Intervista di Alessia Mocci a Donatella Basili ed al suo 'Emily, Antonia e Sylvia: Sacerdotesse del Quotidiano', Rupe Mutevole Edizioni
L’autrice, Donatella Basili, raccoglie con una raffinata sensibilità alcuni dettagli delle tre donne riuscendo a superare le barriere del tempo, della cultura e dello stile. Un guardare oltre la materia per ritrovare nuovamente la poesia, un quotidiano che si scinde dalle ore diurne e notturne e che prospetta il suo interesse verso i nuclei del pensiero e dell’animo. Donatella è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune nostre domande, vi lascio alla lettura delle sue risposte.
“Emily, Antonia e Sylvia: Sacerdotesse del Quotidiano”, edito nel 2005 presso la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni nella collana “Saggi”, è un saggio letterario su tre poetesse che hanno sostanzialmente espanso il loro io e la loro poetica creando un durevole filo immaginifico. L’identità delle tre è quasi svelata nel titolo del saggio, Emily Dickinson, Antonia Pozzi e Sylvia Plath. L’autrice, Donatella Basili, raccoglie con una raffinata sensibilità alcuni dettagli delle tre donne riuscendo a superare le barriere del tempo, della cultura e dello stile. Un guardare oltre la materia per ritrovare nuovamente la poesia, un quotidiano che si scinde dalle ore diurne e notturne e che prospetta il suo interesse verso i nuclei del pensiero e dell’animo.
Donatella è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune nostre domande, vi lascio alla lettura delle sue risposte.
A.M.: Quando e perché ti è venuta l’idea di scrivere delle tre poetesse?
Donatella Basili: In realtà i tre saggi che compongono il libro sono nati distanti l'uno dall'altro. Il primo è stato quello su Antonia Pozzi: una sua poesia sulle montagne era incorniciata su una parete del rifugio Comici alla Croda dei Toni e mi ha conquistata. In quel periodo mi arrampicavo sulle ferrate delle Dolomiti ed il mio cuore celebrava la bellezza della roccia indorata dal sole. Lei faceva altrettanto con parole bellissime. L'ho sentita subito “sorella”. Dopo aver scritto il primo saggio ho pensato che avevo altre due “sorelle” di cui parlare e così sono nati gli altri due saggi sulla Plath e sulla Dickinson. La sorellanza non sta soltanto nella sensibilità, ma anche nel modo di trasformare il quotidiano, questione che mi interessava fin dai tempi del liceo. Loro sono un esempio magistrale su come trascendere il quotidiano, specialmente la Dickinson, che ritengo Maestra Assoluta in questo campo.
A.M.: Tra Emily, Antonia e Sylvia si nasconde la tua preferita oppure sono sostanzialmente paritarie nel tuo pensiero?
Donatella Basili: No, non sono paritarie. Come ho detto prima, la Dickinson è maestra, è la fondatrice dell' “Ordine delle sacerdotesse del Quotidiano”. Penso che sarebbe contenta di questo appellativo. Le altre due non sono confrontabili sul piano poetico, così come non sarebbero confrontabili Giuseppe Verdi ed i Rolling Stones; ma poiché si può tranquillamente ascoltare un'aria del Trovatore e subito dopo “Satisfaction” senza sentirsi schizofrenici, nel mio pantheon Sylvia ed Antonia siedono l'una accanto all'altra.
A.M.: “Trascendere il quotidiano”. Conosci qualche poetessa in vita che opera in questa direzione?
Donatella Basili: Dato il narcisismo imperante in questa società, a me sembra che spesso i poeti cerchino di mitizzare il proprio vissuto, renderlo simbolo, emblema della condizione umana; ma questo non è trascendere il quotidiano. Trascendere significa andare oltre, vedere l'essenza dietro la forma; lo scopo non è divinizzare se stessi ma vedere il divino nella propria esistenza. La bellezza fa parte del divino ed il primo passo per trascendere il quotidiano è proprio riconoscerla, commuovendosi, nelle cose minime. La mia amica Ada Felugo ha scritto molte poesie che trascendono il quotidiano.
A.M.: Puoi descriverci con tre aggettivi ognuna delle tre poetesse?
Donatella Basili: La Dickinson è “immaginifica” perché la sua poesia è fatta di immagini sontuose, enigmatiche, oltre la realtà. Ma anche eterea, impalpabile, già anima disincarnata in vita...
La Plath è “nevrotica” perché deforma la realtà, la travisa, la distorce. Anche perché ossessionata dalla malattia che deforma od imprigiona il corpo, e dalle cure od ispezioni invasive dei medici.
La Pozzi è “outsider” per la sua sensibilità non borghese in una famiglia borghesissima e per la
sua spiritualità e femminilità in un ambiente culturale materialista e maschile. Una specie di brutto anatroccolo...
A.M.: Qual è, secondo te, il target di lettori che comprano il tuo libro?
Donatella Basili: Donne che amano specchiarsi nelle donne creative. Nelle seguaci di Atena e non di Afrodite. Ed uomini che sono interessati allo stesso tipo di donne.
A.M.: Oltre alla critica, hai pubblicato anche una silloge di poesia. Com’è il tuo atteggiamento con la
poesia? Lasceresti mai la prosa?
Donatella Basili: Io uso due tipi di prosa: quella saggistica, da trattato scientifico, analitica, consequenziale, pulita e quella narrativa che è, però, “ poetica”. Non mi piace raccontare i fatti o descrivere minuziosamente ambienti e paesaggi. Mi piace fare “quadri di parole”: le poesie sono come schizzi, mentre la prosa, per me, è come un grande quadro od un affresco. Diciamo che invece di abbandonare la prosa non abbraccerò più la prosa narrativa in senso classico; quand'ero molto giovane riuscivo a scrivere secondo i crismi del romanzo, descrizioni delle scene e dialoghi corredati dalle espressioni degli interlocutori; ma adesso non ho più la pazienza di farlo. La prosa poetica mi piace più della poesia e mi piace mescolare prosa e poesia, come ho fatto nel mio “I poeti del flauto e della lira”. Oltre alla prosa poetica, però, mi piace molto quella comica o sarcastica, alla Amélie Nothomb, per intenderci (il suo “Metafisica dei tubi” è uno dei libri più belli che abbia letto, poetico ed esilarante insieme, dolce e sarcastico... una mistura di opposti sublime come la zuppa di Ratatouille!). Mi piacerebbe scrivere qualcosa in quello stile.
A.M.: Hai delle novità in pubblicazione per il 2011? Puoi anticiparci qualcosa?
Donatella Basili: La mia attività letteraria si è interrotta due anni fa, a parte qualche poesia estemporanea che rappresenta particolari stati d'animo. Vorrei scrivere, come dicevo, un romanzo d'attualità un po' sarcastico, un po' satira sociale, del tipo “castigat ridendo mores”, con la protagonista, anacronistica e disadattata, che cerca di uniformarsi alla follia collettiva per poi riconoscerla come tale e sentirsi ridicola...
Auguriamo all’autrice di riuscire nel suo buon proposito e di continuare con il suo studio del quotidiano e delle sacerdotesse.
Vi lascio il link di una recensione del libro della Basili:
http://www.liberaillibro.com/emily-antonia-sylvia-sacerdotesse-del-quotidiano-donatella-basili/
Lascio link utili per visitare il sito della casa editrice e per ordinare il libro.
http://www.rupemutevoleedizioni.com/
http://www.reteimprese.it/rupemutevoleedizioni
http://www.poesiaevita.com/
http://www.facebook.com/pages/Ufficio-Stampa-Rupe-Mutevole/126491397396993
Alessia Mocci
Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni
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