L’incredibile storia della scienza ottica, dai cristalli per accendere il fuoco fino agli attuali occhiali graduati
Un viaggio che ha dell’incredibile, dall’Antica Grecia con i primi studi sull’ottica di Aristotele e di Euclide fino all’epoca moderna, con gli occhiali più sofisticati e le più recenti tecnologie.
Vorrei iniziare questa serie di articoli dedicati all’Ottica Guarnieri di Prato, con la storia dell’ottica, una storia che pochi conoscono ma come per tutte le scoperte dell’uomo, si tratta di una storia appassionante.
Iniziamo proprio dai primordi, dall’antica civiltà greca, attraverso grandi nomi della cultura ellenistica.
I greci Aristotele, Platone ed Euclide sono stati tra i primi studiosi a formulare teorie sull’ottica e sulla trasmissione della luce. Euclide rimane indubbiamente lo studioso greco di ottica più rappresentativo in assoluto. Nei due secoli a loro precedenti ( IV e V secolo avanti Cristo ) altri autori si erano molto interessati ai problemi della visione e trasmissione della luce. Essi in genere condividevano l’ipotesi dell’emissione di raggi da parte dell’occhio.
Occorre ricordare che le lenti convergenti erano comunque note fin dall’antichità, tanto che in alcuni scritti greci dell’antichità si fa riferimento a pietre belle e trasparenti con cui si accende il fuoco, e alla citazione delle quali l’interlocutore risponde: “Vuoi dire il cristallo?”
Per la nostra attuale civiltà e scienza, sono stati molto importanti ed interessanti anche i contributi di due scienziati mesopotamici, studiosi di ottica e filosofia, che sono divenuti noti in Occidente con i nomi volgarizzati di Alkindi e Alhazen.
L’ Europa ha ereditato dalla civiltà greca un insieme di opere, rappresentata solo da una parte residua degli scritti di Euclide di Alessandria, spesso sotto forma di traduzioni in latino di versioni originali in arabo, oppure ancora come traduzioni di originali greci. Sino al decimo secolo il centro della cultura araba fu indubbiamente Baghdad, fondata sul fiume Tigri nel 762, ed è proprio qui che prosegue il lento sviluppo della scienza ottica.
L’invenzione delle lenti non è strettamente legata a quella degli occhiali o, addirittura a quella di strumenti ottici. A causa del continuo disinteresse degli studiosi per questa scienza, è difficile poter stabilire delle date precise per le invenzioni e scoperte relative all’ottica.
Comunque si può facilmente risalire a personaggi che sono pietre miliari nello sviluppo dell’ottica, e tra quisti occorre ricordare Roberto Grossatesta (1175-1253), vescovo di Lincoln e cancelliere dell’Università di Oxford, che proprio in questa università ha dato inizio ad un movimento che si potrebbe definire scientifico; egli fu forse la prima persona ad interessarsi del potere di ingrandimento e di riduzione degli oggetti ad opera di lenti convesse. Greathead ebbe tra i suoi seguaci il francescano Ruggero Bacone (Roger Bacon), definito Doctor mirabilis, e critico delle opere a carattere scientifico di Aristotele, oltre che estimatore di Alhazen.
Bacone studiò il fenomeno della riflessione e della rifrazione della luce, inoltre fu probabilmente il primo a descrivere il principio di funzionamento delle lenti come strumenti per ingrandire, e per correggere la presbiopia. Siamo intorno alla prima metà del tredicesimo secolo. Egli fu uno dei pochi uomini di cultura medioevali ad affermare che le dimostrazioni teoriche aumentano la conoscenza solamente se sono confortate dai risultati di esperienze. Purtroppo gli elementi antiaristotelici contenuti nei suoi Opus majus, minor e tertium, oltre che ad alcune tesi relative all’astrologia, furono condannate in blocco come eretiche dal “Padre” dei Francescani, Gerolamo di Ascoli, il quale nel 1277 lo fece imprigionare a vita.
La continuazione della storia al prossimo articolo.
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