Modena, l'università alleva le “mosche soldato” per produrre plastica
Il progetto coordinato dall’entomologa Lara Maistrello: «Agiscono direttamente sui rifiuti, presto il primo impianto».
Dopo le api operai, le formiche lavoratrici, le zanzare tigre arrivano anche le mosche soldato? Detta così sembra solo una battuta, in realtà ci troviamo di fronte ad uno dei progetti più innovativi degli ultimi anni sul fronte dei biomateriali.
Merito dell’università di Modena e del suo Biogest, centro di ricerca interdipartimentale per il miglioramento e la valorizzazione delle risorse biologiche agro-alimentari.
L’obiettivo di questo team di lavoro coordinato dalla dottoressa Lara Maistrello, è produrre biomateriali da utilizzare in agricoltura e plastiche completamente biodegradabili partendo da scarti zootecnici e da altri rifiuti organici.
Per la trasformazione di questi rifiuti sono impiegate, appunto, le mosche soldato, le cui larve si nutrono di materiali organici in decomposizione.
Al Tecnopolo di Reggio Emilia, dove il gruppo di lavoro sviluppa la sua ricerca, c’è proprio il laboratorio delle mosche soldato: larve ed esemplari adulti, che producono altre larve per continuare a sperimentare: «Ne abbiamo a disposizione qualche chilo – sorride la dottoressa, entomologa – ed è grazie a loro che siamo arrivati a chiudere questo percorso che presto vedrà la realizzazione di un vero e proprio impianto».
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere