GASTRONOMIA
Articolo

L'udito e il convivio

18/09/07

L'importanza dell'ascoltare l'amore.

Cosa hanno in comune un coro di tifosi, la suoneria del cellulare, il vento che gonfia le vele, un brano di Mozart? Sono suoni o rumori, possono essere piacevoli o fastidiosi, ma vengono percepiti da un unico organo: l'orecchio.
È l’udito che rende immortali emozioni e accadimenti della nostra vita. Lo sciabordio delle onde del mare ci riporta alle vacanze dell’adolescenza, quando abbiamo assaggiamo i primi baci. Le note di certe musiche ascoltate in momenti per noi speciali, diventano la colonna sonora dei nostri ricordi.
Il senso dell’udito ha nella voce umana la sua maggiore fonte di suggestione erotica. Se nella letteratura le sirene attraggono irresistibilmente i marinai con la malia del canto, durante un convivio i suoni emessi dagli innamorati si trasformano in sussurri, cinguettii, sospiri, gridolini, implorazioni.
Pur se l’udito è il senso meno importante per giudicare un alimento, nella civiltà della tavola il successo di un incontro galante dipende dalla conversazione. I toni e le parole giuste riescono ad aumentare ritmo cardiaco ed eccitazione, mentre i rumori soffusi dell’atmosfera predispongono all'intimità e al benessere.
La tradizione d'accompagnare i banchetti con la musica è stata in ogni epoca segno di raffinatezza e gusto.
Già presso gli Egizi c’era l’uso di far eseguire delle melodie sia come sottofondo che intervallo tra i servizi. Nei conviti ufficiali o solenni, come i pranzi di nozze, la presenza anche dei cantori era quasi d’obbligo.



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