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Comunicato Stampa

Jackie, il testo teatrale del 2002 di Elfriede Jelinek a Riccione, stagione teatrale 2022/23

Con Romina Mondello, per la regia di Emilio Russo.

FotoJackie, il testo teatrale del 2002 di Elfriede Jelinek (pubblicato in Italia da La nave di Teseo, 2017, traduzione di Luigi Reitani), Premio Nobel per la Letteratura nel 2004 tradotto per il teatro con la regia di Emilio Russo (produzione Tieffe Teatro Milano con CMC SOC COOP Prima Milanese), protagonista Romina Mondello nel ruolo di Jacqueline Lee Kennedy Onassis, a Riccione per la stagione teatrale 2022/23.

Il testo della Jelinek è un monologo, senza indicazioni di scena ma caratterizato da un complesso,  immenso fiume di parole pronunciate dalla protagonista, tutte cariche di simbologia, di immagini rivisitate alla fine della vita e dopo.

La regia di Emilio Russo, in questo non facile impegno, ha sicuramente tenuto in considerazione quanto, nelle indicazioni di scena introduttive al testo, scrive la Jelinek:

"Immagino che [Jackie] si trascini dietro tutti i suoi cari estinti: i figli […], Jack, Bobby, Telis, messi insieme fanno proprio un bel fardello, non è vero? Dunque, come posso dire, quei morti se li deve trascinare dietro come in un tiro alla fune. O come un barcaiolo del Volga la sua barca. Non posso risparmiarvelo"....

E ancora:

"Quei cari estinti l’attrice se li porterà dietro […] a fatica, perciò avrà il fiato sempre più corto, ansimerà fino a dove interrompere improvvisamente il monologo, stremata. A seconda della forma e della condizione accadrà un giorno prima e un altro dopo. E così il monologo sarà bello e finito".

Ecco allora Romina Mondello, tesa, interamente coinvolta e partecipe, con una scenografia fredda ed essenziale che fa intendere subito come Jacqueline sia già morta e, per questo, finalmente libera di essere se stessa e di parlare, con sè e con i fantocci (stesi per terra o seduti), memoria mentale, ma non solo, dei personaggi conosciuti in una vita di tormenti,  repressioni/autorepressioni.  

La Mondello vive con grande, intensa passione gli 11 capitoli in cui la regia ha voluto "condensare" il complesso testo della scrittrice austriaca, dal "Potere" fino alla catarsi finale dell'"Essere".

 Il "Potere", una esistenza fatta di obblighi e apparenza, al punto da doversi sentire costretta persino a sorridere, il "Dolore", l'ossessione per la figura di Marylin Monroe (“quella Marylin…” ) che ha distrutto  i sogni di una donna già fragile e turbata psicologicamente.

"Il Sangue" su quell'abito rosa della Storia, e Jackie che, nella sua lunga confessione con se stessa, rivive la disperazione di quel momento.

 E, infine, l'"Essere", il luogo dello spirito là dove tutto sembra avere un senso di giustizia divina, di autoliberaione dai ricordi e dai fantocci della memoria, la strada per farsi accompagnare là dove, finalmente, Jackie è libera.

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