ARTE E CULTURA
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La comunità inglese a Firenze e il cimitero che si nasconde dietro lo splendido quadro di Boecklin

02/03/11

Il cimitero degli inglesi di Firenze, ultima residenza della poetessa Barret Browning e fonte d'ispirazione per un capolavoro del Simbolismo europeo.

Firenze fu meta di viaggio di molti inglesi, anzi si può dire che furono proprio gli inglesi a eleggere Firenze capitale artistica del mondo.
Nella seconda metà del XIX secolo, un terzo dei cittadini di Firenze era costituito da stranieri e la maggior parte era di provenienza anglosassone, di questa numerosa colonia fecero parte anche Robert Browning e sua moglie Elizabeth Barret Browning, la famosisima poetessa che scrisse I Sonetti dal portoghese, sepolta a Firenze nel cimitero acattolico detto appunto “degli inglesi”.
Nel 1827 la Chiesa Evangelica Riformata Svizzera acquistò un terreno fuori dalle mura trecentesche di Firenze per realizzare un cimitero internazionale, prima di allora i non cattolici e i non ebrei potevano essere sepolti soltanto nella vicina Livorno.
Il cimitero degli inglesi di Firenze accoglie 1409 tombe di letterati, artisti ed altre personalità celebri di ben sedici nazioni diverse, tra cui anche gli ultimi discendenti di William Shakespeare.
Il cimitero fu chiuso nel 1877 a causa delle leggi che vietavano la sepoltura all'interno della città e fu successivamente restaurato nel 1946.
Quello che non tutti sanno è che fu proprio questo bellissimo cimitero ad ispirare il pittore svizzero Arnold Boecklin quando realizzò la sua opera più famosa: l'Isola dei morti.
Tra il 1880 e il 1886 l'artista dipinse ben cinque versioni di questo quadro (le prime tre proprio a Firenze) che divenne molto popolare all'inizio del XX secolo e affascinò personaggi come Freud, Lenin, Salvador Dalí e Gabriele D'Annunzio.



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