SPETTACOLO
Comunicato Stampa

La Compagnia Molière guidata da Emilio Solfrizzi porta a Pesaro Il malato Immaginario di Moliére

Fino a domenica 8 Maggio 2022, allo Sperimentale

FotoAl Teatro Sperimentale di Pesaro

Compagnia Molière
EMILIO SOLFRIZZI "IL MALATO IMMAGINARIO" di Molière


con
LISA GALANTINI, ANTONELLA PICCOLO, SERGIO BASILE, VIVIANA ALTIERI   CRISTIANO DESSì, PIETRO CASELLA   CECILIA D’AMICO e conROSARIO COPPOLINO


Costumi  Santuzza Calì
scenografie Fabiana Di Marco
musiche Massimiliano Pace

adattamento e regia GUGLIELMO FERRO

Produzione La Contrada, Teatro Stabile di Trieste.

"Il malato immaginario" rappresentato per la prima volta a Parigi, Palai-Royal nel 1673, dalla "Troupe du Roy", con le musiche di Marc-Antoine Charpentier, e coreografie di Pierre Beauchamp,  sotto forma di opera-ballett, in tre atti . Intesa dal suo autore come una farsa, è inframmezzata da intermezzi musicali e balletti giustapposti alla commedia, inseriti all'unico scopo di compiacere i gusti di Luigi XIV, lasciando però intatta la struttura dell'opera.

La Compagnia Molière guidata da Emilio Solfrizzi la porta in scena, fino a domenica 8 Maggio 2022, allo sperimentale di Pesaro Il malato Immaginario di Moliére


Guglielmo Ferro, regista e, eccezionalmete, qui a Pesaro anche attore (Il dottor Purgone) rispetta le scelte di Molière in tema di realisnmo, accentuandone il carattere realistico

"lo stesso protagonista, che si presenta come un classico personaggio farsesco, pronuncia a tratti affermazioni lucide e ragionevoli, mostrando un cinismo e una disillusione che tradiscono le amare riflessioni dello stesso autore, il quale approfitta delle occasioni comiche offerte dalla trama per introdurre in modo inaspettato un'aspra denuncia della società del suo tempo".

 Se è vero che la commedia fu scritta al termine  della vita, nota tuttvia sempre il regista: 

" la tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio, ma Molière lo scrive per se stesso quindi per un uomo sui 50 anni, proprio per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato. Il rifiuto della propria esistenza"

"La comicità di cui è intriso il capolavoro di Molière viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili crea situazioni esilaranti.
Una comicità che si avvicina al teatro dell’assurdo. Molière, come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel ‘900 vedranno la luce.
Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui" (Guglielmo Ferro)




Un compagnia molto affiatata, con un Softizzi perfetto nella parte, tutto talmente  Moliére da permettersi anche, a fine commedia, l'utoironia dell'autore,visto finalmente  non proprio un pazzo (l'" imaginaire" nel siognificato francese) ma come un originale soggetto, un critico dei costumi e dell'epoca..

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