SALUTE e MEDICINA
Articolo

L’ invio dei certificati di malattia online e il sistema informatico italiano

10/02/11

Ho avuto modo di seguire da vicino i recenti disagi incontrati dai medici di base nel mettere in pratica le ultime drettive governative in merito all’invio telematico dei certificati di malattia. Nel seguire alcuni clienti ho potuto constatare di persona il caos che è scaturito dalla messa in opera di questo nuovo protocollo...

Ho avuto modo di seguire da vicino i recenti disagi incontrati dai medici di base nel mettere in pratica le ultime drettive governative in merito all’invio telematico dei certificati di malattia.
Nel seguire alcuni clienti ho potuto constatare di persona il caos che è scaturito dalla messa in opera di questo nuovo protocollo.
Da precisare che per i medici i quali per diversi motivi proseguissero la stesura e l’invio dei certificati utilizzando le modalità precedenti sono tuttora previste sanzioni severe, che giungono finanche al licenziamento. Bisognerebbe però vedere se il sistema Italia è informaticamente pronto a gestire questo passo deciso verso la digitalizzazione amministrativa.
Direi di no.
Innanzitutto partiamo da una situazione di pregressa inadeguatezza strutturale. La banda larga italiana è vittima di problemi atavici enormi. In Italia usiamo ancora i doppini Telecom degli anni 70 (chi usa l’adsl Fastweb lo sa) che a malapena consentono una connessione decente, figuriamoci cosa succede se chiediamo alla nostra rete di gestire un traffico di dati enorme come può essere quello della sanità italiana.
Infatti i problemi ci sono stati, non solo informatici, ma anche burocratici e amministrativi. Se da un lato all’invio del certificato di malattia il server rispondeva “Bad Request” o “sito sovraccarico”, dall’altro non tutti i medici hanno ricevuto i dati di accesso, o non tutti i software sono stati immediatamente compatibili col nuovo sistema.
Ho potuto sperimentare personalmente il Mille ACN della Millennium, che, utile a quei medici già utilizzatori del Millewin, ha sofferto qualche disservizio prima di essere in grado di inviare i certificati di malattia (circostanza ammessa dagli stessi operatori del suo Call Center).
Per ciò che riguarda il sito della SOGEI (società di Information and Communication Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze) sistemats.it ho dovuto recarmi presso la Asl di competenza del medico mio cliente per poter ottenere nuove credenziali di accesso (le prime non funzionavano). Aneddoto: un giovane di 19-20 anni ha esaminato insieme a me le problematiche, Pensavo fosse un informatico incaricato dalla Asl o dal Ministero. Invece alla fine mi ha confidato: “Lei ne capisce certamente più di me, io il pc lo uso solo a casa per guardare i film… Sto facendo il Servizio Civile e mi hanno messo qui a cercare di aiutare chi ha difficoltà”.
Comunque il sistema funziona più o meno in questo modo: il medico compila un form (su sistemats.it o su un software predisposto collegato al portale) contenente i dati del paziente. Il sistema registra immediatamente il certificato e restituisce dopo pochi secondi il numero di protocollo assegnato allo stesso. Il medico può salvare sul proprio pc il pdf del certificato e stamparne copia per il paziente.
Tutto bellissimo.
I medici di base sono stati però costretti a insorgere di fronte ai frequenti down del sistema, anche alla luce delle sanzioni che a questo punto sarebbero state comminate ingiustamente. Il fatto stesso che il ministero sia stato costretto a istituire un numero verde per l’invio anche telefonico dei certificati di malattia dimostra che i problemi sono ancora molteplici: la già citata inadeguatezza della banda larga (in alcuni territori peraltro ancora assente), la difficoltà in alcune ore del giorno (le cosiddette “ore di punta”) di trasmissione dei dati, la possibile non disponibilità di un pc da parte del medico, il fatto che il sistema funziona tuttora a macchia di leopardo, collegamenti internet bloccati, mancato riconoscimento delle credenziali. dati del paziente che non trovano riscontro con quelli in possesso dell’Inps.
Tralascio la difficoltà logistica che può avere il medico nel dover stilare un certificato presso il domicilio del paziente.
Il tutto alla fine comporterebbe (e ha comportato in questi primi giorni) disagi innanzitutto per i pazienti, che in molti casi sono rimasti in fila, in attesa che il medico cercasse di risolvere con l’aiuto di un numero verde spesso irraggiungibile tutti questi problemi.
Vedremo come si svilupperà la vicenda. Per ciò che mi riguarda sono comunque riuscito (disservizi permettendo) a consentire ai miei clienti medici di poter inviare i certificati online… è stata dura, ho dovuto studiarmi tutto il sistema, ma alla fine ce l’ho fatta :-D
Da questa esperienza traggo un pensiero: bisognerebbe cominciare ad adattare alla nostra epoca il pensiero di Cavour, volgendolo magari al contrario: prima di informatizzare gli italiani, è necessario informatizzare l’Italia.



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