ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

MARCO UGGÈ THINK-INDIFFERENT a cura di Giovanni Pelloso

15/09/11

L’indifferenza è distrazione, disinteresse, distacco. Abita la metropoli come la campagna. Appartiene alla vita e all’azione quotidiana. È necessario «scongiurare il rischio di ogni scivolamento nell’indifferenza», scriveva il capo dello Stato in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera (5 giugno 2011). A questa condizione, aggravata dall’assuefazione, è necessario reagire.

Milano, dal 13 ottobre al 5 Novembre 2011
FABBRICA EOS
Piazzale Baiamonti, 2 Milano Tel. 02 6596532
www.fabbricaeos.it - email: info@fabbricaeos.it
orari: da martedì a sabato 10.00-13.00; 16.00-19.00
Ingresso libero


Inaugurazione. Giovedì 13 ottobre, dalle ore 18.30
L’indifferenza è distrazione, disinteresse, distacco. Abita la metropoli come la campagna. Appartiene alla vita e all’azione quotidiana. È necessario «scongiurare il rischio di ogni scivolamento nell’indifferenza», scriveva il capo dello Stato in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera (5 giugno 2011). A questa condizione, aggravata dall’assuefazione, è necessario reagire.
L’azione-reazione di Marco Uggè si chiama “Think-indifferent”. Ovvero, Think(meno)indifferent. È l’azione di chi vuol escludere l’indifferenza dal proprio pensiero, di chi non desidera rimanere indifferente di fronte al mondo e alla realtà delle cose. L’immagine della nutria – la cui sagoma di vernice bianca ne è l’espressione –, risulta essere la manifestazione del disagio di chi non riesce a non vedere, di chi vuol sottrarsi a una condizione di disimpegno. Per l’altro, per la natura, per la cultura. Simbolo del progetto, e costante elemento identificativo dell’opera, è la nutria: mammifero che, sfruttato dagli anni Venti del secolo scorso per la sua pelliccia – il castorino –, oggi non ha diritto di assistenza perché considerato infestante e dannoso per le colture a causa di un rilascio incontrollato nelle campagne da parte di allevatori in fallimento. Ciò ha concorso a essere la vittima di un’azione superficiale da parte di chi, per esempio, percorre le vie del traffico suburbano.





Nell’occasione espositiva, la nutria ritorna in città. Questa volta in forma di emblema, di vessillo. Segno distintivo di un’azione di contrasto ed espressione di un nuovo ideale, essa appartiene a un’opera che fonde una personale tecnica di posa dei materiali: malte, terre, cere e bitumi. Nelle tele dedicate ai caos come in quelle incentrate sulla serialità s’insinua evidente la costruzione di un segno iconico approfondito dalla conoscenza delle tecniche pittoriche dell’arte medievale e dell’arte etnica.

Giovanni Pelloso





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