ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

L'Angola cerca la continuità della sua crescita petrolifera e l'affrancamento dalla Cina

In Angola è cominciato il secondo mandato presidenziale di João Lourenço, all'insegna del proseguimento dei progetti energetici già intrapresi e della ricerca di un modo per rendersi indipendente economicamente da Pechino.

Vatican NewsIl presidente dell’Angola João Lourenço è stato confermato per un secondo mandato nelle elezioni di fine agosto e ora sta proseguendo nel programma che già aveva attuato nei precedenti cinque anni. Il punto saliente è il miglioramento delle condizioni economiche del Paese e quindi degli angolani, in particolare dei giovani che soffrono di un alto tasso di disoccupazione. Durante il primo mandato Lourenço era riuscito a ottenere grandi successi nella lotta alla corruzione, ma in quello dell’economia molti cittadini non sono rimasti soddisfatti e hanno votato per il concorrente del partito avversario: così, il partito di governo ha vinto con un margine ristretto.

Il settore dell’energia è quello che più di tutti può dare una spinta decisiva all’economia dell’Angola. La riconferma di Lourenço, che permette la continuità delle riforme e dei progetti avviati, è stata accolta favorevolmente dell’African Energy Chamber (AEC). Nel 2022 l’Angola è arrivata ai primissimi posti della classifica dei produttori di petrolio africani, dunque continuando nella sua azione Lourenço potrebbe davvero cambiare il volto del suo Paese. Il comitato interministeriale da lui creato sta cercando non solo di attirare nuovi investimenti stranieri, ma anche di incentivare la partecipazione delle compagnie angolane all’indotto derivante dall’oil&gas. Anche l’ENI sta puntando molto sull’Angola.

Su queste radiose prospettive, tuttavia, pesa l’omba del debito verso la Cina. Durante la lunga presidenza del predecessore di Lourenço, José Eduardo dos Santos, al potere per 38 anni, Pechino aveva investito molto nel Paese, vincolandolo però con debiti e vendite energetiche a senso unico. Purtroppo la Cina è stata il solo Paese al mondo a dare molto all’Angola e a portarle affari e mezzi finanziari, mentre l’Occidente evitava di investire perché la riteneva troppo rischiosa. Ancora adesso la Cina è l’acquirente numero uno per il petrolio angolano, ma Luanda vuole affrancarsi da questa situazione e dai debiti che la legano a Pechino. L’indipendenza economica dalla Cina costituisce un percorso tortuoso e pieno di insidie, perché Pechino non vuole mollare la presa sui Paesi africani.



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