ECONOMIA e FINANZA
Comunicato Stampa

Le critiche di ABIA-Confai alla manovra Monti

24/01/12

ABIA-Confai critica verso il Governo. Bolis (presidente): “Particolarmente penalizzate le aziende agromeccaniche e le aziende zootecniche che hanno investito in strutture”.

Il clima acceso di questi giorni intorno alle misure varate dal governo Monti rischia di veder crescere anche le protesta delle componenti sociali ed economiche legate al mondo rurale. Abia-Confai, l’associazione bergamasca dei contoterzisti agrari, rende noti i primi conti sulle ricadute per il settore di alcune delle recenti decisioni governative.
“Fra le novità più salienti – dichiara Leonardo Bolis, presidente bergamasco e nazionale dei contoterzisti agrari – dobbiamo annoverare, come ribadito nelle scorse settimane, l’introduzione dell’Imu per i fabbricati rurali e le pertinenze strumentali. Ma se fonti governative avevano cercato di rassicurare il mondo agricolo parlando di importi tutto sommato esigui, ora dalle elaborazioni pratiche che abbiamo effettuato in questi giorni con esperti fiscalisti emerge una realtà assai diversa. Uno dei comparti che si troverebbe a sostenere forti aggravi è senz’altro quello della zootecnia. Ad esempio, una porcilaia per mille capi potrebbe pagare un Imu anche di 1.500 euro e normalmente tali fabbricati sono più di uno in un’azienda agricola di dimensioni medie. Parliamo in questo caso di un comparto, quello suinicolo, già messo in ginocchio negli ultimi anni dall’assai difficile andamento di mercato”.
Poche sono le situazioni destinate a non sopportare forti aggravi a causa della nuova imposta. “Si stima forse un po’ più leggero – spiega Enzo Cattaneo, direttore di ABIA – l’onere per le case rurali adibite a prima abitazione. Inoltre i fabbricati non agibili dovrebbero essere esentati dall’imposta, anche se la cosa non è ancora data per certa”.
Per gli imprenditori agromeccanici, che nella Bergamasca erogano servizi in conto terzi alla quasi totalità delle aziende agricole di pianura, si preannuncia infine una forte discriminazione. “La nostra associazione darà battaglia contro un provvedimento – aggiunge Cattaneo - assai iniquo verso gli agromeccanici, in quanto prevede un’aliquota Imu più onerosa per i fabbricati destinati al ricovero dei mezzi agricoli se posseduti dalle imprese di meccanizzazione agricola, rispetto a coltivatori diretti e imprenditori agricoli, pur essendo la destinazione delle macchine agricole esattamente la medesima”.

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