La natura in aiuto contro obesità e sindrome metabolica
Una ricerca recentemente pubblicata sull`American Journal of Nutrition dimostra che l`estratto delle foglie di olivo aiuta a contrastare l`insorgenza della sindrome metabolica e dell`obesità grazie all`acido oleico e ai polifenoli in esso contenuto.
Lo studio, condotto da un gruppo di ricercatori australiani della University of Southern Queensland guidati da Lindsay Brown, mette in evidenza che le foglie dell`olivo sarebbero in grado, grazie alle loro proprietà anti-infiammatorie, di attenuare i cambiamenti che una dieta ricca di carboidrati e grassi può provocare al sistema cardiocircolatorio, al fegato e al metabolismo.
La ricerca ha coinvolto due gruppi di topi: a un primo gruppo è stata somministrata per 16 settimane un`alimentazione ad alto contenuto di carboidrati e grassi fino a far sviluppare i segni della sindrome metabolica - elevati depositi di grasso sull`addome e nel fegato, irrigidimento delle arterie, alterata tolleranza al glucosio e ipertensione.
Il secondo gruppo è stato sottoposto alla dieta per sole 8 settimane, mentre per le successive 8 ai topini è stato somministrato l`estratto di foglie d`olivo. La ricerca ha messo in evidenza che i topolini del secondo gruppo, rispetto a quelli del primo, hanno mostrato un miglioramento nelle condizioni dell`apparato cardiovascolare, della salute del fegato e nei sintomi della sindrome metabolica.
NUTRITION è il più importante congresso mondiale organizzato dalla Società Americana di Nutrizione. Riunisce scienziati, medici e nutrizionisti per trovare soluzioni alle sfide nutrizionali della nuova era. Presentando i risultati della ricerca all’NUTRITION 2024 di Chicago ( https://nutrition.org/n24/) di quest’anno, gli scienziati hanno sottolineato che durante le quattro o cinque settimane di applicazione dell’acido elenolico, l’obesità è stata ridotta fino al 10,7%.
Nel complesso, lo studio ha dimostrato che il composto delle olive ha effetti promettenti sul rilascio di ormoni e sulla salute metabolica. Il team di ricerca sta ora osservando come questo composto stimoli il metabolismo analizzando il suo movimento attraverso il corpo. Le olive nel trattamento dell’obesità sono un nuovo approccio scientifico a questo problema. Se ciò porterà a farmaci sicuri e naturali per la perdita di peso dipenderà da ulteriori studi clinici.
Nel mondo occidentale e soprattutto in Europa, la dieta porta all'assunzione di discrete quantità di omega-6, presenti negli oli vegetali, ma di scarse quantità di omega-3, contenuti soprattutto nei pesci e nei crostacei, nelle mandorle e nelle noci, nonché in alcuni alimenti poco "frequentati" alle nostre latitudini come il tofu (formaggio di soia), l'olio di semi di lino, l'olio di colza e l'olio di nocciole e di noci.
Secondo la letteratura, il rapporto omega-6/omega-3 ottimale è approssimativamente pari a 4:1. Per raggiungere o avvicinarsi a questo valore, la stragrande maggioranza della popolazione dovrebbe aumentare l'assunzione di omega-3, sia con la dieta, sia con gli integratori alimentari.
Gli studi effettuati in anni recenti hanno dimostrato la grande importanza degli OMEGA-3 per la salute cardiovascolare, per le funzioni cerebrali e per quelle visive, in particolar modo per prevenire o contrastare patologie quali la degenerazione maculare, nonché come ausilio in alcune forme di depressione. I loro acidi grassi EPA e DHA, infatti, consentono di migliorare la fluidità del sangue e di controllare in modo fisiologico le dislipidemie. Effetti benefici sono stati documentati anche nei confronti del sistema immunitario e di conseguenza gli omega-3 hanno un ruolo positivo nei casi di artrite reumatoide, asma, lupus, malattie renali e tumori.
Gli alimentaristi consigliano, pertanto, di aumentare l'assunzione di omega-3 attraverso gli alimenti, soprattutto pesce che ne contiene una discreta quantità. L’olio di semi di colza contiene Omega 3, 6 e 9, noti per contrastare il colesterolo e mantenere il cuore in salute, per le loro proprietà benefiche su tutto l’organismo e per mantenere la mente attiva.
AGLIO E CARCIOFO hanno un meccanismo d'azione simile a quello delle statine (inibizione dell'attività dell'HMG-CoA reduttasi, l'enzima che catalizza la reazione chiave nella sintesi di colesterolo endogeno a livello del fegato).
Poco conosciuta in Italia, la GYNOSTEMMA è ben più popolare in oriente col nome di Jiaogulan, dove è stata ribattezzata “pianta dell’immortalità”. Tale onorevole appellativo è dovuto alla ricchezza di principi attivi che la contraddistingue, tanto da essere considetrata 4 volte più potente del ginseng. E sembra faccia bene a tutto, proprio a tutto. Grazie alle sue proprietà antiossidanti rallenta i processi d’invecchiamento, aiuta a tenere sotto controllo il colesterolo e, come il Ginkgo Biloba, aiuta la memoria.
Inoltre, stimola il metabolismo dei grassi, ed è quindi indicata per chi segue una dieta dimagrante. GYNOSTEMMA è una vite erbacea, contenente alcuni ingredienti efficaci contro l’obesità quali, ad esempio, le saponine estratte o gli estratti totali di G. pentaphyllum, attivi nel ridurre i livelli di glucosio e colesterolo nel sangue. Questi effetti sarebbero dimostrati in uno studio clinico su persone coreane in cui si sarebbe osservata la riduzione del grasso addominale e di alcuni altri parametri come peso ponderale, BMI, massa grassa corporea, diminuzione in termini percentuali del grasso corporeo e circonferenza della vita rispetto al placebo. Mentre studi sperimentali in vitro dimostrerebbero l’azione positiva di damulina A e B, due saponine di tipo dammarano derivate dalle foglie di Gynostemma, nell’aumentare la fosforilazione dell’AMPK e dell’acetil-CoA carbossilasi: azione che stimola la diminuzione della sintesi di grasso tramite la minor produzione di malonil-CoA dall’acetil-CoA. Infine una ulteriore azione sottolineata è la potenzialità anti-iperlipidemico di Gymnema con un aumento del livello di fosfatidilcolina e la diminuzione di trimetilammina N-ossido (TMAO).
FRUTTA A GUSCIO può ridurre il colesterolo LDL, perché contiene fibre, e fitonutrienti antiossidanti come vitamina E e selenio, insieme con steroli vegetali e grassi monoinsaturi e polinsaturi. Tutti questi componenti sono noti per abbassare il colesterolo LDL.
La LECITINA, che è una sostanza grassa presente negli alimenti e il più abbondante dei fosfolipidi, è utile nel caso si verifichi un aumento del livello di colesterolo. Ha la capacità di “rompere” il colesterolo nelle particelle sue più piccole. Fonti ricche di lecitina sono il tuorlo dell’uovo, oli vegetali, cereali integrali e soia.
I SEMI DI GIRASOLE sono molto efficaci come rimedio naturale per il colesterolo alto. Contengono una quantità sostanziosa di acido linoleico, che serve a ridurre i depositi di colesterolo dalle pareti delle arterie.
I FITOSTEROLI (contenuti soprattutto in oli, cereali e frutta) e il tè verde agiscono riducendo l'assorbimento intestinale del colesterolo, il riso rosso fermentato (contenente mevinolina, una statina naturale al dosaggio di soli 3 mg) e i policosanoli (estratti dalla canna da zucchero) agiscono inibendo la sintesi epatica del colesterolo. I policosanoli sono sostanze capaci di ridurre fortemente il colesterolo totale e quello LDL (cattivo) e di aumentare notevolmente il colesterolo HDL ( buono), con un’efficacia vicina a quella delle statine, che sono i più potenti farmaci oggi disponibili per abbassare il colesterolo. Il loro effetto sui trigliceridi è invece modesto, come del resto accade anche per le statine.
L'OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA (composto in prevalenza da acido oleico, monoinsaturo) non abbassa il colesterolo totale, ma aumenta la presenza nel sangue delle proteine HDL, che sono in grado di impedire la deposizione di colesterolo sulla parete interna dei vasi sanguigni e di avviarlo all'eliminazione.
GLI ACIDI GRASSI MONOINSATURI sono quindi particolarmente PREZIOSI.
La CAIGUA é nota in America Latina quale equilibratice di colesterolo e trigliceridi, 800 mg al giorno di estratto secco di questa pianta consentono la riduzione del 33% del colesterolo-LDL quello contenente detto cattivo e, fatto ancor più importante, il contemporaneo aumento del 33% del colesterolo-HDL quello comunemente chiamato buono. Con l'assunzione della Caigua in dosi corrette sarà quindi possibile raggiungere facilmente un equilibrio ottimale del profilo lipidico in soli due tre mesi, conseguendo la diminuzione del 22% del colesterolo sierico e simultaneamente la riduzione dei trigliceridi di circa il 30%. Recenti ricerche confermano la validità dell'uso dell'estratto secco di questa pianta nel periodo della menopausa, quando, in seguito alla minore produzione di estrogeni, la donna é maggiormente esposta ai rischi alle coronarie a causa del noto squilibrio lipidico tipico del periodo.
GARCINIA: il frutto della pianta produce notoriamente benefici effetti sul tessuto adiposo e sul fegato. L'idrossicitrato contenuto nella buccia del frutto di Garcinia Cambogia è capace di ridurre, regolare, colesterolo e trigliceridi fino al 27%. Questo principio attivo è molto importante, sia perché combatte l'accumulo dei grassi, sia perché fornisce all'organismo l'immediata energia derivante dalla demolizione completa degli zuccheri. La demolizione degli zuccheri, delle proteine e dei grassi che avviene nei mitocondri, attraverso il ciclo di Krebs, ha l'importante proprietà di ridurre drasticamente l'appetito e produrre un piacevole senso di sazietà.
Il GINSENG oltre a essere una pianta dalle virtù tonificanti ed energizzanti può essere considerato a giusta ragione un rimedio efficace contro l’ipercolesterolomia. Dopo una cura di Ginseng, le arterie si dilatano rallentando la formazione delle placche di ateroma, le piastrine si aggregano molto più lentamente e la pressione arteriosa si stabilizza. Il risultato è un abbassamento del tasso di colesterolo nel sangue e un aumento del colesterolo buono. Il Ginseng inoltre essendo un anti-stress aiuta il nostro organismo a gestire un fenomeno, lo stress appunto, che favorisce la produzione di colesterolo cattivo oltre che le patologie cardiovascolari.
GUGGUL: cresce nel nord-est dell'India e in Pakistan, possiede una spiccata attività ipolipemizzante e soprattutto ipocolesterolemizzante, essendo in grado di ridurre significativamente il colesterolo totale e il colesterolo LDL. Questa azione è dovuta in parte ad un aumento del numero dei recettori per il colesterolo LDL posti sulla superficie delle cellule del fegato e forse anche ad un aumento del legame colesterolo/recettore. In questo modo il colesterolo viene tolto dal sangue ed eliminato poi attraverso la bile. Alcuni studi hanno dimostrato che la polvere di guggul per via orale riduce significativamente la colesterolemia causata da una dieta molto ricca di grassi e che tale polvere ha un’azione inibitoria sull’ossidazione delle LDL, che è la causa scatenante dell’aterosclerosi.
I LEGUMI (i fagioli, in particolare) hanno effetti benefici a livello del sistema cardiovascolare. Sono ricchi di lecitina, che come è noto, facilità l’emulsione dei grassi, favorendo così la riduzione del colesterolo LDL. I fagioli, e più in generale i legumi, sono poi ricchi di fibra vegetale, che è l’ideale per favorire la peristalsi intestinale, normalizzare la glicemia e indurre il senso di sazietà.
Il RAFANO NERO è conosciuto da tempo per le sue proprietà stimolanti la formazione ed il flusso della bile, nonché per la sua blanda attività lassativa. Il rafano nero ha un'azione tonica sull'intestino e sulla cistifellea, ed è consigliato in casi di difficoltà di digestione dei grassi accompagnata da stipsi.
Aldilà delle proprietà diuretiche universalmente note, il TARASSACO - ed in particolare il suo rizoma e la radice - aumentano la produzione della bile ed il suo deflusso dal fegato all'intestino (proprietà rispettivamente definite colagoghe e coleretiche). I suoi estratti vengono pertanto utilizzati come purificanti, decongestionanti e disintossicanti epatici. Al tarassaco vengono attribuite anche proprietà antinfiammatorie, ipoglicemiche, stimolanti l'attività pancreatica ed ipocolesterolemizzanti (promuove l'eliminazione biliare del colesterolo in eccesso e ne riduce l'assorbimento grazie alla ricchezza in fitosteroli e fibre solubili).
Estratti di foglie di YERBA MATE, l’azione esercitata correlerebbe soprattutto alla presenza di acido clorogenico, quali acidi mono caffeoilchinici e caffeoilchinici, agli acidi idrossicinnamici tra cui l’acido caffeico e l’acido chinico e a diverse saponine triterpenoidi. L’evidenza emerge da uno studio condotto su persone coreane obese in cui si sarebbe osservata una riduzione del rapporto vita/fianchi, della FMI, della percentuale di grasso corporeo ed anche una diminuzione del grasso viscerale e del grasso viscerale/sottocutaneo. Mentre studi sperimentali, in vitro e in vivo, sembrerebbero dimostrare la capacità dell’acido clorogenico di esercitare un effetto inibitorio sull’adipogenesi, quindi riducendo l’espressione dei geni correlati nelle cellule 3T3-L1 e in modelli murini. Inoltre la Yerba Mate sembrerebbe favorire anche la differenziazione dei preadipociti, la diminuzione dei lipidi presenti negli adipociti in modo dose-dipendente (p < 0,05).
Fonte
Aziz A, Millat S, Akter T et al. A comprehensive review on clinically proven medicinal plants in the treatment of overweight and obesity, with mechanistic insights. Heliyon, 2023, 9(2):e13493
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