La Sabaudia di Domiziano
L’imperatore si trattava bene. Lemille sorprese della villa nascosta nel verde all’ombra della Circe (...)
Non solo i romani di oggi amano passare le proprie estati presso il Parco Nazionale del Circeo. Già i Romani con la “erre” maiuscola fin dall’età repubblicana si sono fatti costruire ville e residenze in questi luoghi così ricchi di fascino e bellezza.
Il caso più evidente è quello della Villa di Domiziano, presso Sabaudia, immersa nella riserva integrale “Rovine di Circe”.
Il sito, ancora quasi interamente da scoprire e da esplorare, rappresenta una delle più importanti aree archeologiche di tutto il Lazio. Questo soprattutto per via degli avanzatissimi sistemi idrici di cui la villa era dotata: essendo stata costruita in un sito distante da sorgenti di adeguata portata fu infatti necessario studiare e realizzare una complessa struttura fatta di cisterne e condotti per garantire un opportuno approvvigionamento idrico, condizione che per la qualità di vita dei Romani era una priorità assolutamente inderogabile.
Il sistema più interessante ed ingegnoso è quello per la raccolta dell’acqua piovana. La conformazione geologica della zona infatti permette all’acqua piovana di infiltrarsi nel sottosuolo, attraverso cunicoli drenanti, in altissima percentuale, riempiendo così una serie di falde e offrendo una notevole riserva idrica.
Gli ingegneri di Domiziano riuscirono tramite una serie di condotti e cunicoli a incanalare l’acqua da queste cisterne naturali all’interno di serbatoi da cui poi la destinavano ai vari locali del complesso. Al centro della struttura si trova una peschiera monumentale, la più grande del sud del Lazio, in comunicazione diretta con il lago di Paola che se riattivata sarebbe ancora oggi perfettamente funzionante.
Ma la villa imperiale è solo l’emergenza più evidente di un complesso che già dalla tarda età imperiale era ricco di vita e di costruzioni. L’area settentrionale, non ancora visitabile, mostra infatti la presenza di edifici più antichi. La mancanza di fondi ha purtroppo reso difficoltosi e addirittura interrotto gli scavi e i restauri che negli ultimi anni avevano interessato l’area.
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