ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

La nuova produzione di Tosca allo Sferisterio per il Macerata Opera Festival 2022, fino al 31 luglio

Sul podio della FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana il nuovo direttore musicale del festival Donato Renzetti. La regia di Valentina Carrasco offre una precisa indicazione storica, attenta ai ruoli sociali ed alla loro mutazione.

FotoLa nuova produzione di Tosca allo Sferisterio per il Macerata Opera Festival 2022.

Tosca

melodramma in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica dal dramma omonimo di Victorien Sardou.

Musica di Giacomo Puccini.

Regia di Valentina Carrasco, allo Sferisterio per il secondo anno consecutivo, dopo Aida del 2021

Scene di Samal Blak, i costumi di Silvia Aymonino, le luci di Peter van Praet.

Il cast:

Carmen Giannattasio (Floria Tosca), Antonio Poli (Mario Cavaradossi), Claudio Sgura (il barone Scarpia), Alessandro Abis (Cesare Angelotti), Armando Gabba (Un sagrestano), Saverio Fiore (Spoletta).

Sul podio della FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana il nuovo direttore musicale del festival Donato Renzetti.

Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” guidato da Martino Faggiani con i Pueri Cantores “D. Zamberletti” diretti da Gianluca Paolucci.

Nuovo allestimento dell’Associazione Arena Sferisterio.

Quando la regista Valentina Carrasco afferma la sua intenzione di proporre "una tecnica narrativa consistente nel riprodurre all'interno di una storia (scritta, raffigurata o portata in scena che sia) in parte o in tutto la stessa storia", introduce pari pari quanto di nuovo ha caratterizzato, rispetto al passato, il melodramma del primo Novecento e l'opera tutta di Puccini.

La nuova produzione di Tosca allo Sferisterio per il Macerata Opera Festival 2022. Repliche il 24, 29 e 31 luglio.
La Tosca di Puccini (datata 1900) è una grande interprete di questo cambiamento, nelle arti tutte, teatro compreso: se alla fine dell’Ottocento il teatro aveva seguito la via del verismo, con il nuovo secolo si fa strada il gusto per l’esotismo (Madama Butterfly è ambientata in Giappone, Turandot in Cina).

Nella Tosca di Puccini la peculiarità della trama è quella di presentare una convulsa serie di eventi che ruotano attorno alla protagonista femminile che è divenuta, in quanto cantante, la prima donna per antonomasia del teatro lirico. Giacosa e Illica mutuarono questa situazione direttamente dalla pièce di Victorien Sardou, che era il riferimento dell'opera pucciniana ma con una chiara interpretazione affidata alla storia del periodo ed al ruolo "sociale" dei protagonisti.

Da questa corretta valutazione la regia è partita per creare, unendo realtà e finzione, teatro e cinema, un rapporto simbolico forte tra lo sfondo di Roma, in quanto capitale del cattolicesimo, e la sorte dei personaggi e tra la stessa e la storia intera del Novecento. Puccini ed i suoi librettisti ne avevano coscienza e questo volevano, pur in tempi diversi: se l’ambiente del I atto, la Chiesa di Sant’Andrea della Valle corrisponde alla pièce , a cominciare dal II scena divergono in modo assai significativo. La sala di Palazzo Farnese in Sardou non ospita interrogatori, torture e discussioni accese come in Puccini, ma una festa di gala vissuta sin nei dettagli, dove compaiono diversi personaggi storici, dalla Regina di Napoli Maria Carolina sino al compositore Paisiello.

Si assiste cioè a quello che, con straordinario effetto, Puccini e i suoi librettisti piazzano fuori scena (la cantata celebrativa per la presunta vittoria a Marengo delle truppe austriache), mentre Scarpia interroga Cavaradossi e ne ordina la tortura. Anche l’ultima parte del II atto in Puccini, che culmina nell’omicidio, si svolge in una camera a Castel Sant’Angelo, particolare significativo che la regia ha fortemente segnalato.

C'è insomma, nella scelta registica di Valentina Carrasco, una precisa indicazione storica, attenta ai ruoli sociali ed alla loro mutazione/stratificazione, scelta che "nasce" da e sviluppa altre scelte.

Riconducibili alla nuova sensibilità del periodo sono anche il ruolo della donna, che acquista coscienza e libertà, mentre il tenore, cioè il protagonista maschile, si trasforma in vittima e la trama diventa più semplice rispetto ai modelli romantici, mentre la tragedia precipita verso la morte, che viene mostrata con crudo realismo e, qui, con un forte effetto visivo, unendo definitivamente, per così dire, teatro e cinema.

Nessun tradimento allora della visione pucciniana, ma la scelta di inserire ogni avvenimento in particolari momenti storici, politici e sociali che hanno contraddistinto il Novecento, a partire dagli anni quaranta, fornendo vari spaccati d’epoca che ne arricchiscono il significato e andando oltre le vicende personali della protagonista.

In tutto questo la modalità tecnica, il mix di teatro e cinema è una scelta personale ed originale, tanto nuova da essere misurata ed approfondita: quello che conta è il tentativo di affermare e mostrare l'unicità delle arti, e, infine, mostrare come are che la storia di Tosca si identifichi con la Storia tutta.

Donato Renzetti, nuovo direttore musicale del festival, alla guida dell'Orchestra Filarmonica Marchigiana e i cantanti tutti, offrono una prova convincente e legata alle particolarità dell'opera per come Puccini la pensò.

Il nuovo non rinnega infatti la tradizione ma ne trae forza.

Repliche il 24, 29 e 31 luglio 2022.

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