ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

L'Arcivescovo Santo Marcianò celebra la messa nel carcere di Rossano

23/12/12

Il Vescovo di Rossano-Cariati ha fortemente voluto portare la Luce della nascita di Cristo nel carcere di Rossano con una celebrazione Eucaristica per i detenuti.

Nella mattinata del 22 dicembre S.E. Santo Marcianò ha celebrato la Santa Messa nel penitenziario di Rossano. Alla celebrazione eucaristica hanno partecipato circa 250 detenuti dei due circuiti di Alta Sicurezza e Media Sicurezza senza separazioni. Si è trattato di un evento eccezionale in quanto, per la prima volta in assoluto, è stato consentito, dal Direttore Carrà e dal Comandante Ciambriello, dopo avere ottenuto le necessarie autorizzazioni, di potere celebrare la Messa contemporaneamente ai ristretti appartenenti ai due circuiti detentivi differenziati.
Nella circostanza, l’Arcivescovo, proprio per tale motivo, ha innanzitutto ringraziato il Direttore e il Comandante, unitamente alla Polizia Penitenziaria, che con la loro sensibilità e non pochi sacrifici hanno consentito di svolgere la celebrazione dell’Eucaristia per tutti i detenuti che ne avessero fatto richiesta. Nell’omelia ha fatto percepire tangibilmente come, con la Parola, è possibile ristabilire vincoli di fratellanza e di condivisione con soggetti appartenenti a culture e credo religioso diverso da quello Cristiano Cattolico e anche ottenere il perdono divino a seguito di un percorso di vita criminale purchè ci sia una autentica conversione, un vero pentimento, in quanto – Dio Padre – concederà il perdono ad ogni suo figlio che sarà sinceramente pentito di ciò che di male ha commesso.
Sua Eccellenza il Vescovo, nel sottolineare la sua vicinanza alla popolazione detenuta, ha evidenziato come queste festività siano giornate in cui è ancora più palpabile l’amore di Dio verso gli uomini che sono i suoi figli per i quali si è fatto morire in croce. A questo proposito ha portato ad esempio una frase di Gesù rivolta a Santa Caterina «Io non ti ho amata per scherzo» per fare capire come il mondo è stato redento con la Sua morte. Se Cristo non avesse voluto morire, poteva farlo. Invece egli non ritenne di dover fuggire la morte quasi fosse una debolezza, né ci avrebbe salvati meglio che con la morte e pertanto la sua morte è la vita di tutti. Un altro passaggio del discorso del Vescovo Marcianò ha riguardato la società in cui viviamo per la quale, riallacciandosi al discorso del Papa, “Dio dà fastidio” in quanto l’uomo post moderno ritiene di poterne fare a meno perchè ormai si sente quasi uguale a Dio. Ha criticato la spinta individualistica e razionalistica che pervade i vari ambiti della società tesa alla conquista del “ nuovo”, in favore di spinte oltranzistiche e minoritarie, calpestando la libertà e quindi i valori – anche naturali - degli altri quali ad es. le proposte di legge per abolire i termini “ mamma “ e “papà” presentate in alcuni paesi per favorire i matrimoni omosessuali.
Ha sottolineato ancora come in questa società il carcere disturbi perché “ la sofferenza disturba” e il penitenziario è un luogo di sofferenza; ma, proprio in quanto tale, la Chiesa non può trascurarlo e anzi, proprio in applicazione dei principi cristiani e del vangelo, deve essere presente con tutti i suoi prelati in misura maggiore che in altri posti.
Dichiarazione del Direttore Carrà
Sento di dover ringraziare quanti, volontariato, associazioni, componenti sociali ed imprenditoriali oltre a quelli Istituzionali si prodigano insieme agli operatori penitenziari affinché si possa costruire una vita alternativa a quanti hanno conosciuto solo quella delinquenziale.
Una presenza, quella della Chiesa, più che mai fondamentale perché in carcere, oggi, c’è soprattutto bisogno di quella speranza che solo il Cristo può dare e che nel Natale si rinnova con forza. Ecco allora che il carcere da spazio di abbruttimento, può diventare luogo di incontro con Gesù e quindi occasione di cambiamento e umanizzazione, tempo di conversione al Vangelo e opportunità per scoprirsi amati e sostenuti, per sentire che Dio è Padre e non è colui che punisce, ma colui che salva; non colui che castiga, ma colui che perdona.

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