SOCIETA
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L'individuo, il singolo, l'uomo ed il io

Saggio breve o articolo di giornale sulla globalizzazione e la condizione dell'uomo.

Il tema dell' individuo è stato molto discusso, specialmente in campo filosofico, poiché l'uomo è sempre stato al centro delle attenzioni.
Talete parlava dell' uomo che senza natura era una goccia d' acqua persa in un oceano; Kant diceva che l' uomo è colui che fa muovere il mulino paragonandolo ad un soffio di vento; Fichte credeva che l' uomo doveva imporsi contro la società e fare emergere il proprio "io"; Schopenhauer rifletteva sulla teoria delle idee di Platone, era contro il concetto tanto amato da Hegel, ovvero l'idealismo, e lasciava che l'uomo si potesse innamorare dell' arte; Kierkegaard cercava di ritornare a pensare all' uomo come singolo individuo con il problema dell' angoscia e della disperazione verso l'umanità.
Il concetto di evoluzione e di crescita è sempre esistito e non si può fermare, quindi la globalizzazione ne è una tappa ( e ne fa parte). L'uomo, di conseguenza, cerca di seguire gli effetti per arrivare ad una propria conclusione, come per i concetti filosofici.
Il problema che può essere considerato uno dei più gravi è che l'uomo viene inglobato in un mondo che non gli appartiene, quindi si sente alienato. Questo porta ad una sensazione di non partecipazione alla vita sociale.
Ogni uomo è differente e quindi il concetto di globalizzazione è diverso per tutti e il benessere dello stare vicini ed insieme è in contrasto.
Il mondo è bello perché è vario e si deve accettare il cambiamento e non andare verso l' uniformizzazione, poiché non valorizza la semplicità della discordanza.
La globalizzazione parte dall'annullamento della negatività, all'addizione della positività fino ad arrivare alla pluralità nei settori economico e tecnico. Per la cultura questo concetto non può essere applicato, poiché la massa cambia rapidamente ed è sempre in trasformazione sotto forma di vari gruppi.
Tramite i "media" abbiamo una comunicazione che purtroppo non viene utilizzata come uno scambio d' idee tratte dalle informazioni, ma è solamente una constatazione di quello che succede dall' altra parte del mondo. Questo ci porta ad una incomunicabilità tra i vari Stati e gruppi sociali. L'informazione, infatti, prevale sul pensiero e quindi l' uomo non solo si sente alienato, deve seguire le mode e le tendenze, per non farsi escludere dalla comunità, ma soprattutto il suo pensiero non è più libero (poiché condizionato dall' ambiente).
Come si può muovere l'individuo nella società globale ed essere compatibile?
Credo che uno dei modi migliori è muoversi in due direzioni.
La prima, che può essere chiamata verticale, segue la massa e va nella stessa direzione degli altri uomini e cerca di mantenere l' omogeneità.
La seconda, che può essere chiamata trasversale, segue il proprio pensiero, cercando di valutare non in modo superficiale, ma in profondità.

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