La Gioconda esposta al Louvre è di Leonardo?
In occasione del Festival Dominus Mundi, rassegna artistica e culturale internazionale dedicata a Leonardo da Vinci, che si terrà a Brescia dal 15 al 25 Maggio 2025, abbiamo incontrato e intervistato lo storico Silvano Vinceti che si occupa da molti anni di Leonardo da Vinci.
Al Festival, lo storico Vinceti, presenterà un grande e complesso lavoro sulla Gioconda che ha raccolto negli ultimi anni. Prima dell’uscita ufficiale del libro “La Gioconda svelata”, titolo anche della sua conferenza al Festival, ci siamo soffermati con lui per aver alcune anticipazioni.
“Sono contento di poter avere come relatore al festival Dominus Mundi Silvano Vinceti - afferma Alberto Meloni, presidente di CIS - in quanto il suo apporto in qualità di studioso, ci consente di entrare nel dettaglio cercando una sintesi chiara. La capacità di divulgazione credo debba essere alla base di ogni forma di comunicazione, anche di materie che possono sembrare lontane, ostiche o difficili. La passione per le cose la si ottiene solo se chi te le propone riesce a coinvolgere in modo semplice, comprensibile e stimolante.”
Parlare di Leonardo da Vinci oggi, cosa significa?
Innanzitutto si deve evitare l'errore compiuto in questi decenni di evidenziare alcune parti di esso, ignorandone altre, o porle nella penombra. Leonardo, la sua vita, gli innumerevoli ambiti in cui si è applicato, vanno assunto nella loro integralità. Vanno recuperati gi innumerevoli intrecci fra Leonardo e il contesto storico, sociale, cultuale e artistico in cui è scorsa la sua vita. Infine va attualizzato per ciò che ancora ci può offrire.
Leonardo ha affrontato in vita molti studi scientifici ed interdisciplinari, trattando molti tempi e aspetti della vita umana. Quali tra questi è quello che, secondo lei, conosciamo meno?
Molti sono gli aspetti poco conosciuti e scarsamente affrontati dagli storici e studiosi di Leonardo. Vi è un Leonardo ecologista, stilista, scenografo, coreografo, umanista, profetico, botanico, abile comunicatore di pensieri e sentimenti in forma iconografica, solo per citarne alcuni.
Perché nel nostro tempo è utile conoscere Leonardo?
Difficile rispondere a questa domanda dato che dipende dai molteplici interessi di chi gli si avvicina. Lungo sarebbe l'elenco della importanza di conoscere un uomo che ha saputo innovare in ogni ambito a cui si è dedicato. Vi è una musicale e sgocciolante parola che ritorna spesso nei suoi scritti - la passione che ti muove - e cita spesso l'espressione - senza passione non si ottengono grandi risultati. Viviamo in un presente povera di forti ed esplosive passioni danzanti oltre quella del denaro e del successo. Conoscere Leonardo e penetrare in un uomo avvinto e spinto dalla passione per il vero, il bello, il bene.
Leonardo, al suo tempo, poteva godere di buone relazioni, in quanto risulta esser stato persona socievole e di buone maniere, anche se non mancavano certo gli invidiosi e coloro che vollero ostacolarlo. Alla luce di questo. Quali erano davvero gli amici su quali poteva contare?
Altra domanda inquietante e di difficile risposta anche dato i variegati significati della parola amicizia. Fra i suoi possibili amici inserirei il matematico Luca Pacioli conosciuto a Milano, gli allievi della sua Accademia, donne come Isabella d'Aragona moglie di Ludovico il Moro, Pier Soderini il gonfaloniere di Firenze, moti suoi allievi della sua accademia. Conoscendo discretamente la sua vita non credo che Leonardo avesse molti amici, nel significato forte del termine, destino di tutti i grandi innovatori.
Quando Leonardo cominciò ad occuparsi realmente della Gioconda?
Sono state formulate diverse ipotesi, la più fondata e accreditata proviene dall'artista e storico dell'arte Vasari e dall'amico Agostino Vespucci. Il periodo oscilla fra il 1501-1503 quando rientrò a Firenze dopo vent'anni circa trascorsi alla corte di Ludovico il Moro.
Tutto il mondo conosce la Gioconda, probabilmente l’opera più iconica del maestro toscano. Cosa sappiamo davvero?
Nei decenni si sono susseguite una molteplicità di ipotesi e interpretazioni differenziate, pochi sono le effettive conoscenze fondate su storici documenti. Per esempio la prima modella usata da Leonardo, la nobildonna fiorentina Lisa Gherardini detta Monna Lisa del Giocondo. Pur sulla vendita del dipinto a Francesco primo re di Francia sussistono due ipotesi diverse rinviate ai due allievi, Gian Giacomo Caprotti detto il Salai e Francesco Melzi. Personalmente dopo anni di ricerca mi sono convinto che la Gioconda è ancora avvolta da enigmi e misteri. Solo se Leonardo fosse in vita potrebbero essere risolti.
Esiste una documentazione certa che indichi la cessione della Gioconda al re di Francia Francesco I?
In parte ho risposto nella precedente domanda. Non mi risulta che esista un documento certo sulla vendita della Gioconda. La narrazione dominante della vendita per 4.000 ducati d'oro da parte dell'allievo Francesco Melzi non ha nessun fondamento storico-documentario.
Esiste un messaggio nascosto nella Gioconda?
Io posso rispondere solo dei risultati delle mie ricerche. Ritengo che esistano vari messaggi nascosti che rinviano al pensiero iconografico di Leonardo. Nel libro la Gioconda svelata - di prossima pubblicazione - mi soffermo su vari ritrovamenti sia nella donna rappresentata, sia nel paesaggio.
Quali esami sull’opera?
Credo che la Gioconda sia l'opera pittorica più studiata, indagata, sottoposta ad indagine tecnico-scientifiche avvalendosi delle metodologie e apparecchiature più avanzate. Se dovesse esporre analiticamente gli esami compiuti e da me conosciuti per esporli occorrerebbero varie pagine. Per le nostre scoperte ci siamo avvalsi di accurate ricerche storiche, l'uso di sofisticate tecnologie digitali, di droni e di composizioni iconografiche.
Chi era Gian Giacomo Caprotti?
Siamo di fronte ad un personaggio dalle varie sfaccettature. Leonardo in un suo breve scritto lo descrive: ladro, bugiardo, ghiotto, ostinato. Nonostante le non lusinghiere parole rivolte dal maestro, fu il suo allievo prediletto. Era amabile, affettuoso, ambiguo, dotato di una grande capacità tecnica-pittorica, amante dei soldi e per essi pronto a percorrere strade oscure. Sicuramente era tanto altro che forse non sapremo mai.
La Gioconda venne rubata da un certo Peruggia... E’ tutto vero?
Mica tanto vero. Il furto della Gioconda è immerso e sommerso da una forte e diffusa narrazione secolare che individua nel Peruggia l'abile ladro entrato nel Louvre e impossessatosi del dipinto. A riguardo ho compiuto una difficile e lunga ricerca storica basata su documenti e il risultato è di segno opposto. Peruggia non rubò mai la Gioconda, non entrò mai al Louvre, furono due sue amici italiani, i fratelli Lancellotti, a compiere l'audace colpo. Non vorrei citarmi ma sul famoso furto ho scritto il libro - Il furto della Gioconda. Un falso al Louvre? - In esso viene esposto in dettaglio con ricchezze di documenti storici la rocambolesca vicenda del furto.
Leggendo i suoi scritti o osservando i suoi disegni, sembrerebbe emergere un Leonardo ermetico, a tratti enigmatico. Cosa ci dice in merito?
Leonardo è uomo di transizione fra il tardo-medioevo e la fase umanistica-rinascimentale. Formatosi artisticamente e culturalmente nella Firenze del neo-platonismo incarnato da Marsilio Ficino in cui convivono ermetismo, esoterismo, cabala, la buona magia e la buona alchimia, che danzano con l'esperienza, madre di ogni conoscenza. Arricchitosi nella Milano dominato da una visone aristotelica scientifica non poteva che portare con se intrecci di enigmi e di felici contraddizioni.
Quante copie della Gioconda esistono, magari conservate in collezioni private?
Impossibile dare una risposta precisa ed esaustiva alla sua domanda. Nella ricerca sulle due Gioconde attribuite a Leonardo, uno studio preparatorio con una Monna Lisa più giovane e con colonne e quella del Louvre, ho catalogato circa 12 Gioconde, salvo una, tutte presenti in Musei. Sono convinto che ve ne siano altre in collezione private, quante non lo so.
La Gioconda esposta al Museo del Louvre è quella di Leonardo?
Dalle molteplici ricerche compiute, benché i francesi non mi sono antipatici, ho seri dubbi che la Gioconda esposta sia stata realizzata da Leonardo. Nel libro "Il furto della Gioconda - un falso al Louvre ?" espongo con dovizie di particolari l'ipotesi che potrebbe trattarsi di un falso d'autore. Chi lo ha fatto rimane un mistero da risolvere.
Il paesaggio della gioconda si presta a diverse interpretazioni e tra queste, sullo sfondo appare un ponte che, secondo altre teorie, risulterebbe si tratti del ponte di Bobbio, nel piacentino?
Per evitare una risposta eccessivamente lunga posso solo dirle che la individuazione del ponte a cui si è ispirato Leonardo è stata una delle mie ultime indagini. Le prove portate a sostegno del ponte Romito o ponte di Vallo collocato sull'Arno nel comune di Laterina (Arezzo) sono tante e tali da nutrire una altissima probabilità di verità storica . Non mi risulta che il ponte di Bobbio disponga di una tale ridda di argomenti storici, tecnico-scientifici da poter ambire ad essere il ponte a cui si è ispirato il genio toscano. Spero di non risultare pesante e pedante ma per chi è interessato nel mio ultimo libro uscito l'anno scorso - Il paesaggio della Gioconda fra misteri e suggestioni - viene esposta tutta la ricerca con relativi documenti storici e accertamenti tecnico-scientifici avvalendoci anche dei Droni.
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