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La fuga di Martha

22/05/12

La fuga di Martha opera prima del regista T. Sean Durkin, è una sorta di mise-en-abîme dove al sogno si sostituisce l’incubo.

La protagonista, una bravissima Elizabeth Olsen (al debutto cinematografico), infatti, vive e rivive sulla sua pelle i traumi e la paranoia dovuti alla violenza subita da parte di una setta-famiglia di cui faceva parte. Il film inizia proprio con la fuga dalla setta e con il suo ricongiungimento con la sorella. Parte così un viaggio nell’animo umano e nelle psicosi mentali che il regista rende bene con un montaggio a colpi di flashback, coinvolgendo lo spettatore a scoprire le cose insieme al personaggio.
L’istanza narrante ci tiene a confondere le linee temporali, come a volere significare che i traumi e le fobie sono sempre ben presenti nella vita di Martha.
Vita travagliata fin da prima dell’ingresso nella setta, che la resa facilmente vulnerabile al fascino di una comune con cui condividere il sapore della famiglia, lei che ha la sensazione di aver perduto tutta la sua infanzia.
L’accettazione del guru Patrick che la considera la sua prediletta e le sue attenzioni la convincono a rimanere nella setta fin a quando non si pone interrogativi morali e capisce che la presunta autosufficienza in un paesaggio bucolico non rappresenta il Paradiso ma bensì l’Inferno.
Le ferree regole della “famiglia” non sono per il bene degli adepti ma per la felicità del capo perfettamente impersonato da John Hawkes, fresco della sua candidatura all'Oscar, insieme a Jennifer Lawrence, per il bruciante ruolo dello Zio Teardrop in Un gelido inverno (Winter's Bone, 2010).
Il regista fonde la paura crescente dei film dell'orrore con il naturalismo realistico di un dramma ridotto alle emozioni più essenziali, portando lo spettatore dentro le sue paure e insicurezze. La sfida di affidare il ruolo principale a Elizabeth Olsen, vera sorpresa del film con un interpretazione “nuda” e senza protezioni è vinta e l’ottimo esordio ha ancora più valore considerando la produzione indipendente e low budget. Tutto questo non é rimasto inosservato sono infatti arrivati due riconoscimenti di assoluto prestigio come il Premio per la Miglior Regia al Sundance Film Festival e il Prix de la Jeunesse a Cannes. Piccola nota a margine: il titolo originale Martha Marcy May Marlene, che specchiava perfettamente il film viene disgraziatamente tradotto in La fuga di Martha che oltre ad essere una scelta incomprensibile anticipa goffamente e non richiesto la trama del film. Nelle sale dal 25 Maggio 2012.

Vittorio Zenardi



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