Le erbe (fitoterapici) in supporto alla terapia oncologica
La chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia sono le terapie in uso per curare il cancro. A questi metodi ufficiali possiamo integrare cure complementari, allo scopo di stimolare le capacità di autodifesa dell’organismo e rendere il tumore più sensibile alle terapie convenzionali e/o alleviare gli effetti secondari della chemio e radioterapia.
Non sono un’alternativa, ma un completamento delle terapie oncologiche classiche, con le quali ci si prefigge di prolungare il periodo libero da malattia, quindi di ritardare o addirittura impedire le ricadute o l’insorgenza di metastasi, di prolungare l’aspettativa di vita e di migliorarne la qualità. In questo ambito e solo a tal fine, particolarmente utili sono le cosiddette immunoterapie biologiche, che sembrano in grado di migliorare ulteriormente le tecniche antitumorali radicali dell’oncologia classica, compensando in particolare le difese immunitarie indebolite dall’impiego di queste ultime, prevenendo la metastatizzazione e mantenendo una buona qualità della vita.
Negli ultimi 50-60 anni ci sono state, nell'alimentazione umana, trasformazioni importanti (purtroppo in negativo): la capacità nutritiva degli alimenti si è enormemente deteriorata, di pari passo con la progressiva degenerazione del terreno costituzionale degli individui.
Non c’è dubbio che anche solo fino a 30 anni fa il terreno costituzionale degli individui, cioè la loro capacità metabolica, immunitaria ed energetica, era certamente in condizione assai migliore di oggi.
Un dato estremamente indicativo: le più recenti statistiche della OMS dicono che il contenuto medio di spermatozoi nello sperma dei maschi di oggi è pari circa al 30% dello sperma dei maschi di 100 anni fa.
Poiché lo sperma è ovviamente la parte energeticamente più vitale dell’organismo umano (anche perché deve contribuire a creare una nuova vita), il fatto che ci sia stata una diminuzione del 70% ci dice che probabilmente una diminuzione di simili proporzioni si è verificata anche in rapporto al terreno costituzionale, cioè vitale ed energetico, degli esseri umani odierni.
Questo è un fatto estremamente rilevante per la medicina naturale, proprio perché essa si basa sullo stimolo e attivazione delle risorse energetiche e immunitarie intrinseche dell’individuo. Un terreno energetico e immunitario forte risponde in maniera rapida e profonda al rimedio, sia esso erboristico, omeopatico o altro; un terreno fortemente indebolito, come quello odierno, farà molta più fatica a recepire lo stimolo del rimedio.
Alla base di questa degenerazione dei terreni costituzionali ci sono diversi fattori, come ad esempio l’inquinamento e lo stress, ma certo l’impoverimento nutritivo degli alimenti gioca un ruolo essenziale. Nutrendoci di cibi sempre più vuoti di nutrienti essenziali, anche il nostro organismo diventa sempre più vuoto di energia.
Se non rimediamo a questa situazione, cioè se non riconduciamo a livelli sufficientemente forti il nostro terreno tramite programmi nutrizionali adeguati, difficilmente i rimedi fitoterapici, anche se potenti, riusciranno ad essere pienamente efficaci da soli.
C’è poi da considerare che l’impoverimento progressivo dei terreni agricoli, che sta alla base di quello alimentare, non può non aver colpito le stesse erbe che su quei terreni crescono.
Ciò significa che probabilmente le erbe non sono più quelle di una volta, e dunque la loro stessa efficacia, per quanto ancora elevata, si è ridotta.
Solo rigenerando il terreno costituzionale dell’individuo, cioè i suoi livelli energetici, metabolici e immunitari, l’organismo malato sarà messo in grado di rispondere allo stimolo terapeutico del rimedio erboristico.
E’ anche per questo che la malattia neoplastica, ovvero il cancro, è oggi sempre più frequente. Grazie alla diagnosi precoce, alla chirurgia, alla chemioterapia, alla radioterapia, si guarisce di più.
Tuttavia lo stile di vita odierno fa sì che anche ci si ammali molto di più di questa temibile malattia. La conseguenza di tutto ciò è che un numero sempre maggiore di pazienti si sottopongono a terapie antineoplastiche che, pur portando a risultati molto lusinghieri, hanno spesso pesanti effetti collaterali. Tali sintomi secondari talora vengono sottovalutati o ritenuti ineluttabili, altre volte, nel tentativo di antagonizzarli, si impiegano farmaci che hanno un effetto deleterio su reattività immunologica e vitalità generale.
Nell'ambito della medicina naturale esistono tutta una serie di sostanze innocue ed utili per questi pazienti. Esse possono alleviare i sintomi dei chemioterapici e rendere possibile il loro impiego al dosaggio adeguato per ottenere l’effetto terapeutico massimo.
È stato calcolato che attualmente nel nostro Paese circa il 20% dei malati oncologici facciano ricorso alle c.d. Terapie non convenzionali e fra queste in primis alla Fitoterapia. Negli Stati Uniti questa percentuale sale anche al 50%.
Purtroppo il clima di angoscia del paziente e dei familiari di fronte alla diagnosi e prognosi induce alla ricerca di soluzioni alternative non sempre di provata efficacia. Grave a tal uopo è il fenomeno dell’automedicazione: non si deve infatti dimenticare che i fitoterapici agiscono a livello ponderale, con possibili effetti avversi talora anche severi. Inoltre la scelta del trattamento non deve ostacolare l’efficacia di eventuali terapie farmacologiche e/o radioterapiche già poste in essere dagli oncologi.
Va detto peraltro che la farmacopea ufficiale – allopatica – attinge da sempre a piene mani da sostanze vegetali: si calcola che almeno il 60% delle formulazioni oggi in commercio altro non sia se non la rappresentazione sintetica di molecole già esistenti in natura. Inoltre l’associazione fra farmaci chimici e fitoterapici è sempre più frequente in seno ai protocolli ufficiali, sia per potenziare la cura, sia per attenuare gli effetti tossici e collaterali.
In quest’ottica d’integrazione molte Strutture oncologiche hanno recepito l’importanza di questa sinergia: una per tutte il Memorial Sloan Kettering Cancer di New York. Tale indirizzo di fatto rappresenta la naturale evoluzione della ricerca che in ambito epidemiologico, preclinico e clinico procede nella stessa direzione, ponendosi come passo significativo nella definizione di un nuovo paradigma terapeutico oncologico.
Le finalità terapeutiche possono essere così riassunte:
AZIONE IMMUNO-STIMOLANTE
In campo oncologico si tratta di selezionare i rimedi adeguati alla situazione clinica specifica, individuandone altresì modi e tempi di somministrazione. Prevenendo un’osservazione quasi certa da parte degli esperti in materia, si precisa che detto tipo di immuno-stimolazione deve intendersi in un’accezione del tutto compatibile con i convenzionali presupposti oncologici.
AZIONE CHEMIO-PROTETTIVA
Molti fitoterapici sono risultati efficaci nell'inibire i noti fattori di crescita tumorale, altri nell'impedire la degenerazione di cellule sane sottoposte all’azione di cancerogeni ambientali, altri ancora nello stimolare l’apoptosi di cellule già cancerizzate.
AZIONE DI SUPPORTO
Il quadro clinico del paziente neoplastico è gravato non solo dai sintomi peculiari della malattia, ma anche da altre forme ad essa correlate comprese quelle jatrogene. In tal senso l’associazione di fitoterapici riesce a migliorare la compliance del malato, sia relativamente all’evoluzione del quadro di base sia rispetto agli effetti collaterali dei protocolli chemioterapici convenzionali. Inoltre in non poche occasioni si è constatato il potenziamento della terapia classica grazie all’affiancamento di fitopreparati ad hoc, tanto da consentire la riduzione dei tempi di trattamento.
AZIONE CITOTOSSICA DIRETTA
Molti fitoterapici sono stati sottoposti a studi scientifici atti a validarne l’efficacia citotossica diretta versus cellule neoplastiche, peraltro con ottimi risultati. Taluni rimedi vengono usati come tali, altri forniscono il substrato per l’estrazione di preparati semisintetici. Sovente se ne concretizza un uso sinergico.
Campi d’applicazionedell’onco-fitoterapia
Azione preventiva, immunomodulante, antiossidante, detossinante.
Chemioprevenzione di neoplasie e recidive.
Azione onco-fitoterapica diretta di neoplasie e recidive.
Chemiopotenziamento e tollerabilità dei protocolli convenzionali.
Chemioprotezione dagli effetti jatrogeni della chemioterapia classica.
Radiopotenziamento e tollerabilità dei trattamenti convenzionali.
Radioprotezione dagli effetti jatrogeni della radioterapia classica.
Micoterapia ad azione antitumorale e protettiva delle cellule sane.
Elementoterapia di prevenzione e sostegno nelle cure antiblastiche.
Calcolando che il nostro pianeta ospita circa 600.000 specie vegetali, di cui solo il 5% è stato sottoposto a seri studi chimico-farmacologici, è ovvio che molto resta ancora da esplorare. Tuttavia ciò non inficia quanto già esperito con successo ed anzi stimola la ricerca a procedere sempre più in tal senso.
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