ARTE E CULTURA
Articolo

Intervista ad alessio follieri

16/05/09

Intervista al giovane scrittore sul suo ultimo libro "Il doppio senso della vita", uno scambio di idee che ci apre verso un grande cambiamento dell'umanità.

di Ezio Gallo

E’ uscito da appena un mese, il nuovo libro “Il doppio senso della vita”, del giovane scrittore Alessio Follieri, un libro che affronta temi profondi, importanti per alcuni versi sconvolgenti, in un incontro breve con Follieri, ne ho carpito l’entusiasmo, la voglia ma anche una profonda consapevolezza di comunicare realmente un grande cambiamento dell’umanità che forse in alcuni frangenti del libro, nasconde abilmente nell’attesa di trovare un accoglienza tra i lettori.
D: Questo è il secondo libro che pubblica, anche se ancora oggi non è un autore molto conosciuto, tuttavia cercando specialmente in rete ho scoperto che non è poco tempo che scrive?
R: Sono circa dodici anni, ho cominciato quando avevo 18 anni e tantissimo entusiasmo di comunicare agli altri cose importanti, naturalmente è stato un percorso lento e faticoso, ma pian piano da alcuni articoli di nicchia e di interesse molto settoriale in temi quali la filosofia, la scienza, la spiritualità, sono arrivato al mio primo libro nel 2004 “La Nuova Razionalità”, per poi giungere all’appuntamento di quest’anno con “Il doppio senso della vita”.
D: Il doppio senso della vita! E’ un titolo molto particolare, senza naturalmente rivelare il contenuto del libro, in linea generale che cosa mira a dire con questa pubblicazione?
R: Il doppio senso della vita, per me rappresenta un altro passo importante, tutto il mio percorso intrapreso fin dal principio delle mie prime pubblicazioni, non è stato né casuale, né mirato in quella frenetica attesa del successo, infatti sia il primo libro ed anche quest’ultimo, contengono quegli argomenti che spesso non sono la scelta principale di tutti coloro che vanno in libreria ad acquistare un libro, ma in questa pubblicazione ho tentato, per non dire azzardato. Io non sono convinto che tutti siano disinteressati alla verità della nostra vita, al contrario credo che chiunque di noi si è posto almeno una volta, la domanda del tipo: ha un senso la vita in questo mondo? Esistiamo per qualche motivo? La vita è comprensibile realmente in tutto ciò che viviamo nella società che abbiamo costruito? In breve “il doppio senso della vita”, vuole invitare tutti i lettori verso una nuova visione del mondo e della vita, vuole portare tutti a delle nuove risposte, al superamento dei nostri limiti.
D: Sicuramente il libro mi è sembrato ambizioso, ed anche in altre occasioni lei non esita a gettarsi in argomenti molto profondi spesso anche con profonda disinvoltura, non crede che parlare molto espressamente di queste questioni, possa attirarle una critica riguardo un eccessiva presunzione?
R: Assolutamente no, vede senza essere stato esplicito credo che lei si rivolga al mio percorso che spesso porta al superamento di questioni spirituali-religiose oppure scientifiche…
D: Si mi riferisco a questo.
R: Non ne dubitavo, bene posso dirle che ci sono una buona parte di persone che accolgono con profonda consapevolezza dove mira la mia apertura culturale, altre che possono criticare aspramente di voler essere un presuntuoso fermo nella sua posizione culturale di poter esprimere una verità di fondo sull’esistenza umana in questo mondo. Sono ambedue aspetti che accetto e soprattutto ritengo, per mia umiltà intellettuale che la critica sia sempre molto positiva, ci aiuta a crescere e a maturare molti aspetti di noi stessi, ma posso dirle con franchezza che se rimaniamo legati ai fondamenti culturali con i quali fondiamo la nostra idea del mondo e della vita, scopriamo semplicemente che non possiamo giungere a nulla di nuovo. La questione è che nessuno ha decretato una risposta definitiva su come stanno realmente le cose, al contrario è tutto ancora aperto, se vogliamo muoverci nella giusta direzione noi dobbiamo imparare a guardare la vita ed anche la natura in modo totalmente diverso, io non esiterò mai, né cesserò mai di invitare tutti ad argomentare la vita, a mettere sul banco di discussione quell’insieme di concezioni con le quali fondiamo un senso della vita, scopriamo da subito che è tutto da rivedere, che persino nelle logiche fondamentali c’è qualcosa che va oltre e che non dobbiamo esitare di scoprire.
D: In questo caso lei mi viene incontro con questa domanda, quali sono queste cose da scoprire? Per alcuni versi leggendola mi sembra che lei sa un qualcosa che va oltre, ma che invece frena sempre nel comunicare, ha per caso delle certezze per le quali invita i lettori e chi la segue verso una nuova riflessione?
R: Naturalmente si, ho delle certezze per le quali le cose stanno diversamente da quanto abbiamo tutti noi sempre creduto, ma in fondo aprirsi a queste nuove certezze pretende un cambiamento dei valori con i quali fondiamo la nostra vita e l’esistenza stessa. Noi siamo liberi, di poter pensare di cercare delle risposte, ma non lo siamo fin quando rimaniamo atrocemente legati al potere sociale che ci coinvolge e ci sconvolge, dobbiamo apprendere il coraggio di cambiare, di andare verso una nuova direzione, al momento giusto queste mie certezze saranno rese note, ed è una fortuna che non sia l’unico ad averle.
D: Può essere più esplicito riguardo queste certezze? Si tratta di eventi particolari, qualcosa che la riguarda?
R: Si tratta di eventi e di questioni molto importanti per le quali ho fondato il mio obiettivo di vita nell’intento di volerle comunicare agli altri, ma è un percorso per gradi ora non servirebbe a nulla, ma nel doppio senso della vita, c’è già molto.
D: Quindi ho capito bene, specialmente nella lettura del libro che lei vuole aprire gli altri ad un grande cambiamento dell’umanità?
R: Ha compreso benissimo il senso del libro… e naturalmente in molti lo interpretano come un mio gesto di presunzione intellettuale, ma non è così, lo posso assicurare, si giri intorno veda cosa c’è nel mondo attorno a lei e mi dica cosa ne pensa? Vede un mondo positivo? Negativo?
D: Non so mi dica lei a cosa si riferisce?
R: Bene se abbiamo un buon lavoro dove il guadagno è ok, assicuriamo il futuro ai nostri figli e pensiamo solo a dare belle feste la domenica e a fare lo shopping che abbiamo sempre desiderato, nessuno di noi dubita che sia una buona vita, il mondo è bello perché dovrebbe essere diversamente? Ma non ci accorgiamo di molte cose, noi non ci siamo accorti di essere diventati degli automi, non vediamo più nemmeno la follia del mondo moderno, non che in passato era diverso, ma la nostra vita si concentra su poche cose, sui valori per le quali abbiamo costruito società, popoli e interessi, nessuno ha una colpa e il problema è che rimaniamo automi, noi crediamo di vivere la vita ma è la vita a viverci, morte miseria e disperazione sono in ogni angolo del mondo, ma tutte queste cose sono interpretate solo in senso retorico, il grande cambiamento è nella decisione di desiderare un mondo diverso e concederci ad una verità di come stanno realmente le cose, dobbiamo mettere tutto sul tavolo intellettuale, dobbiamo cambiare la stessa cultura con il quale fondiamo conoscenza e consapevolezza, perché anche questi aspetti sono finiti per rimanere inquinati da tutto il resto. Il mondo in cui viviamo ora, non è un buon mondo, molte cose devono cambiare, molti limiti debbono essere abbattuti, bisogna aprirsi ad un qualcosa di nuovo.
D: Perché secondo lei siamo “automi”?
R: Perché nella competizione sociale, nella ricerca costante dell’apparire al posto dell’essere non abbiamo mai esitato ed abbiamo continuato nella scalata al nulla, come dei conigli che corrono dietro ad una carota senza raggiungerla mai, guardi oggi, guardi la storia, è deprimente, l’essere umano non ha mai saputo stare al mondo.
D: Secondo lei ci sarebbe una ricetta nel cambiamento?
R: No, se lei avrà letto il mio libro, avrà sicuramente compreso che non c’è una ricetta fondamentale, questo è un altro errore culturale millenario, gran parte di noi credono che seguire certi precetti porti ad un essere, quindi ad una consapevolezza del mondo, nulla di più sbagliato, non è così che funziona anche perché vedendo i risultati fino ad oggi non ha mai funzionato, in realtà dobbiamo aprirci al mistero della vita, dobbiamo capire che molte cose possono essere comprese, che forse la realtà non è proprio quella che definiamo reale, ma è qualcos’altro e noi stessi forse siamo qualcosa di diverso da ciò che pensiamo, ma se non tentiamo nulla cambierà mai.
D: Qual è il suo parere della storia a questo punto?
R: La storia fin dalle più antiche civiltà conserva delle verità contraffatte, noi siamo abituati a credere fermamente alla storia, ma essa è stata fatta da uomini fallibili proprio come noi, quindi non ritengo che la storia sia un monolite assoluto, certo e intoccabile, in realtà tanti eventi e tanti indizi del passato ci inducono a pensare positivamente al fatto che ci sono davvero tante cose che ci legano ai nostri progenitori, anch’essi erano testimoni di eventi speciali, di cose straordinarie siamo sempre stati testimoni di qualcosa che ci induceva ad un cambiamento, ma poi su tutto è sempre prevalso il senso di potere, di non dire, di coprire, per questo la storia non è tutta perfettamente attendibile, specialmente quella più remota.
D: E cosa ne pensa di temi come religione e scienza?
R: Domanda ostica per i valori morali e profonda immaturità con le quali si discute sempre di religione oppure di scienza, ma se in fondo siamo liberi, si può parlarne altrimenti non saremmo liberi, molti popoli al mondo vantano libertà ma sinceramente non è ho mai visto una prova certa nemmeno nel nostro paese. Le religioni sono aspetti importanti, ma il problema è: non c’è una religione, ci sono più istituzioni religiose nel mondo, le principali possiedono una storia millenaria e questo spesso finisce per incutere in modo non del tutto legittimo un certo timore reverenziale. Io la penso diversamente, le religioni citano delle verità appannate, esse sono offuscate dalla storia ed anche dai percorsi umani intrapresi a livello culturale, tutto riporta ad un unico punto, un'unica religione, ma questo aspetto incute un certo imbarazzo in tutte le mentalità esistenti, anche se possiamo discuterlo molto serenamente. Diversamente, la scienza, ci ha aperto prospettive che alcuni secoli fa erano impensabili, tuttavia anche il potere acquisito dalla scienza, o da quel sapere scientifico diffuso è diventato piuttosto imbarazzante, la scienza può dire molte cose, ma negarne molte altre altrettanto vere, quindi anch’essa può dirci molto ma non tutto.
D: Allora lei come si definisce in questi ambiti dove ha studiato e studia ormai da anni?
R: Spero che la risposta sia pubblicata… le religioni includono delle verità di fondo, le scienze ovviamente hanno dimostrato degli aspetti della realtà, noi crediamo che questi due fondamenti culturali siano un muro impenetrabile, insuperabile, ma non è vero, esse sono in gran parte il risultato di lavoro di uomini, possono essere discusse, ampliate, riviste nel bene dell’umanità, nel bene di tutti noi, nella voglia di una nuova consapevolezza, ma occorre coraggio, libertà, se mi pone la domanda in questi termini, mi definirei un filosofo senza offendere altri filosofi ovviamente.
D: Lei crede in un sovrannaturale?
R: Naturalmente avrei bisogno di una domanda più precisa, ma a questo punto per il senso che noi tutti diamo superficialmente al termine “sovrannaturale”, le rispondo di si, ne sono certo, ma non termino qui, le dico anche che il sovrannaturale può essere spiegato ed è questo che cambia decisamente le cose.
D: Come può essere spiegato?
R: Con l’incontro culturale di tutti gli esseri umani, se noi siamo aperti e desiderosi di risposte tutto può essere discusso se ne facciamo una questione di potere, tutto finisce per costruire la storia millenaria da cui proveniamo.
D: Quale sarà il prossimo appuntamento in cui i lettori potranno incontrarla?
R: Sarà alla prossima presentazione il 31 Maggio del “Doppio senso della vita”, presso il Teatro Traiano diCivitavecchia, ci sarà una grande manifestazione dove alcuni personaggi noti del mondo della cultura e dello spettacolo daranno ai lettori la loro opinione del libro, sarà un grande evento dove ho intenzione di aprire le menti verso la voglia di scoprire qualcosa di nuovo.
D: Lei interverrà? Se si cosa dirà?
R: Certo che interverrò, dirò qualcosa di molto interessante, nonché importante.
D: Vedo che non vuole aprirsi oltre, naturalmente ci troverà presenti alla manifestazione, le faccio i miei auguri per questo nuovo libro.
R: La ringrazio ne ho sicuramente bisogno, nella speranza che molti lo leggeranno e troveranno la voglia di partecipare ad una nuova condivisione di idee.



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