TURISMO
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Livorno non è solo un porto! parola di Noi... “Maledetti Toscani”

21/09/11

“Se fossi un livornese, di quelli veri che dicono "deh" e parlano a mano aperta, muovendo le dita, come per far vedere che nelle loro parole non c'è imbroglio, vorrei star di casa in qualche Scalo della Venezia. Non già nei quartieri, nelle piazze, nelle strade disegnate con la matita dolce, con l'aiuto di squadra e di compasso, dagli ordinati e generosi architetti dei Granduchi, ma in questo quartiere che i livornesi chiamano La Venezia, qui nel cuore della città vecchia, a due passi dalle Carceri, dal Monte Pio, dai Bottini dell'Olio. Che bella vita sarebbe, che vita semplice e felice.”

Curzio Malaparte ce li dipinge così i livornesi, nel suo "Maledetti Toscani", pubblicato per la prima volta dalla Casa Editrice Vallecchi di Firenze nel 1956. Ovviamente i livornesi non sono tutti semplici e felici, ma è vero che più di tutti gli altri toscani possiedono quella graffiante e sincera ironia, che gli permette di “dissacrare” anche la circostanza più drammatica, togliendo alla vita almeno un po' di quella pesantezza ed artificiosità. A Livorno si sta bene e l'odore del mare, seppur bellissimo, c'entra fino ad un certo punto... Se non lo avete ancora sperimentato personalmente, vi basterà guardare un qualsiasi film di Virzì per capire che vi raccontiamo la verità... Del resto lui la sua città la conosce e la descrive meglio di chiunque altro.

Livorno è uno dei più importanti porti italiani, sia dal punto di vista commerciale che turistico; nonostante annoveri testimonianze storiche di epoche remote, è considerata la più giovane città della Toscana, a causa dei terribili bombardamenti che purtroppo la distrussero durante la seconda guerra mondiale. Sviluppatasi a partire dalla fine del XVI secolo per volere dei Medici, è famosa per aver dato i natali a Modigliani, Fattori e Mascagni e per essere stata una meta turistica di fama internazionale fino ai primi anni del Novecento. Ma facciamo un salto indietro e torniamo al tempo dei Signori di Toscana... In che modo contribuirono i Medici a rendere grande la città ed il suo sistema portuale? Bernardo Buontalenti fu incaricato di progettare una nuova città fortificata intorno al nucleo originario dell'abitato, con un grandioso sistema di fossati e bastioni; successivamente furono emanate le cosiddette “Leggi Livornine” che istituivano il porto franco e garantivano la libertà di culto, professione religiosa e politica a chiunque si fosse macchiato di un qualsiasi reato (esclusi l'assassinio e la falsa moneta)... Nel giro di poco tempo in città si trasferirono molti ebrei, vi soggiornarono inglesi, olandesi, francesi, corsi, ragusei, greci, armeni, spagnoli, portoghesi, sardi, svedesi, danesi, austriaci e prussiani.

Nel Settecento si formarono i grandi sobborghi suburbani a ridosso delle fortificazioni medicee, si assisté ad un proliferare delle arti ed in particolare dell'editoria. Con la Restaurazione furono costruite grandi opere pubbliche e venne portato a termine l'Acquedotto di Colognole, le fortificazioni dei Medici furono in gran parte smantellate per dar spazio agli eleganti edifici della borghesia livornese.
Durante l'Unità d'Italia vennero abolite le franchigie doganali e questo portò ad un drastico calo delle attività commerciali e dei traffici marittimi, tuttavia, la fondazione del Cantiere Navale Orlando trasformò in breve la città in un importante centro industriale e l'istituzione della famosa Accademia Navale contribuì ad affermarne il prestigio. Gli inizi del XX secolo segnarono il fiorire di numerosi progetti architettonici ed urbanistici, poco prima dell'avvento del fascismo, la città fu teatro della fondazione del Partito Comunista Italiano. Se durante il periodo fascista, Livorno vide la realizzazione di grandi opere pubbliche ed industriali e l'ampliamento dei propri confini provinciali, vi furono attuati purtroppo anche massicci e scellerati piani di sventramento, che mutarono parte dell'antico assetto urbanistico. Lo scoppio della seconda guerra mondiale e i terribili bombardamenti causarono la distruzione di una buona parte della città storica.

Nonostante le grandi devastazioni subite, la città non ha perso di certo il suo fascino, anzi... Alcuni dicono che si distingue dalle altre città della Toscana anche per una certa magia decadente. Rimangono i templi, le chiese ed i cimiteri di diverse confessioni religiose, simbolo di un connubio perfetto di razze e popolazioni differenti, che hanno influito decisamente sulla cultura della città. Oltre alle fortificazioni medicee restano il quartiere della Venezia Nuova, il Palazzo Huigens e il Palazzo delle Colonne di Marmo (questi ci raccontano della Livorno settecentesca). Alcuni esempi di architettura neoclassica sono il Teatro San Marco, la Chiesa del Soccorso, i Bagnetti della Puzzolente ed il Cisternone. Infine le opere Liberty come lo Stabilimento Termale Acque della Salute, la Palazzina Vichi, il Grand Hotel Corallo ed il Mercato delle Vettovaglie... Se deciderete di visitare questa città, sappiate che quanto detto finora non rappresenta altro che una piccola introduzione.

Sarete costretti a convenire con noi adesso, quei Maledetti Toscani, che Livorno sia tutt'altro che esclusivamente “un porto”, ma piuttosto una diversa città d'arte, ricca, affascinante, multietnica e ancora tutta da scoprire...

Caterina Pomini



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