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Comunicato Stampa

L'eminente contributo del giurista Pablo Banchio al Secondo Congresso Mondiale di Studi Urbani: Disastri, Crisi Climatiche, Migrazioni e Sicurezza

Nel contesto del II Congresso Mondiale Internazionale di Studi Urbani a Istanbul, Pablo Banchio, giurista e Posdottore in Diritto dell'Università di Reggio Calabria, ha presentato un contributo di rilievo. Ha focalizzato l'attenzione sulla necessità di riconoscere una nuova categoria di rifugiati, i "rifugiati ambientali", evidenziando le sfide nel definire questa categoria a livello internazionale. La proposta audace di Banchio include la creazione di un sistema di diritti specifici per i rifugiati ambientali, sfidando le basi stesse del diritto internazionale. Ha anche introdotto il concetto innovativo del "diritto umano a non emigrare", mirando a sviluppare un quadro giuridico che protegga dalla migrazione forzata, promuovendo uno sviluppo sostenibile.

Centro StudiNel cuore dell'incantevole Istanbul, il II Congresso Mondiale Internazionale di Studi Urbani ha affrontato questioni cruciali legate a disastri, crisi climatiche, migrazione e sicurezza. L'Università Topkapı ha ospitato questo evento di portata globale che ha attirato giuristi di spicco da ogni angolo del mondo, creando un palcoscenico unico per il dialogo e la riflessione.

Il 1 dicembre, la platea ha assistito a una presentazione straordinaria da parte del notevole giurista Pablo Banchio, Posdottore in Nuove Tenologie e Diritto presso l'Università degli Studi di Reggio Calabria. Il Dott. Banchio, con la sua vasta esperienza nel campo giuridico, insieme all'illustre giurista brasiliana Solange Pisolato di Unimar (Brasile), ha portato alla luce una questione di estrema rilevanza: la necessità di riconoscere una nuova categoria di rifugiati, i "rifugiati ambientali".

Banchio ha brillantemente delineato l'importanza di tale riconoscimento e ha analizzato le sfide di ottenere un consenso internazionale sulla definizione precisa di "rifugiati ambientali". Il suo contributo ha sollevato interrogativi cruciali sulle dinamiche del diritto internazionale in relazione a una categoria emergente di rifugiati che si trova ad affrontare le conseguenze dirette dei disastri ambientali e dei cambiamenti climatici.

Il giurista ha avanzato una proposta audace e innovativa: la creazione di un sistema di diritti specifici, formalmente riconoscendo uno status giuridico per coloro che si trovano nella condizione di rifugiati ambientali. Questo richiederebbe un dialogo approfondito tra le sfide umane e ambientali, sfidando le fondamenta stesse del diritto internazionale.

Nella sua presentazione, Banchio ha proposto una formulazione teorica avvincente: il "diritto umano a non emigrare". Questo concetto ambizioso mira a sviluppare un quadro giuridico che promuova uno sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale, garantendo condizioni di vita dignitose e prevenendo l'esodo forzato degli abitanti.

Il riconoscimento del "diritto umano a non emigrare" è stato enfatizzato dalla Priministra italiana Giorgia Meloni durante la Conferenza Internazionale su Sviluppo e Migrazione a Roma il 23 luglio 2023. Meloni ha sottolineato la necessità di dedicare attenzione al diritto di non essere costretti a migrare in un momento in cui il focus globale è spesso posto sul diritto di migrare.

Banchio ha sollevato la questione cruciale che la condizione dei rifugiati ambientali richiede un impegno profondo e globale. È essenziale costruire un sistema di protezione specifico per questa categoria emergente di rifugiati, riconoscendo formalmente lo status legale delle persone coinvolte. Questa responsabilità spetta agli accademici, alla società civile e alla comunità internazionale, con le Nazioni Unite che devono svolgere un ruolo centrale in questo processo.

In conclusione, il contributo di Pablo Banchio a questo congresso è stato un faro di illuminazione, affrontando questioni cruciali che plasmeranno il futuro del diritto internazionale e della protezione dei rifugiati ambientali. La sua voce autorevole e il suo impegno per la giustizia sociale sono un faro di speranza mentre si lavora verso un mondo in cui il diritto di non migrare è altrettanto rispettato quanto il diritto di migrare.

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