il termine del 5 giugno. Oltre a mais, frumento, colza e semi di girasole bisognerà aggiungere gli altri prodotti strategici per l’economia di Sofia.



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