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Comunicato Stampa

Italian Green Road Award 2022. Oscar italiano del Cicloturismo all’Emilia Romagna per il Grand Tour Valle del Savio

Secondo posto per la Regione Marche con “Strade di Marca” e terzo posto per la Regione Lombardia con la “Ciclabile Valchiavenna”. La giuria conferisce alla Provincia Autonoma di Trento la menzione per la “Green Road delle Dolomiti”. Menzione speciale di Legambiente alla Regione Puglia per la “Ciclabile dell’Ofanto”. Sul podio le “vie verdi” delle regioni italiane che si sono distinte per l’attenzione al turismo “lento”. Anche il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia a Matera per partecipare all’Oscar italiano del Cicloturismo.

Photo fonte ufficio stampaLa Regione Emilia Romagna vince con il Grand Tour della Valle del Savio la settima edizione dell’Oscar Italiano del Cicloturismo, il riconoscimento che ogni anno viene conferito alle “green road” delle regioni che promuovono le due ruote con servizi mirati al turismo “lento”. Il secondo premio va alla Regione Marche per Strade di Marca, mentre al terzo posto si classifica la Regione Lombardia con la Ciclabile Valchiavenna. La giuria premia anche la Provincia Autonoma di Trento, già al primo posto lo scorso anno insieme alla Calabria, con una menzione per la Green Road delle Dolomiti, mentre la menzione speciale di Legambiente è assegnata alla Regione Puglia per la Ciclovia dell’Ofanto.

La proclamazione domani sera a Matera in Basilicata - regione vincitrice lo scorso anno della menzione speciale di Legambiente – con una vera e propria festa nella città novella Capitale del Cicloturismo: il 3 giugno - Giornata mondiale della Bicicletta - si è svolto, infatti, il Basilicata Bike Forum dedicato agli operatori turistici locali, durante il quale è stato presentato il market watch Ecosistema della bicicletta edizione 2022, curato da Banca Ifis.

Banca Ifis - Ecosistema della bicicletta, focus cicloturismo
Secondo il market watch di Banca Ifis sono 8 milioni gli italiani interessati al cicloturismo, il 16% della popolazione maggiorenne. L’Italia è il primo produttore di biciclette in Europa con oltre 3 milioni di pezzi (+7% vs il 2020): di questi ben l’11% è rappresentato da e-bike (+25% nel 2021). Proprio la diffusione dell’e-bike spinge il cicloturismo, che ha retto meglio la crisi degli ultimi due anni: il 38% degli operatori attivi sul business cicloturistico ha registrato ricavi in crescita o stabili contro il 13% degli altri business turistici e circa il 90% degli operatori prevede un trend positivo anche per il biennio 2022-2023.
Il vero punto di svolta è costituito dalla varietà dell’offerta: non può esserci cicloturismo senza servizi, sempre più richiesti ai tour operator. In Italia sono ormai circa 4.940 gli operatori turistici che hanno un’offerta dedicata al cicloturismo, pari a circa il 38% del totale delle agenzie o T.O. attivi e ben 4.550 alberghi che offrono servizi dedicati alle due ruote. Ai T.O. italiani si rivolgono anche gli stranieri (36% del totale cicloturisti). Nei pacchetti di vacanza generici i giorni in media dedicati al cicloturismo sono 3,2, al costo giornaliero di € 115. Tra i servizi inclusi nei pacchetti turistici dedicati, i più richiesti sono noleggio della bicicletta, tour di gruppo, alloggio e copertura assicurativa. L’e-bike – prevista nel 46% dei pacchetti turistici dedicati - si conferma strumento di inclusività, consentendo a un numero sempre più ampio di visitatori di accedere a territori ed esperienze altrimenti preclusi. Il cicloturismo rappresenta un’opportunità di business anche in quanto volano di comarketing: il 55% degli operatori turistici lo hanno promosso nel biennio 2020-2021 tramite collaborazione con le aziende del territorio, percentuale che arriverà al 77% nei prossimi 2 anni. Per il futuro, il 67% degli operatori turistici concordano nel dire che la guida cicloturistica sarà il servizio a maggior crescita, a conferma della voglia di esplorare territori nuovi e non scontati.
Nel Belpaese sono circa 4.940 i percorsi adatti al turismo in bicicletta, 90mila km lungo tutta la penisola con una maggiore concentrazione in quattro regioni del Nord Italia: Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Si tratta di un mix di percorsi tra ciclopedonali, ciclabili, strade o ciclostrade. Non servono solo ciclabili o ciclovie a uso esclusivo – attualmente il 27% del chilometraggio complessivo - ma percorsi comunque adatti alle due ruote di cui l’Italia è ricca, grazie anche al possibile recupero di argini e sedimi ferroviari dismessi: oggi il 36% dei percorsi sono relativi a strade senza o a basso traffico.
Nel complesso il Nord Italia rappresenta quasi la metà delle scelte di soggiorno (49%) dei turisti italiani e stranieri, con il Nord Est a raccogliere oltre il 30% delle richieste dei cicloturisti, grazie alla facilità d’accesso dal Nord Europa e all’ampia offerta di servizi (leader il Trentino Alto-Adige, seguito da Emilia-Romagna, per l’offerta di servizi aggiuntivi superiore alla media nazionale).
Il cicloturismo porta con sé i concetti di sostenibilità, salute e inclusione, attivando circoli virtuosi in grado di valorizzare i territori, e fa parte del trend di riscoperta della bicicletta come mezzo di una nuova mobilità attivando un importante processo economico per il nostro Paese: il ritorno delle produzioni in Europa (+11% i produttori italiani nel solo 2021 e di quasi 3 milioni all’anno la produzione europea di biciclette da reshoring).

I Partner
L’edizione 2022 di Italian Green Road Award vede Banca Ifis in qualità di Partner ufficiale, Istituto per il Credito Sportivo e Legambiente quali sponsor e partner istituzionali, la partecipazione di Ferrovie dello Stato Italiane e gode del supporto della Regione Basilicata (Assessorato Ambiente APT Basilicata, Provincia di Matera e Comune di Matera) che hanno accolto con entusiasmo l’idea di ospitare l’evento conclusivo dell’Italian Green Road Award 2022, convinti che il cicloturismo sempre più contribuisca, in modo sostenibile, ad attrarre visitatori e appassionati.

Il Premio
Giunto alla settima edizione, l’Oscar italiano del cicloturismo si pone un duplice obiettivo: da una parte stimolare le amministrazioni a valorizzare i propri percorsi eccellenti, dall’altra promuovere gli investimenti nel cicloturismo come volano per una ripartenza in linea con le direttive del Green Deal europeo. Per i territori e, in particolare, i piccoli borghi, quello in bicicletta è infatti un turista ad alto valore aggiunto e a impatto sostenibile: rispetta l’ambiente, si sposta frequentemente non concentrando la spesa su un’unica area, usufruisce dei servizi turistici, acquista tour tematici, prodotti enogastronomici, ecc. Le green road offrono la possibilità di visitare una regione contribuendo a sostenere il patrimonio locale, consentono la crescita del pendolarismo non motorizzato, riducono gli effetti di inquinamento e contribuiscono al miglioramento della qualità della vita, incidendo sulla conservazione del suolo pubblico e sullo sviluppo economico, sociale e turistico dei territori, creando posti di lavoro importanti, poiché dislocati in prevalenza in borghi o in aree naturali dove spesso l’occupazione è carente e spesso costringe le persone a spostarsi in cerca di lavoro.

I candidati
La giuria - composta da personalità di spicco nel campo del giornalismo, opinion leader, sponsor, esperti e personalità dei settori bike, ambiente e turismo - ha dovuto scegliere tra le proposte presentate da regioni, territori e province autonome, tra questi Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, provincia autonoma di Trento, Veneto e, per la prima volta, la Regione Molise.

La Giuria
Andrea Abodi (Istituto Credito Sportivo), Monsignor Liberio Andreatta (Comitato Permanente Ministero del Turismo), Bernabò Bocca di Federalberghi, Peppone Calabrese (Linea Verde Rai), Antonio Dalla Venezia (FIAB-Federazione Ita-liana Ambiente e Bicicletta), Diana de Marsanich (Natural Style), Ernesto Fürstenberg Fassio (Banca Ifis), Maria Rita Grieco (TG2), Marina Lalli (Federturismo Confindustria), Marco Mancini (Gruppo FS Italiane), Giorgio Palmucci (ENIT), Enrico Rondoni (TG5), Guido Rubino (Cyclinside), Gianluca Santilli (Osservatorio Bikeconomy), Alessandra Schepisi (Radio 24), Sebastiano Venneri (Legambiente). Presidente è Ludovica Casellati, direttore di viagginbici.com e fonda-trice di Luxury Bike Hotels.

Di seguito, in dettaglio, tutte le ciclovie classificate:

PRIMO POSTO – Grand Tour Valle del Savio in Emilia Romagna
Il Grand Tour Valle del Savio è un suggestivo percorso permanente di 172 km - in prevalenza asfaltati, su strade non più utilizzate e su argini – lungo i territori attraversati dal fiume Savio. È un itinerario “ad anello”, che può essere co-minciato e terminato in uno qualsiasi dei sei comuni dell’Unione dei Comuni Valle del Savio, ognuno con una sua pecu-liarità: Cesena con la sua Rocca, l’Abbazia del Monte, il Teatro Bonci e la Biblioteca Malatestiana (“Memoire du Monde” UNESCO), Montiano con suo borgo medievale, Mercato Saraceno con gli edifici in stile liberty, Sarsina con l’Arena Plautina e il Plautus festival, il santuario di San Vicinio e la basilica ultramillenaria, Bagno di Romagna con le sue terme e palazzo Pesarini, Verghereto con l’eremo di Sant’Alberico e il monte Fumaiolo, con le sorgenti del Tevere da un lato e del Savio dall’altro. Il percorso attraversa anche l’imponente Parco delle Foreste Casentinesi, patrimonio UNESCO, con Sasso Fratino e le faggete, percorrendo in parte il confine geografico tra Emilia Romagna e Toscana. Ben segnalato e collegato ad altri percorsi e alla rete ferroviaria, il Grand Tour è ricco di servizi per ciclisti e cicloturisti - punti di ricarica pubblici e privati per e-bike, segnaletica permanente e pannelli informativi, fontane d’acqua, bike sharing, negozi convenzionati, strutture ricettive, ristoranti, bar e cantine bike friendly con servizio di ciclofficina e cicloguide, trasporto bagagli, ecc. – tutti riuniti nel Valle Savio Bike Hub, un progetto pubblico-privato che coniuga sostenibilità e innovazione.

Valle Savio Bike Hub Grand Tour con tracce GPX scaricabili

La Giuria ha premiato il lungimirante progetto del Valle del Savio Bike Hub, un esempio vincente di integrazione tra pubblico e privato che ha saputo mettere in rete tutti i soggetti della filiera turistica per valorizzare il territorio at-traverso la bicicletta, in una regione da tempo impegnata nell’attuazione e nella promozione dei percorsi dedicati al turismo lento e responsabile.

L’Assessore a Mobilità e Infrastrutture della Regione Emilia-Romagna Andrea Corsini ha commentato: “Ringraziamo la Giuria per questo riconoscimento molto gradito, che testimonia il forte impegno della Regione e del territorio per lo sviluppo della rete ciclabile regionale, della sostenibilità ambientale e del cicloturismo in generale, un settore in gran-de crescita. Accanto alle ciclovie nazionali, Vento, Sole e Adriatica, che si stanno realizzando sul nostro territorio - aggiunge Corsini - aumentano i percorsi ciclabili messi in campo dalle realtà locali con il supporto della Regione, con iniziative esemplari come è quella del Grand Tour Valle del Savio, che risponde ad alti standard sia dal punto di vista pae-saggistico, che per la qualità del percorso, della segnaletica e dei servizi correlati. L’Emilia-Romagna è una regione ciclabile - conclude Corsini - con progetti di eccellenza a livello nazionale. Il nostro obiettivo è quello di conseguire la quota di 1000 km di ciclovie entro il 2025 e per quanto riguarda i centri urbani di raggiungere il 20% di mobilità cicla-bile (quota già attuata da città come Ferrara e Reggio Emilia). Un obiettivo di grande importanza per la mobilità regionale. Per questo motivo le ciclovie sono state inserite a pieno titolo all’interno del Piano regionale integrato dei trasporti”.

SECONDO POSTO – Strade di Marca - pedalando tra antiche tradizioni, Regione Marche
Presentata da "Marche Outdoor”, Strade di Marca è un percorso circolare permanente di 112,7 km - su asfalto, strade a bassa percorrenza, strade sterrate e strade bianche, in parte su argini e lungolago - che coinvolge 5 vallate, la Val di Chienti, la Val Potenza, la Val del Fiastra, la Vallesina e la Val Tenna.
L’itinerario, percorribile in sicurezza anche a piedi, si snoda toccando i comuni di Cingoli, uno dei Borghi più belli d'Italia, il "Balcone delle Marche" per l’impagabile vista sulle colline degradanti fino al mare, Apiro, incastonato tra il lago di Cingoli e il Monte San Vicino, la città di Treia, anch’essa uno dei Borghi più belli d'Italia e uno dei più antichi delle Marche, Appignano, il paese delle “cocce” (ceramiche) e dei legumi. Tutto intorno, un territorio ricco di cultura, opere d’arte e di artigianato, produzioni enogastronomiche di assoluto pregio, ma soprattutto un mare di colline dove peda-are appaga tutti i sensi, mentre si attraversano campi coltivati, boschi, piccole contrade, aziende agricole e la vegetazione tipica della bassa montagna marchigiana. Sul percorso, strutture ricettive e servizi quali noleggio bici, fontane, ciclofficine, bicigrill, segnaletica permanente e info point.

Strade di Marca con tracce GPX scaricabili

A motivare il premio della giuria è stato il modello di ciclovia “dal basso” che, a partire da quattro comuni, è arrivato a coinvolgere in soli tre anni ben 26 comuni della regione e a mettere in rete oltre 200 esercizi bike friendly per valorizzare itinerari ancora poco battuti dal turismo, potenziandoli con infrastrutture digitali e attività di comunica-zione e promozione.

Francesco Acquaroli, Presidente della Regione Marche e Assessore al Turismo ha detto: "Le Marche sono una regione particolarmente vocata per promuovere e ospitare un turismo lento, alla ricerca di luoghi e suggestioni sconosciute al grande pubblico. I colori e la bellezza del nostro paesaggio sono un invito a scoprirle pedalando, in contesti unici e con servizi dedicati a disposizione. Vogliamo consolidare questo naturale connubio fra gli appassionati della bicicletta e del turismo sostenibile con la bellezza del nostro mare e delle nostre colline. Il riconoscimento ricevuto conferma ancora una volta questa vocazione marchigiana e ci stimolerà, ancora di più, a proseguire il lavoro intrapreso con sempre maggiore entusiasmo e convinzione".

TERZO POSTO – Ciclabile Valchiavenna, Regione Lombardia
La Ciclabile Valchiavenna è un percorso di fondovalle che congiunge il Lago di Como alla Val Bregaglia, sul confine sviz-zero: parte da Colico (LC) e attraversa i paesi di Dubino, Verceia, Novate, Mezzola, corre lungo il lago di Mezzola e poi lungo il fiume della Mera, lateralmente ai paesi di Samolaco, Gordona e Mese, fino ad attraversare la città di Chiaven-na, Bandiera Arancione del TCI e Cittaslow, il cui centro storico risale al XVI secolo, circondato da mura sforzesche, in parte ancora visibili. Si prosegue poi per il suggestivo borgo di Piuro - la “Pompei delle Alpi” con gli scavi archeologici, il cinquecentesco Palazzo Vertemate Franchi, le spettacolari cascate dell'Acquafraggia che impressionarono Leonardo da Vinci - e, infine, per Villa di Chiavenna, fino al confine svizzero. È una ciclabile in sede propria di 42 Km su asfalto (salvo eccezioni, come nella riserva naturale dell’Oasi Pian di Spagna), percorribile anche da pedoni e cavalli e utilizza-bile tutto l’anno. Oggi è fra le più interessanti piste ciclabili di continuità, fa parte della rete Bicitalia n.17 "Ciclovia dell'Adda" ed è collegata al Sentiero Valtellina e alla Ciclabile del Lago di Como. Numerosi i punti di interscambio con il trasporto pubblico, grazie alle stazioni dei treni lungo la ciclabile e ai pullman con trasporto bici in servizio tra Chiavenna e Splugen e St. Moritz in Svizzera. Lungo il tragitto si trovano aree di sosta, fontane d'acqua, rent a bike, assistenza, colonnine per la ricarica, numerosi ristoranti e agribar per golose soste gastronomiche, una segnaletica verticale tutta nuova.

Ciclabile Valchiavenna con tracce GPX scaricabili

La giuria ha voluto premiare un percorso ciclabile di assoluto pregio, frutto di un progetto e di una visione per un turismo intermodale e sostenibile, che consente a fruitori di ogni livello e alle famiglie di visitare il territorio in totale sicurezza.

“Siamo molto orgogliosi di aver ricevuto questo importante premio e ringraziamo la Giuria - afferma Filippo Maria Pighetti, Direttore del Consorzio Turistico Valchiavenna. - La Valchiavenna da sempre si distingue per la sua proposta bike e questo riconoscimento ne è la prova. L’ampio ventaglio di itinerari e percorsi presenti su tutto il territorio, dalla Ciclabile Valchiavenna ai percorsi sterrati per MTB e Gravel passando per le grandi salite in bici da corsa come il Passo dello Spluga, permette a tutti i nostri turisti, grandi e piccini, di scoprire la valle da una prospettiva diversa, a ritmo slow e in maniera sostenibile. Questo premio è la dimostrazione che il lavoro fatto in questi anni sta avendo successo: il cicloturismo è un tema significativo in Valchiavenna e la promozione della nostra destinazione non può non passare anche da questo aspetto. Ma il lavoro non si ferma e, anzi, continua: per poter ampliare ancora di più l’offerta e soddisfare le esigenze dei nostri cicloturisti, l’intera Comunità Montana e tutti i singoli Comuni stanno investendo in nuovi percorsi e itinerari sostenibili che speriamo di svelare presto.”

MENZIONE SPECIALE DELLA GIURIA: Green Road delle Dolomiti, Provincia Autonoma di Trento.
La Green Road delle Dolomiti è un percorso ciclopedonale di 57,7 km, quasi tutto in asfalto, in sede propria o su strade a basso scorrimento, in parte tracciato sul percorso della vecchia ferrovia Ora-Predazzo, con possibilità di collegamen-to con gli impianti funiviari. La ciclovia unisce, in un unico intinerario, la Val di Fiemme e la Val di Fassa, due delle valli Trentine con la maggiore vocazione turistica, il regno delle neve che in estate lascia spazio a prati, boschi, fitte foreste di abeti e larici e alle candide rocce di Dolomia. A fare da cornice sono le maestose Dolomiti, Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Il ciclista è guidato per tutta la lunghezza del percorso dal torrente Avisio, che nasce direttamente dal ghiacciaio della Marmolada. Il percorso inizia al confine con la provincia di Bolzano, in località S. Lugano e termina in località Penìa, nel comune di Canazei, e può contare su una grande ricchezza e diversità di attrazioni per i visitatori: mobilità sostenibile in un territorio montano unico, con arte, storia e cultura, turismo, numerosi sport. Il tracciato è utilizzato anche da pattinatori, skiroll, escursioni a cavallo e altro. Ottimamente segnalata, la ciclovia offre servizi che includono strutture bike friendly, bicigrill, punti attrezzati picnic, fontane, noleggio e assistenza bici, personale specia-lizzato presso gli info point. ecc. Al rientro (in discesa) possibilità di bus navetta.

Green Road delle Dolomiti con tracce GPX scaricabili

La menzione - o forse si dovrebbe dire, l’ovazione - speciale della giuria intende dare atto al costante impegno di un territorio che da decenni investe nel turismo sostenibile e nell’organizzazione e promozione dei percorsi ciclabili, un’organizzazione in grado di rigenerare il proprio prodotto turistico con proposte sempre nuove e sempre nel segno dell’eccellenza: ancora una volta, un esempio da seguire.

Il Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha dichiarato: “È un vero orgoglio per il Trentino ricevere questa menzione, perché riconosce ancora una volta al nostro territorio la capacità di offrire agli amanti delle due ruote un turismo autentico e di qualità, in cui natura, cultura e sostenibilità vanno di pari passo. Dopo la vittoria dello scorso anno con la Green Road dell’acqua e il terzo posto del 2019 con la Ciclovia della Valsugana, la menzione 2022 alla Green road delle Dolomiti evidenzia l’interconnessione che è alla base del sistema turistico e ciclabile Trentino; le piste di fondovalle, con i loro bicigrill e i servizi dedicati agli amanti del cicloturismo, si uniscono attraverso gli impianti di risalita alle vie in quota con lo sfondo dei caroselli dolomitici: un turismo per tutti, dalle famiglie a chi prati-ca il downhill, per un’esperienza unica sullo sfondo di incomparabili paesaggi”.

MENZIONE SPECIALE LEGAMBIENTE Ciclovia dell’Ofanto, Regione Puglia
La Ciclovia dell'Ofanto si sviluppa all’interno del Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto, a cavallo tra le province di Foggia e BAT (Barletta Andria Trani). Comprende un percorso principale dal Vulture all’Adriatico e una diramazione lungo l’affluente principale, il Locone, che collega la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese: parte dallo scalo ferroviario di Rocchetta Sant’Antonio, passando per le maglie dei borghi rurali della bonifica e - attraversando Candela, Ascoli Sa-triano, Cerignola, Canosa di Puglia, Barletta (ramo principale 1), Spinazzola, Minervino Murge (variante Locone) - arriva alla foce del fiume, a Santa Margherita di Savoia. Percorsi ad anello, ideali per organizzare un’uscita giornaliera (ad es. Parco Archeologico di Canne della Battaglia, il Parco delle Cave di Cafiero) e itinerari tematici di più giorni (Dalla Pietra al Sale, La Via dei Normanni, Il Cammino dei Boschi Sacri) completano il tracciato di 142 km, prevalentemente su asfalto e su strade con viabilità promiscua a bassa percorrenza. La ciclovia incrocia itinerari della rete ciclopedonale nazionale ed europea (EuroVelo 5 nei Monti Dauni, Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese a Spinazzola, Via Francigena al Ponte Romano sull’Ofanto, Ciclovia dei Borbone nei pressi della diga del Locone, Ciclovia Adriatica) e si interconnette con la rete ferroviaria e treni storici.

I servizi bike friendly offerti al cicloturista sono riassunti in una app scaricabile dal sito e comprendono segnaletica di orientamento e dei punti di interesse storico e naturalistico, assistenza bici, cantine e agriturismi bike friendly aperti al pubblico per degustazioni.

Ciclovia dell'Ofanto APP Android e IOS scaricabile

Secondo Legambiente la Ciclovia dell'Ofanto rappresenta un buon esempio di sistema di mobilità lenta che contribuisce alla definizione di un brand turistico per l'intero territorio e costituisce un presidio per la protezione della na-tura e uno strumento di costruzione di una identità della Valle. È una Ciclovia animata dal basso, che coinvolge pubblico e privato attraverso numerose attività di animazione territoriale e la predisposizione di un sistema di viabilità sovraregionale lungo il corso dell'Ofanto. L’itinerario principale e le relative piste promiscue sono disegnati non solo per connettere luoghi, ma per raccontare le storie della Valle, la cui valenza esperienziale può essere un mezzo potente per la costruzione di senso di identità e appartenenza. Un bell'esempio di come poter utilizzare correttamente la viabilità esistente a bassa percorrenza di traffico per sviluppare una rete ciclopedonale che favorisca la riscoperta e valorizzazione del territorio.

“La valorizzazione della Ciclovia dell’Ofanto - dichiara l’Assessore al Turismo della Regione Puglia, Gianfranco Lopane - rientra nelle politiche regionali orientate al turismo sostenibile e agli obiettivi di destagionalizzazione, diversificazione e internazionalizzazione dell’offerta turistica. Da qualche anno la Regione Puglia sta lavorando alle infrastrutture e alle attività di promozione del sistema dei percorsi di mobilità lenta, in linea con le politiche nazionali ed europee incentrate sulla sostenibilità. La menzione speciale di Legambiente - conclude l’Assessore - ci rende orgogliosi perché certifica il nostro impegno nella direzione di una Puglia ecologica e bike friendly e ci spinge ad investire ulteriormente nel cicloturismo, nei cammini e negli itinerari all’aria aperta”.

I vincitori delle edizioni precedenti
Nelle passate edizioni sono state premiate con il primo posto dell’Oscar Italiano del Cicloturismo: nel 2015, l’Umbria con la ciclovia “Assisi-Spoleto-Norcia”; nel 2016, il Friuli Venezia Giulia con “L’Alpe Adria”; nel 2017, Il Veneto con “La Ciclovia dell’Amicizia”; nel 2018 la Lombardia con “La Ciclovia del Fiume Oglio”; nel 2020, l’Abruzzo che ha vinto con “Bike to Coast”; nel 2021 un inedito ex aequo ha visto salire sul gradino più alto del podio la “Green Road dell’Acqua” della Provincia Autonoma di Trento e la “Ciclovia dei Parchi”, in Calabria.

Il 4 giugno, a Matera anche il Ministro del Turismo Massimo Garavaglia per partecipare all’Oscar italiano del Cicloturismo 2022.



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