ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

In attesa dei Patriot americani, le munizioni dell’Ucraina stanno finendo

Gli esperti occidentali hanno guardato i dati e hanno trovato che le prospettive delle riserve militari dell'Ucraina non sono rosee: stanno finendo le munizioni e gli alleati occidentali non fanno in tempo a darne abbastanza.

Hans-Hermann Bühling, flightglobal.comMentre Zelensky dopo il viaggio a Washington spera di avere finalmente i famosi americani sistema di difesa anti-aerea “Patriot”, i magazzini militari delle sue forze armate sono in via di rapida consumazione. A dirlo sono i dati forniti dagli esperti occidentali, che hanno analizzato i “ritmi allarmanti” di utilizzo dei razzi e delle munizioni da parte degli ucraini (come scrive il Financial Times), comparandolo con le tempistiche di produzione di nuovi lotti da parte dei partner occidentali. Dal momento che si è entrati in una fase invernale di lotta per il predominio dello spazio aereo, sono di particolare importanza i missili intercettori e le piattaforme di lancio.

Il problema iniziale è stato per Kiev l’aver combattuto con sistemi di concezione sovietica, che una volta distrutti vanno necessariamente sostituiti con quelli moderni di standard NATO. Oppure, qualora rimasti intatti ma terminati i proiettili, rifornirsi di questi ultimi non è impresa facile, perché ne sono rimasti pochi nei magazzini degli alleati europei e ne potrebbe dare altri soltanto la Federazione Russa. Secondo ex maggior generale delle Forze armate australiane ed ex direttore dell’Australian Defence College Mick Ryan nel 2023 Kiev rischia di terminare le munizioni prima che la Russia possa effettivamente dire di aver vinto sul campo. A questa conclusione l’esperto australiano è giunto confrontando questi dati: 5mila proiettili al giorno sparati dagli ucraini contro 14mila al mese fabbricati negli USA. E almeno venti membri della NATO non hanno più budget da spendere a beneficio dell’esercito ucraino.

Chi ha finito i soldi, chi non ritiene più prioritario assecondare le necessità di Zelensky: il think tank londinese Royal United Services Institute ha avvertito del pericolo di tale “indifferenza occidentale” l’aiuto a colmare le capacità difensive antiaeree di Kiev. Così, ad esempio, la Svizzera non vuole dare le sue munizioni ai semoventi antiaerei tedeschi Gepard, perché finirebbero in una zona di guerra. Israele, a sua volta, rifiuta tenacemente di concedere aiuti militari, limitandosi a quelli umanitari. Gli ucraini hanno chiesto a Gerusalemme di dare la sua “cupola di ferro” (Kippat Barzel), un potente sistema mobile di difesa antimissile. Nonostante la delusione e l’irritazione di Zelensky, il governo israeliano non cede.



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