ARTE E CULTURA
Articolo

Le 'Bandiere' di Giovanni Boldrini

22/01/10

Le “ Bandiere “ di Giovanni Boldrini sono arrivate ad una concettualità di "realtà informale" sia del materiale che del colore. Le "Bandiere" di Boldrini sono solo una scusa per arrivare a quello che i fisici hanno tentato da una vita: .creare qualcosa che avesse il dono del "movimento perpetuo". Boldrini ci è arrivato con le sue ultime opere che sembrano mosse dal vento. Queste opere sono la metafora della vita quotidiana di ognuno di noi, sempre in perenne movimento nel pieno dello stress delle "solite cose". Giovanni Boldrini, ancora una volta, ha colto nel segno e queste sue ultime opere sono l'esempio di come la vita moderna e la libertà espressiva possano essere rappresentate da un'opera d'arte.

Le “ Bandiere “ di Giovanni Boldrini sono arrivate ad una concettualità di "realtà informale" sia del materiale che del colore.
Le "Bandiere" di Boldrini sono solo una scusa per arrivare a quello che i
fisici hanno tentato da una vita: .creare qualcosa che avesse il dono del "movimento perpetuo".
Boldrini ci è arrivato con le sue ultime opere che sembrano mosse dal vento.
Queste opere sono la metafora della vita quotidiana di ognuno di noi,
sempre in perenne movimento nel pieno dello stress delle "solite cose".
Giovanni Boldrini, ancora una volta, ha colto nel segno e queste sue
ultime opere sono l'esempio di come la vita moderna e la libertà espressiva possano essere rappresentate da un'opera d'arte. Le opere possono essere ammirate nella galleria del Ristorante da Cecco di Pescia, locale che oltre dedicarsi all’arte moderna con mostre di illustri artisti Italiani e esteri, vanta una lunga storia di arte culinaria sin dagli inizi del 900, quando veniva chiamata Via Nuova, il cui vero nome era Corso Reale, oggi viale Forti, si affacciava una fiaschetteria, «Da Brandina».
Aveva molti clienti tra coloro che andavano a servirsi da un cestaio e da un maniscalco a pochi passi dal locale. Nel 1913 uno dei figli di Brandina, Francesco detto Cecco, entrò in bottega a dare una mano alla mamma. L'insegna «Da Brandina» fu sostituita da una nuova «Cecco della vedova» in ricordo del marito della donna, morto giovane. La fiaschetteria, con il passar dei tempo, diventò una trattoria famosa, grazie alle tipiche specialità, trippa e cioncia, curate da Palmira, moglie di Cecco.
Il locale acquistò fama grazie anche all'impronta che le dette poi uno dei figli di Cecco e Palmira, Angiolino, il futuro babbo di Francesco e zio di Dino. Nel 1954 la storia di Cecco si incrocia per la prima volta con la famiglia Schiavelli.
Fu Renato Natali , zio di Alessandro Schiavelli, a gestire il ristorante più famoso della Valdinievole fino al 1961 . In quegli anni cenavano da Cecco la famiglia Agnelli, il primario Valdoni di Roma, l'annunciatrice Sampò , Claudio Villa, Mina, Walter Chiari,Miranda Martini, Arigliano Nivola. Nel 1961 la gestione di Cecco ripassa nelle mani della famiglia Pacini. Dal giugno di quell'anno Angiolino Pacini si avvalse della collaborazione determinante del figlio Francesco e del nipote Dino. Il nome di Cecco fece il giro di tutta l'Italia grazie ai suoi piatti tipici, la cioncia, il pollo al mattone, gli asparagi, i fagioli di Sorana. Senza discendenti che volessero proseguire l'attività della famiglia Dino e Francesco Pacini, dopo 44 anni vissuti alla guida del locale hanno individuato di nuovo nella famiglia Schiavelli i loro degni successori. Toccherà a Federico Schiavelli figlio di Alessandro continuare a tenere alto il prestigio raggiunto nel corso di un secolo dalla Famiglia Pacini. Ad affiancare la conduzione del ristorante ci sarà Giancarlo Belluomini, amico di famiglia, con grande esperienza nei maggiori hotel italiani e stranieri. Saranno mantenute le stesse caratteristiche della cucina, con potenziamento della cantina che conta 160 etichette di vini e 50 distillati e la riqualificazione dei prodotti tipici del territorio pesciatino. Fanno parte della cucina i grandi prodotti della Valdinievole: l'olio verdino appena franto, le pesche durace, i fagioli di Sorana cotti nel fiasco e sulla brace, il risotto coi funghi di Vellano e Calamecca, le bistecche fiorentine, il pollo al mattone, i fritti tradizionali, l'arista, gli asparagi, il vino di Montecarlo . Queste sono le cose che, ad onta del progresso e della tecnica, si possono ancora trovare da Cecco, servite tempestivamente, con priorità ed eleganza e non in maniche di camicia.



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Giovanni Boldrini
Responsabile account:
Giovanni Boldrini (Artista pittore)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
RSS di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere