ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

LA RABBIA, IL RIFIUTO E L'AMORE - Conversazioni aperte a cura di Sergio Martella

15/03/16

Cos’è la rabbia? È generata e figlia di un rifiuto oppure si scatena in maniera irragionevole o è invece il sintomo di un malessere irrisolto? L’amore non serve più. Di quale materia è fatto l’amore? Su questi quesiti principi verte la conferenza dello psicoterapeuta Sergio Martella dal titolo: “LA RABBIA, IL RIFIUTO E L'AMORE - Conversazioni aperte”. Film, fiabe, immagini e riflessioni sul vivere dei giovani in una città di periferia.

FotoCos’è la rabbia? È generata e figlia di un rifiuto oppure si scatena in maniera irragionevole o è invece il sintomo di un malessere irrisolto?

La società odierna tende verso un livellamento confezionato dai poteri dell’individualità perfino nella sue differenze sessuali. Sbandierando un’illusoria uguaglianza tra natura maschile e natura femminile, assuefa le coscienze al messaggio di un mondo androgino e assessuato prossimo all’estinzione che mortifica ogni possibilità di godere dell’essere diverso e annulla la libertà di scelta.

L’amore non serve più. Di quale materia è fatto l’amore? Su questi quesiti principi verte la conferenza dello psicoterapeuta Sergio Martella - Associazione Arte e Psiche Lecce - dal titolo: “LA RABBIA, IL RIFIUTO E L'AMORE - Conversazioni aperte”. Film, fiabe, immagini e riflessioni sul vivere dei giovani in una città di periferia. L’appuntamento è a Veglie (Le) venerdì 18 marzo presso CulturAmbiente – Laboratorio Urbano.

Da decenni lo studioso si batte per una corretta igiene affettiva, isolando in maniera puntuale le discrasie e idiosincrasie del folle vivere indotto in cui ci agitiamo. In un recente articolo pubblicato su l’Interferenza di Fabio Marchi dal titolo “Chiesa e capitale pianificano la sterilità programmata nelle prossime generazioni” ha dichiarato: “Esiste una spinta fortissima da parte dei media di regime (quindi da parte dei poteri forti) di minare alla base l’identità sessuale della popolazione, a partire da una esasperata nevrotizzazione delle tematiche sull’omosessualità”. Inoltre ha sottolineato che “La riproduzione sessuale non è soltanto il modo naturale di “fare figli” ma è la causa stessa della sovranità degli individui: finché saremo padroni e gestori della nostra vita per diritto di natura, nessun individuo potrà dirsi superiore e padrone di un altro suo simile”.

Il controllo e il dominio si travestono da progressisti e la verità – ossia la Natura contiene in sé l’evidenza di ciò che fa bene o fa male – arretra in un abisso di cui si perde memoria. Alla fine diventa normale che una donna sia un virago e l’uomo una gardenia, salvo poi lamentarsi e ricorrere al viagra e alle benzodiazepine.

La legge permette che un figlio si possa prelevare al bancomat dell’utero in affitto, che gli omossessuali possano svolgere il duplice ruolo di madre e padre, magari pure quello dei figli che non sono stati. Scandalizzarsi non è più nemmeno possibile. Chi paga le conseguenze della coscienza che tace? Sempre i figli, ostaggio di genitori che dispongono di loro come materia prima con il sostegno dei governi e rimangono sempre impuniti del loro arbitrio assoluto.

La verità stravolta fa un bagno di assurdità e perversione e riemerge come un orrore sanguigno che si prospetta alla vita delle future generazioni incapaci di distinguere tra Natura e Artificio.
Sigmund Freud dice che la normalità non esiste, poiché la quantità del sintomo distingue una persona sofferente da una sana. Carl Guastav Jung sostiene che nessuno può dirsi sano se occorre una vita intera alla realizzazione del Sé.

Tra una definizione e una teoria si pone la vita. Continuare a negare gli impulsi più naturali ad opera di potere e religione non fa che alimentare nevrosi: la massa dice sì ai diktat ideologici e il corpo dice no, si ribella, esplode in isteria, sterilità e rabbia. Democrito inviduò 2.500 anni fa nell’atomo l’essenza della realtà che il poeta Lucrezio celebra con orgoglio e amore.

Abbiamo bisogno di spalancare la finestra e di far entrare aria pulita. William Shakespeare dopo cinque secoli continua ad attirarci con passione verso gli impulsi primari dell’uomo: l’amore, la rabbia, il sesso. Siamo atomi infinitamente piccoli e semplici come le pulsioni inscritte nel nostro DNA e ci muoviamo incessantemente nel vuoto. Così piccoli abbiamo creato l’universo.
Per informazioni: cell. 320 56 18 88; info@culturambientelab.net
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Sergio Martella è psicoterapeuta e ha svolto, tra gli altri, incarichi di insegnamento presso la facoltà di Medicina e Chirurgia Università di Padova; Università Européenne “Jean Monnet” di Bruxelles per il Diploma in Scienze Investigative e la Scuola di Specializzazione in Criminologia.

È stato consulente presso numerose strutture tra cui presso ASDOM di Padova (Assistenza Domiciliare al Malato Neoplastico). Si divide tra attività didattica e attività scientifica, con numerose pubblicazioni.

Tra i suoi saggi:
– Pinocchio eroe anticristiano. Il codice della nascita nei processi di liberazione. Edizioni Sapere; Padova; 2000.
– Il furore di Nietzsche - la nascita dell’eroe e della differenza sessuale. CLEUP; Padova; 2005.

Nel recente periodo Sergio Martella ha guidato un ciclo di conversazioni sulla lettura psicoanalitica dei grandi classici dal titolo “Un tè con i grandi classici” presso la libreria Liberrima di Lecce. In programma una conferenza all’università di Malta, dipartimento di psicologia, il 22 aprile dal titolo”Psicoanalisi del territorio: esempi clinici. Psico-oncologia: Il ruolo delle dinamiche familiari nel trattamento del cancro.

Info su http://www.arte-e-psiche.com

Articolo e comunicazione giornalistica a cura di Michela Maffei



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