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L'elettrosmosi in edilizia

L'elettrosmosi in edilizia viene utilizzata per risolvere definitivamente problemi relativi ad umidità di risalita e per cedimenti strutturali.

Cenni storici
Questo particolare fenomeno legato al mondo della fisica, fu scoperto nel 1809 per merito di Ferdinand Friedrich Reuss. Successivamente G.Quincke scoprì nel 1859 il fenomeno inverso detto “potenziale di flusso” per poi darne una spiegazione razionale ed unitaria nel 1861.
Negli anni a seguire sono stati molti gli studiosi ad approfondire gli sviluppi e le applicazioni del principio elettrosmotico e nel 2007 è stato brevettato il “Procedimento per idratare un terreno coesivo mediante elettrosmosi per impedire la riduzione volumetrica per disidratazione” e sempre nel 2007 è stato brevettato l’ “Apparato e Procedimento per deumidificare un edificio“, in grado di eliminare l’acqua in eccesso presente nelle murature e ristabilire il giusto tasso di umidità eliminando tutti i problemi che ne derivano.

Come funziona
L’elettrosmosi è un principio fisico naturale che consiste nel movimento di un liquido in un materiale poroso grazie alla presenza di un campo elettrico, generato da una differenza di potenziale.
Con questo principio è possibile far migrare l’acqua in una direzione diversa da quella naturale. Invertendo la polarità si riesce a dirigere l’acqua verso il basso ed evitare che i muri la trattengono.

Le soluzioni nell’edilizia
Nel campo edile tramite l’elettrosmosi è possibile eliminare l’umidità presente nei muri e nei pavimenti, causata dalla risalita capillare e per arrestare le crepe causate dal cedimento delle fondazioni. In caso di umidità di risalita il professionista verifica la causa dell’umidità nei muri e solo dopo un accurato e attento esame del problema, constatando che i muri bagnati dipendono dall’umidità di risalita, verrà installato l’impianto, personalizzato caso per caso in base alla quantità di umidità e quindi l’entità del danno, il tipo di materiale usato per la realizzazione dell’edificio e la grandezza dell’edificio.
Una volta terminati i lavori, gli unici elementi a vista saranno la centralina e i cavi finali di collegamento.

Rispetto ad altri metodi, l’elettrosmosi presenta un’invasività limitata e contenuta e soprattutto garantisce la soluzione definitiva del problema.
In caso di danni strutturali occorre invece ricorrere al consolidamento del terreno sottostante l’edificio, un lavoro più complesso, come è facile immaginare, in quanto si tratta di intervenire su un edificio con problemi di stabilità più o meno gravi.



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