SOCIETA
Comunicato Stampa

Madre surrogara ricorre al giudice per dire "No" alla richiesta di aborto richiesta dal genitore intenzionale

18/01/16

Può una donna che affitta il suo utero rifiutarsi di abortire quando ciò le sia richiesto dai genitori intenzionali e ci siano rischi per la salute di madre e bambino?

FotoI giudici della corte suprema di Los Angeles dovranno emettere una pronuncia su un quesito che sta facendo discutere gli Stati Uniti e che si preannuncia foriero di polemiche: può una donna che affitta il suo utero rifiutarsi di abortire quando ciò le sia richiesto dai genitori intenzionali e ci siano rischi per la salute di madre e bambino? Il caso è stato sollevato da una 47enne, già madre di 4 figlie e incinta di 3 gemelli, i cui gameti arrivano da un 50enne, mentre gli ovuli sono di una donatrice.

Il caso

La donna incinta ha respinto la richiesta di “riduzione selettiva” arrivata dal padre intenzionale, ma ha anche fatto causa all’uomo, chiedendo di poter diventare la madre dei tre bimbi che porta in grembo. La scorsa primavera, infatti, l’uomo si è rivolto ad un centro specializzato per poter diventare padre: in quella sede è stato quindi stipulato un contratto con la donna che avrebbe portato in grembo il feto e che rinunciava ai suoi diritti di genitore. Successivamente, la donna si è sottoposta alla fecondazione assistita impiantando tre embrioni: tutti e tre hanno attecchito, aprendo un caso che, comunque si concluderà, sarà epocale. Il padre, infatti, non si è detto disponibile ad allevare tutti e tre i piccoli, chiedendo alla donna di sottoporsi a una riduzione selettiva, ovvero l’eliminazione di un feto. Tuttavia, lei si è rifiutata categoricamente di accogliere la richiesta, dichiarandosi “madre pro-life e antiabortista”. La donna ha raccontato che, da quel momento, il padre intenzionale dei tre nascituri ha cominciato a minacciarla di toglierle ogni aiuto economico per il prosieguo della gravidanza. Così la donna ha deciso non solo di sollevare la questione dinanzi alla Suprema Corte di Los Angeles, ma ha anche chiesto ai giudici di diventare la madre legale dei bambini, mettendo in discussione la legge californiana su questa forma di fecondazione assistita che viola i diritti di uguale protezione garantiti dalla Costituzione.


Gli aspetti legali

L’avvocato della donna ha spiegato che lo scopo della sua assistita è quello di ottenere i diritti parentali sul terzo bimbo e la custodia per i primi due. La donna chiede anche di non essere citata in giudizio per il rifiuto di abortire e dunque per l’inadempienza contrattuale. Infine, chiede che le minacce per farla abortire siano considerate illegali. Nel frattempo, l’uomo ha fatto sapere che, pur non essendo d’accordo, accetterà la decisione della donna di non procedere ad una riduzione selettiva e quindi si impegnerà ad allevare tutti e tre i figli. Tuttavia, ora la decisione spetta ai giudici che potrebbero accogliere la richiesta della “madre in affitto”, affidandole la custodia e i diritti parentali sui bambini.


Il parere dell’esperto

Chiediamo al Dottor Scotto quali potranno essere i risvolti futuri di questo delicato caso.

“Dal punto di vista legale, saranno i giudici a pronunciarsi ma, dal punto di vista umano, possiamo dire che questa vicenda è un episodio estremamente difficile e delicato. Non bisogna però per questo giudicare frettolosamente, attraverso la lente di questo caso particolare, tutte le implicazioni legate alle tecniche di fecondazione assistita che, disciplinate attraverso normative rigorose e protocolli specifici, rappresentano un valido aiuto per le coppie colpite da sterilità e che desiderano avere un bambino”.



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