La difficile vertenza Alitalia. A che punto siamo?
Una prova complessa per il Sindacato italiano.
IL SINDACATO E LA DIFFICILE VERTENZA ALITALIA.
Di: Raffaele Pirozzi e Giuseppe Biasco.
La prossima settimana sarà decisiva per il Piano Alitalia, presentato dal Governo alle rappresentanze sindacali. Il giudizio del Sindacato sarà determinante sia per il futuro della azienda, che per il destino di molti lavoratori.
Gli esuberi dichiarati dal piano sono 3250 e sono quei lavoratori a tempo indeterminato che risultano senza un ruolo per i tagli produttivi che l’azienda dovrà attuare. E’ evidente che in questo conto non ci sono i lavoratori assunti con contratti a tempo determinato ed a progetto.
A questi lavoratori dovranno essere aggiunti quelli che risulteranno in esubero da Air One, che è entrata a far parte della nuova Società.
Il Piano del Governo sta andando avanti a tappe forzate, infatti il Tribunale di Roma a cui per competenza erano stati depositati i libri contabili; ha dichiarato l’insolvenza della Alitalia registrando un passivo di bilancio di ben un miliardo e settecento milioni di euro.
Con il definitivo insediamento del Commissario Fantozzi, la gloriosa compagnia di bandiera italiana per il trasporto aereo, ha cessato di esistere.
Sul tavolo restano una Società nuova di zecca: la Compagnia Aerea Italiana: ancora in fase di organizzazione; ed i resti della vecchia Alitalia.
Questa ultima ha ottenuto dall’Enav, l’Ente Nazionale per l’autorizzazione al volo, un permesso particolare per sei mesi, per continuare ancora a decollare.
Al tavolo del Governo sono sedute le rappresentanze di ben nove organizzazioni sindacali, a dimostrazione della frammentazione che si è prodotta tra le categorie dei lavoratori nel corso degli ultimi decenni.
La divisione tra i piloti, gli assistenti di volo ed il personale di terra nel passato ha creato non pochi problemi alla azienda e soprattutto ai viaggiatori, costretti dagli scioperi ad estenuanti attese nelle sale degli aeroporti italiani.
La storia sindacale del trasporto aereo non è tra le più significative per il movimento sindacale italiano, anzi ha sempre espresso una forte cultura di difesa delle prerogative categoriali, sino a sfiorare veri e propri atteggiamenti corporativi.
I sindacati del trasporto aereo, solo da poco sono costretti a misurarsi con i fallimenti e le difficoltà economiche delle Compagnie Aeree.
In Italia gli episodi sono stati solo due: il fallimento di Volare e di Air Europe, assorbiti proprio dalla stessa Alitalia e che non poco ruolo hanno avuto nelle difficoltà economiche della Compagnia.
Oltre ad essere in nove al tavolo della trattativa il sindacato è diviso, senza una visione unitaria del problema da affrontare e quindi senza nessuna strategia per rispondere in maniera univoca alle esigenze ed ai bisogni dei lavoratori.
Certo, c’è da rimanere perplessi mel registrare le convinte parole di apprezzamento del leader della CISL Bonanni, per la cordata degli imprenditori italiani; raccolti da Corrado Passera, l’amministratore delegato di Banca Intesa, che ha guidato tutta l’operazione della nuova Compagnia che prenderà il posto di Alitalia.
Per chi vuole leggere tra le righe si capisce che la Cisl che si è battuta a lungo contro l’accordo con Air France, è già pronta ad accettare il Piano proposto dal Governo.
Mentre la Uil afferma: “ E’ comprensibile la riservatezza su un piano che non e' ancora accettato, ma non e' possibile entrare nel merito con un piano ancora non scritto". Ha detto, nel corso dell'incontro su Alitalia; tra governo e sindacati, il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo. Il quale ha aggiunto che "non si può fare una trattativa con la spada di Damocle del fallimento senza avere la minima documentazione".
Questa posizione, fa ben sperare che questa volta la Uil non abbandonerà il tavolo della trattativa, come capitò nel corso dell’incontro con Spinettà, l’Amministratore Delegato di Air France.
Quello che ci preoccupa di più è la posizione della Cgil, che non esprime ancora un suo giudizio e fa temere un film già visto, la firma dell’accordo da parte di tutte le altre organizzazioni sindacali, mentre l’organizzazione guidata da Epifani esprimerà il suo disaccordo, preparandosi a gestire il dissenso al Piano della azienda, restando fuori dalla gestione contrattuale per la costruzione della nuova Compagnia.
Il compito del sindacato è trattare, tentare,entrando nel merito di far diminuire il numero degli esuberi, di garantire a coloro che verranno espulsi dal processo produttivo il massimo della sicurezza possibile ed il reimpiego. Ma non solo, si apre una partita contrattuale su i diritti e sulle retribuzioni nella nuova società che deve essere seguita con attenzione.
La Cgil, si gioca il questa vertenza un ruolo importante, ritornare ad essere un riferimento politico e sindacale determinante nel nostro paese ed in Europa.
Tutti gli sguardi sono rivolti alla risoluzione di questa grave crisi, perché il settore aereo europeo è in profonda difficoltà; diviso tra possibilità di crescita e ristrutturazioni necessarie.
Già si annunciano le crisi della TAP portoghese e della Compagnia greca. Il caso Italia farà scuola.
Proprio in un settore sindacale, in cui gli accordi non sono mai stati unitari, scegliere la strada della unità può essere la più importante e la più difficile delle scelte. Ma, sarebbe finalmente ora che in Italia si riprendesse il cammino di un nuovo sindacato, che si assumesse il compito di indicare la strada, ad un paese sconcertato e confuso, per riprendere uno sviluppo sostenibile e possibile, che appare in questi mesi molto difficile da raggiungere.
Uno sviluppo basato sulla unità del Paese, su uguali diritti per tutti i cittadini, per un lavoro certo ed in sicurezza, in cui il Sud non sia solo spazzatura e delinquenza organizzata.
Un grande ed unitario movimento sindacale può rappresentare la struttura portante di una nazione moderna. La vertenza Alitalia rappresenta una possibilità ed una difficoltà al tempo stesso, speriamo che il Sindacato sappia cogliere questa occasione.
Napoli, 09/09/08