ECONOMIA e FINANZA
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Legittimo il licenziamento del dipendente pubblico condannato per concussione

17/03/15

Prestata anche consulenza sul posto di lavoro

Un dipendente pubblico viene sorpreso a fornire consulenza a diversi cittadini sul posto di lavoro e ad incassare somme di denaro in merito ad alcune pratiche pendenti.

Si apre dunque un procedimento penale a carico dello stesso, al termine del quale il lavoratore viene condannato per concussione.

A questo punto la Pubblica Amministrazione intima il licenziamento per giusta causa.

Senonché il recesso è impugnato dal dipendente, il quale si difende sostenendo che l'amministrazione non lo ha preventivamente diffidato dallo svolgere l'attività di consulenza.

Ma sia nel primo che nel secondo grado di giudizio il licenziamento viene dichiarato legittimo, per cui il lavoratore si vede costretto ad impugnare in Cassazione la decisione di secondo grado.

La Corte di Cassazione, però, conferma la legittimità del licenziamento.

Secondo la Corte, infatti:

nel caso di specie non è necessaria la preventiva diffida da parte dell'amministrazione, dal momento che il fatto contestato (consulenza fornita sul posto di lavoro) è puramente disciplinare; di conseguenza l'aver omesso la diffida non impedisce al datore di lavoro pubblico di esercitare il proprio potere disciplinare;
il numero di cittadini a cui è stata prestata la consulenza (ben 16) fa ritenere estremamente grave la condotta posta in essere dal dipendente pubblico, lede il rapporto di fiducia esistente tra datore e lavoratore, e giustifica l'applicazione della sanzione disciplinare irrogata.



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