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La democrazia difficile

23/01/08

L'economia mondiale, la recessione e la situazione italiana. La fiducia al Governo Prodi.

LA DEMOCRAZIA DIFFICILE

di: Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco

In queste ore il Governo Prodi ha richiesto alle Camere la fiducia, in virtù dell’uscita dell’Udeur dalla maggioranza in seguito agli arresti che hanno coinvolto molti esponenti di quel partito, compresa la Presidente del Consiglio Regionale, la moglie del Ministro Mastella, Sandra Lonardo.
Un terremoto politico e giudiziario che ha portato alle dimissioni il Ministro della Giustizia ed al ritiro dell’appoggio al Governo.
Il Governo Prodi non ha avuto vita facile, sin dall’inizio del suo mandato, perché la pessima legge elettorale elaborata dal ministro leghista Calderoli, non prevedeva al Senato la possibilità, prevista alla Camera dei Deputati di ottenere una maggioranza certa per la coalizione vincente.
Questo si è puntualmente verificato,e la coalizione guidata da Prodi, pur vincendo le elezioni, non ha potuto godere della stessa larga maggioranza che aveva avuto Berlusconi nel suo precedente Governo.
Se si fosse votato come nel 2001, Prodi avrebbe goduto di una maggioranza certa e numericamente sufficiente a governare per tutta la legislatura, mentre, con la riforma elettorale votata a maggioranza, solo dalla Casa delle Libertà, tre mesi prima della scadenza elettorale, si è fatto in modo da regalare al paese un anno e mezzo di instabilità politica e di difficoltà enormi per il Governo Prodi.
Se a questo aggiungiamo che Berlusconi non ha mai riconosciuto la sconfitta, ha sempre parlato di brogli elettorali e di Governo illegittimo, alimentando una continua tensione tra i due diversi schieramenti fino a rompere con i suoi stessi alleati , fino a ricercare tutte le strade possibili per acquisire qualche senatore per arrivare all’obiettivo di far cadere il Governo Prodi.
Il gruppo di Dini, i senatori Bordon e Manzione usciti dal progetto PD e quelli della estrema sinistra Rossi e Turigliatto, hanno fatto tutto ed il contrario di tutto per mettere in difficoltà il Governo, ed ora finalmente l’attacco di Mastella sembra possa dare il colpo definitivo ad un governo che proprio adesso stava cominciando a dare delle risposte concrete ai bisogni dei cittadini.
La sorte di Prodi è sempre la stessa, risanare il paese, rimetterlo in carreggiata e doversene andare subito dopo, perché i poteri forti non gli consentono di distribuire in maniera più giusta la ricchezza del paese.
L’economia mondiale è in crisi, si rischia la recessione, l’unico punto fermo in questo caos resta l’area dell’euro.
L’Italia ci sta dentro con un rispetto puntuale dei parametri previsti, tanto è vero che la procedura di infrazione che il saccente Tremonti si era guadagnata, a Febbraio sarà ritirata.
Il costo del petrolio e delle materie prime è in continuo aumento, il dollaro è in crisi, la guerra in Iraq sta facendo sprofondare gli USA, in una recessione economica senza precedenti, mentre la Cina, l’’India e la Russia di Putin, continuano a crescere con un aumento del PIL attorno al 10%.
Mantenere l’Europa in una solida condizione di crescita, misurabile attorno al 2%, con la stabilità della moneta e con la crescita della qualità produttiva dentro una riorganizzazione del mercato, significa assicurare potenzialità di sviluppo certo in una nuova definizione della qualità della vita.
In questa fase il centro della discussione è se la ricchezza che si produce, debba essere distribuita con maggiore giustizia sociale o debba essere appannaggio della Finanza, dei grandi imprenditori e delle forze corporative che influenzano ed ingabbiano la società italiana.
In Italia tutti parlano di mercato, ma tutti sappiamo che non c’è, perché chi detiene posizioni dominanti non vuole lasciarle e per questo il Paese è dentro ad un pantano stretto tra una volontà apatica e richieste notevoli corporative.
Il segnale della firma del CCNL dei Metalmeccanici, l’apertura di un tavolo per consentire un taglio alle tasse sugli stipendi dei lavoratori, la diminuzione del precariato, l’aumento delle pensioni più basse ed il conseguente alleggerimento fiscale su tutte le pensioni, sono i provvedimenti del Governo, previsti in Finanziaria che devono essere applicati.
Questo significa che le tasse pagate da tutti e che tanto scandalo hanno provocato a destra, servono alla redistribuzione del reddito, servono al sostegno delle condizioni generali della maggioranza degli italiani , servono alla ripresa dei consumi e del mercato secondo regole di difesa dei consumatori e di maggior concorrenza.
Se a questa concreta azione di risanamento economico che guarda allo sviluppo, si aggiunge la proposta di legge per il superamento del conflitto di interesse, la riforma della giustizia, il cambiamento della legge elettorale e la riorganizzazione del sistema dei poteri degli ordini professionali, ci si rende conto che qualsiasi cosa deve essere fatto perché il Governo Prodi non deve andare avanti.
La difficile maggioranza al Senato, la campagna mediatica sulla antipolitica, il sistema elettorale che non consente agli italiani di scegliersi i propri rappresentanti, il protagonismo di Magistrati che continuano a sentirsi gli unici depositari di una verità rivelata,hanno costruito un clima di sfiducia e di malessere nel paese che non aiuta a superare la crisi politica e sociale in atto.
Tutto cospira al rientro trionfale dell’uomo della Provvidenza, di quel Silvio Berlusconi che dice tutto ed il contrario di tutto, che ha come unica proposta politica la diminuzione delle tasse e che è ‘alfiere di un sistema di vita tanto effimero, quanto superficiale in una cultura consumistica in cui anche la religione è un sistema per fare spettacolo ed audience.
Nel paese di Peppone e Don Camillo, tutti pensano che possa essere ricercata una possibile convivenza tra le due anime del paese, una grande coalizione come vuole Casini e Bonanni della Cisl, per rimettere al centro della politica italiana la mediazione politica,il compromesso sistematica, il tirare a campare come sistema di vita. Viceversa è necessario riaffermare l’alternanza, come architrave del sistema politico , pensare ad una società europea, ad un mondo in cui la spazzatura non sia un problema, in cui l’aria sia pulita e non si debba pagarla per respirare, in cui il lavoro sia al centro della società come valore e come riferimento, in cui la laicità sia un esercizio quotidiano e non una scommessa. Per questo è necessario evitare due cose: la sfiducia dei giovani ed il distacco dei ceti produttivi.
Questo può essere fatto solo da una forte ripresa della politica, della partecipazione dei cittadini alle scelte ed al cambiamento necessario del paese.


Napoli, 23/01/08

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