ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

"Natura e libertà nell’Esasperatismo",mostra personale del Maestro Paolo Napolitano

23/06/12

“Natura e libertà nell’Esasperatismo” sarà il titolo della mostra personale del Maestro Paolo Napolitano che s’inaugurerà sabato 23 giugno alle ore 18.30 presso la sede dell’Associazione Culturale “Le Mille Facce Dell’Arte”, in via Antonio Sacchini 27 (Vomero), a Napoli. L’esposizione sarà presentata dal critico d’arte Domenico Raio.

NAPOLI - “Natura e libertà nell’Esasperatismo” sarà il titolo della mostra personale del Maestro Paolo Napolitano che s’inaugurerà sabato 23 giugno alle ore 18.30 presso la sede dell’Associazione Culturale “Le Mille Facce Dell’Arte”, in via Antonio Sacchini 27 (Vomero), a Napoli. L’esposizione sarà presentata dal critico d’arte Domenico Raio. "Il percorso artistico del Maestro Paolo Napolitano si suddivide in quattro fasi principali: una prima fase iniziale che potremmo definire fiabesca; poi riscontriamo una fase più propriamente materica; segue il periodo esasperatistico, dal nome del Movimento culturale nato a Napoli nel 2000 e dei cui principi l’artista è uno dei più convinti sostenitori; infine abbiamo la fase che chiameremmo concettuale-materica. Questi quattro diversi periodi corrispondono in qualche modo ad altrettanti momenti di sviluppo di una ricerca artistica dagli esiti ancora imprevedibili, sotto il profilo tecnico, ma che saranno invece sicuramente ben riconoscibili sotto l’aspetto contenutistico essendo l’opera di Napolitano tutta permeata da una precisa idea di fondo che caratterizza la sua produzione artistica sin dalle origini e che è un’idea di libertà, la cui rappresentazione è sovente delegata a madre natura. I suoi primi lavori si contraddistinguono per la raffigurazione di paesaggi naturali nei quali i colori solari prevalgono sullo stesso disegno, quasi a considerare quei toni di per sé sufficienti a rappresentare la natura e quella sensazione di libertà che solo la natura può offrire. Sono scenari incantati, resi attraverso ampie ma delicate pennellate, che rappresentano quel tentativo del pittore di realizzare proprio attraverso l’arte quella dimensione ideale tanto distante dall’universo del reale. Con la ricerca materica, nell’arte di Paolo Napolitano cambia la tecnica utilizzata, ma non varia sostanzialmente l’oggetto di raffigurazione che ora, grazie agli esiti della sperimentazione, può essere rappresentato sotto diversi aspetti. L’artista comincia ad impiegare materie plastiche trattate, tela di sacco, ma anche stucchi sui quali applica colori acrilici, in una gamma cromatica più cupa per raffigurare questa volta la natura non più sotto un profilo idilliaco, ma privilegiando piuttosto quei fenomeni naturali più impetuosi e crudeli che ribadiscono il suo primato sull’uomo e ne delimitano drasticamente l’azione anche in un senso puramente temporale. Nel meglio definire le tematiche che il Maestro Paolo Napolitano ha inteso trattare attraverso le sue opere, è stata certamente importante la sua adesione all’Esasperatismo, il Movimento culturale fondato a Napoli dal Prof. Adolfo Giuliani, Movimento il cui simbolo è il bidone. Nei lavori esasperatisti, sul piano tecnico, confluiscono le sue precedenti esperienze materiche, mentre sotto il profilo contenutistico si rende evidente il riferimento territoriale alla città partenopea, una “Napoli che si scioglie”, come recita il titolo di un’opera presentata alla Seconda Mostra Internazionale del Movimento Esasperatismo Logos & Bidone svoltasi nel 2007 a Castel dell’Ovo. Non deve tuttavia indurre in errori interpretativi l’introduzione nelle opere di Napolitano della figura di Pulcinella, perché nei lavori in questione la celebre maschera perde la sua rappresentatività locale per assurgere a paladino di una denuncia più globale contro quei mali del mondo ai quali neanche Napoli può sottrarsi, ma che proprio da Napoli si possono iniziare a combattere efficacemente fungendo da sprone per tutti i popoli della terra. La produzione più recente di Napolitano coniuga l’informale al concettuale attraverso l’impiego di materiali diversi, ma anche di oggetti, fusi in un armonico sviluppo plastico che esalta anche la manualità dell’autore quasi a voler raffigurare una certa similitudine tra quella che è la creatività dell’artista e quelle che sono le creazioni di madre natura. Quella della libertà è ancora l’idea preminente e la sua rappresentazione è chiaramente affidata a due elementi naturali che sono l’aria e l’acqua. Cielo e mare possono raffigurare, prendendo a prestito il titolo di un’opera, delle “Vie di fuga”, oppure un varco per mezzo del quale all’uomo si presenta l’opportunità di proiettarsi verso una dimensione a lui più confacente affrancandosi da quei vincoli materiali ed ideali che limitano la nostra esperienza esistenziale e che il Maestro simboleggia in un’opera tra le più significative come “Cravatte e cravattari”. (Prof. Domenico Raio giornalista-scrittore)


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