ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Lezioni di legalità all’Istituto De Felice e al Liceo Classico Cutelli di Catania

06/06/15

Il Comitato Antimafia Livatino Saetta continua in suo viaggio nelle scuole per ricordare i magistrati Rosario Livatino e Antonino Saetta, e l’eroina della carità Antonietta Labisi

Foto“Più che di maestri, l’umanità ha bisogno di testimoni”. Esordisce con le parole di Giovanni Paolo II il presidente del Comitato Antimafia Livatino Saetta Attilio Cavallaro, durante l’incontro sulla legalità tenuto all’Istituto Superiore De Felice di Catania.
Un tour che dall’inizio dell’anno scolastico ha toccato quasi tutti gli istituti superiori del capoluogo etneo ed alcuni anche della provincia, incontrando circa ottomila ragazzi, con l’obiettivo di sensibilizzare i più giovani alla cultura della legalità e del rispetto per le regole.
“Vogliamo in questa occasione ricordare gli ideali di giustizia di uomini come Rosario Livatino, Antonino Saetta, ma anche Paolo Borsellino, Giovanni Falcone – spiega Attilio Cavallaro – e della prof.ssa Antonietta Labisi, eroina della carità, antesignana della lotta alla mafia negli anni Sessanta, quando nel quartiere di San Cristoforo, dove operava, portò assistenza ai piccoli e agli anziani.”
Relatori dell’incontro il presidente dell’Istituto Medico Psicopedagogico “Lucia Mangano” avv. Corrado Labisi, il presidente dell’Associazione antiracket Asia dott. Salvo Campo e l’ing. Ugo Tomaselli del Quotidiano La Sicilia, i cui interventi sono stati introdotti dal Dirigente Scolastico Prof. Francesco Ficicchia.
“Non esiste pace senza giustizia sociale”, afferma l’avv. Corrado Labisi, presidente dell’Istituto Medico Psicopedagogico “Lucia Mangano” di Sant’Agata Li Battiati, struttura d’eccellenza, accreditata presso il Parlamento Europeo (Registro Trasparenza n. 054846014854-49 con sede in Rue Fernand Neuray n. 68 – 1050 Bruxelles). Figlio della prof.ssa Antonietta Azzaro Labisi, fondatrice dell’Istituto e antesignana della lotta alla mafia, ha parlato con ammirazione della madre, una donna attenta ai bisogni della gente, da sempre pronta a donarsi a favore dei meno fortunati. Ma si è soprattutto soffermato sulla povertà del Meridione, conseguenza di una politica sorda: “Mia madre già negli anni Sessanta chiedeva aiuto alla classe politica, che però sorrideva, criticando la sua spiritualità. E ancora oggi nei quartieri c’è la corsa all’acquisto del voto in cambio di buste colme di spesa. Ci stanno togliendo la speranza e la dignità.”
Poi l’intervento del presidente dell’Associazione Asia Salvo Campo, da anni impegnata nella lotta al racket delle estorsioni, ha portato la testimonianza di due imprenditori catanesi, entrambi minacciati dalla mafia, entrambi pronti a denunciare. Sono Salvo Scillato, impegnato nel settore della carpenteria pesante, e Andrea Comisi, nel settore alimentare: due storie diverse eppure simili, due attività prese di mira dagli uomini del pizzo e stroncate dalle loro pressanti minacce ed intimidazioni. Due storie che hanno come unico denominatore la legalità, e il coraggio di denunciare.
“Le testimonianze di Salvo e Andrea sono testimonianze di vittoria – interviene l’ing. Ugo Tomaselli – non sono vittime della mafia, ma è la mafia che è vittima loro.”
Una serie di interventi da parte degli studenti dell’Istituto De Felice, attenti e pronti ad esprimere la propria opinione sull’argomento legalità, ha poi concluso la giornata.
Ma il Comitato Antimafia Livatino Saetta ha raggiunto anche un altro istituto nelle ultime settimane, il Liceo Classico Cutelli di Catania, dove a parlare di legalità sono stati ancora una volta il Prof. Attilio Cavallaro, l’avv. Corrado Labisi, il dott. Salvo Campo, Salvo Scillato con la sua testimonianza di denuncia, oltre al Commissario della Polizia di Stato Carmelo Cavallaro, e il consigliere presso la Corte d'Appello di Catania Sebastiano Mignemi.
A prendere la parola, introdotto dal dirigente scolastico prof. Raimondo Marino, il dott. Mignemi, che racconta alla giovane e partecipe platea, pronta a porgere interessanti domande ai relatori, le indagini dell’omicidio Livatino da lui stesso condotte, e di quanto le testimonianze dirette siano state preziose: “Bisogna essere protagonisti della propria vita e delle proprie azioni, rifiutando i compromessi.”
“Se la vostra reazione alle ingiustizie è il ribrezzo – aggiunge – ciò significa che state dalla parte della legalità e di chi ha il coraggio delle proprie idee. Su questo sentimento però dovete adesso costruire un modus operandi: solo così onorerete il sacrificio di questi uomini.”
Una riflessione sul concetto di prevenzione arriva poi dall’avv. Labisi, che così spiega il suo punto di vista: “E’ necessario lavorare sulla prevenzione, educare i ragazzi al concetto di legalità, per questo siamo qui oggi. Servono centri di aggregazione nei quartieri – continua – per togliere i giovani dalla strada, questo mia mamma l’aveva capito già nel 1958, ma da allora nulla è cambiato. La speranza per la Sicilia siete voi, alzate la testa, e non abbiate paura di andare contro corrente. I grandi esempi della nostra terra che non vogliamo dimenticare, vi siano di esempio per cambiare il mondo. Il futuro vi appartiene.”

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