ECONOMIA e FINANZA
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Le banche sono delle aziende che fanno business

25/10/18

Gaetano Vilnò, in una sua intervista, spiega l'importanza dei controlli sui prodotti bancari e su finanziamenti e investimenti proposti dalle banche.

Foto“Il diritto bancario in questi anni ha avuto la sua voce” spiega Gaetano Vilnò, Presidente di DECIBA (associazione che si occupa di illeciti bancari) in un’intervista pubblicata online.
“Il problema è che c’è una percezione delle banche completamente distorta. La maggior parte di noi pensa alla banca come un qualcosa di istituzionale, ma percepire la banca per quello che non è, è un grande errore. In realtà, la banca è semplicemente un fornitore di denaro, di servizi finanziari e investimenti; il suo lavoro è quello di vendere e di guadagnare come una qualsiasi altra azienda. C’è un’anomalia di percezione e di cultura.

Anche il mondo degli investimenti è molto delicato: ci sono moltissime persone che realtà non guadagnano niente attraverso i propri investimenti ogni anno. L’investimento va capito. Esistono oltre 1000 prodotti di investimento e se una persona non conosce e non comprende ciò che compra, diventa tutto molto difficile.
Dobbiamo partire dal presupposto che una banca è un’azienda privata e in quanto tale deve fare business. Avrà pertanto più interesse a fare business con un consulente piuttosto che con i clienti. Da sempre, consiglio di prendere consulenti esterni per fare investimenti. È importante avere un punto di vista diverso, proiettato a fare guadagnare il proprio cliente e non la banca.

La figura professionale di chi controlla le banche (reati o illeciti), spesso viene fraintesa: non sono né gli avvocati né i commercialisti che hanno questo ruolo. E non compete a loro nemmeno il controllo delle trattative o delle negoziazioni.
Controllare la propria banca è visto come una dichiarazione di guerra che si fa nei confronti della stessa, ma è una percezione completamente sbagliata: questo è un controllo che si dovrebbe fare come per il resto, dalla semplice spesa agli altri fornitori. Non è necessario fare cause perché la maggior parte delle volte si aprono delle negoziazioni. Controllare la banca deve essere una condizione normale.
Il lavoro che deve fare il professionista è molto complesso perché necessita di nozioni legali, matematiche, della conoscenza del testo unico bancario e del testo unico finanziario e saper incrociare fra di loro i dati. È un lavoro interdisciplinare.

In Italia sono davvero pochissimi quelli in grado di fare questo tipo di attività altamente finanziaria. È una materia che dovrebbero insegnare all’Università.
Lo vediamo tutti giorni come le banche possano fare qualsiasi cosa, e questo avviene perché da una parte c’è scarsa informazione e dall’altra non ci sono neanche professionisti preparati.
In realtà c’è una guerra in corso ormai da molto tempo tra le lobby bancarie e i popoli. Le banche gestiscono denaro, gestiscono i media, gestiscono i politici.

La politica sta andando un po’ fuori dalle lobby bancarie oggi, facendo delle normative popolari. E gli attacchi arrivano un po’ dappertutto, da Bruxelles e dai media.
La soluzione per noi cittadini è quella di essere informati e di avere la comprensione di cos’è una banca, di cosa è possibile avere e dare. E non è soltanto il discorso di guardare il leasing o il mutuo o il conto corrente, se hanno fatto qualcosa di giusto o di sbagliato. Il rapporto con la banca va visto nel suo complesso. Spesso le banche peggiori sono quelle che non fanno rumore, sono quelle che ti trattano bene.
In questi anni ci sono stati degli incapaci che hanno detto di essere esperti in diritto bancario (società multi Level marketing, avvocati e commercialisti) che non erano in grado di comprendere il diritto bancario nel suo insieme. Ed è proprio l’insieme che fa la differenza.

L’incompetenza è il peggior nemico. Serve un consulente che abbia tutte queste nozioni, interdisciplinari.
Ho fatto una mia media personale e so perfettamente che andando a controllare tutti rapporti che un’azienda ha, riesco a farle risparmiare almeno il 20% con dei picchi del 30%, perché non è solo quello che puoi recuperare ma anche quello che puoi risparmiare attraverso delle negoziazioni.
Le aziende e gli imprenditori che faranno questi check-up saranno molto agevolati perché potranno fare investimenti consapevoli, fare accordi con la banca senza farsi prendere in giro da consulenti il cui unico scopo è quello di far guadagnare la banca.
Quello che consiglio da anni con i miei video prevede due passaggi: informarsi e poi fare immediatamente un’azione.

guarda l'intervista intera -------> https://www.facebook.com/presidentedeciba/videos/1047778542068359/



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