SALUTE e MEDICINA
Comunicato Stampa

Nel luppolo si trova una molecola in grado di ''affamare'' le cellule tumorali. Una scoperta tutta italiana

Gli scienziati italiani dell’IRCSS MultiMedica di Milano, del Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa e dell’Università dell’Insubria di Varese, hanno individuato 10 nuove molecole “anticancro” contenute nel luppolo, in grado di ostacolare l’angiogenesi, un meccanismo basilare per la formazione dei tumori.

FotoIl luppolo (Humulus lupulus L.), è una pianta appartenente alla famiglia delle Cannabaceae. Le sue foglie più giovani e i germogli possono essere mangiati previa cottura. A volte anche le sue radici vengono utilizzate a scopo culinario ed è inoltre possibile utilizzarne le foglie per la preparazione del tè. I fiori essiccati delle piante femmine vengono invece utilizzati come conservanti e aromatizzanti all’interno della birra e sono utilizzati a scopo medicinale. Il loro olio essenziale e l’estratto della pianta vengono utilizzati come agenti aromatizzanti anche in altre bevande, nei dessert a base di latte, nelle caramelle e nei prodotti da forno.

Il luppolo è conosciuto soprattutto come ingrediente della birra. È importante perché contiene sostanze amare che contribuiscono anche alla conservazione. I giovani germogli sotterranei di luppolo, di colore chiaro, possono essere cotti come asparagi. Una delizia per gli intenditori! Grazie alla sua amarezza, il luppolo è conosciuto anche come digestivo e purificatore del sangue. D’altro canto, l’effetto calmante è ben noto ai raccoglitori di luppolo per il loro contatto regolare con i coni. Più tardi, verso il 18° secolo si è imposto l’uso di cuscini imbottiti di coni di luppolo per favorire il sonno.

Fare un infuso per favorire il sonno o per un effetto calmante non ha senso perché i componenti responsabili di tali effetti sono poco solubili in acqua. Il luppolo contiene antiossidanti che hanno un effetto protettivo contro i danni cellulari (1). Ha un effetto sedativo sul sistema nervoso e smorza le tensioni nervose e l’irritabilità (2-3). Contribuisce al rilassamento ottimale e a un sonno sano e ristoratore (4-5).

Dal luppolo della birra possono venire dei benefici per contrastare la diffusione del tumore, in sostanza di tratterebbe di una corta di "chemioterapico naturale".

Incontro con Adriana Albini, ricercatrice dell’Airc

Premiata di recente come donna inventrice, questa scienziata, direttore della Multimedica Onlus a Sesto San Giovanni, studia da tempo un principio chimico del luppolo della birra, lo xantumolo, capace di inibire la proliferazione e la vitalità delle cellule tumorali umane nei carcinomi mammari, ovarici e nei tumori del colon. Qualche anno fa una pubblicità recitava: «Chi beve birra campa cent’anni».

Un’affermazione sicuramente esagerata, ma che ha un fondo di verità. La birra contiene infatti il luppolo, un vegetale di cui si stanno riscoprendo le prodigiose qualità terapeutiche. La ricerca sulle proprietà antitumorali del luppolo è una di quelle più promettenti tra tutti i progetti finanziati dall’Airc.

Responsabile dello studio è Adriana Albini, direttore scientifico di Multimedica Onlus di Sesto San Giovanni, che da anni studia la nutraceutica, cioè la messa a punto dì farmaci derivati da cibi e bevande. «II luppolo - spiega la dottoressa - oltre a conferire alla birra il suo sapore amarognolo, è per la bevanda stessa un antiparassitario e un antibatterico e ne favorisce la conservazione. E infatti la birra che viene da lontano, per esempio dall’India, è molto luppolata. E’ stato identificato in esso un principio chimico, lo xantumolo, simile a un isoflavone. Lo xantumolo svolge una importante attività antiossidante, che risulta protettiva anche per il DNA.

Come già dimostrato in uno studio italiano condotto dal dipartimento di farmacia dell’Università di Pisa e pubblicato nel 2017, questa molecola è in grado di interferire con l'angiogenesi, uno dei 10 hallmarks tumorali, che consiste nella formazione di nuovi vasi che riforniscono le cellule tumorali di nutrimento.
Lo xantumolo avrebbe ridotto l’angiogenesi nell’80% dei casi esaminati, aprendo la strada alla sintesi di analoghi sintetici da sperimentare come agenti chemio-preventivi efficaci, migliorandone le proprietà e mantenendo bassa la tossicità. Alcuni enzimi epatici e il microbioma intestinale possono metabolizzare lo xantumolo in 8 prenlinaringenina, il più potente fitoestrogeno conosciuto.

Questa sostanza è un potente agonista per i recettori estrogenici delle cellule, potrebbe quindi essere potenzialmente pericolosa in alcuni soggetti, incrementando il rischio di sviluppare tumori ormono-dipendenti. Pertanto, la sua attività estrogenica è al vaglio e deve essere approfondita, al fine di valutare la sicurezza di 8-prenlinaringenina in terapie ormonali a lungo termine. La nuova ricerca pubblicata su Int. J. Mol. Sci. ha dimostrato l’effetto citotossico e antiproliferativo dello xantumolo su due linee cellulari di tumore epatico (HepG2 e Huh7) e due linee cellulari di tumore al colon (HT29 e HCT116).
Inoltre, i ricercatori hanno dimostrato che due derivati dello xantumolo che non vengono metabolizzati in 8-prenlinaringenina – diidro xantumolo (DXN) e tetraidro xantumolo (TXN) – possono avere il medesimo effetto dello xantumolo su questi tipi tumorali: queste due molecole, quindi, saranno oggetto di future ricerche per il trattamento di tumori del colon ed epatici in modelli murini.

Altri isoflavoni presenti nel luppolo sono la catechina del tè verde e del cioccolato che inibiscono l’attivazione delle sostanze cancerogene; o la quercitina della mela che ostacola la proliferazione di diversi tipi di cellule tumorali. Oppure il limonene e i terpeni contenuti nelle essenze oleose delle bucce di arancio, limone e altri agrumi, che inibiscono la crescita delle cellule maligne. Si tratta di molecole che hanno proprietà benefiche per l’organismo. Questi principi hanno un potere antinfiammatorio e antiossidante».

Da tempo nei laboratori della Multimedica si studia lo xantumolo e quest’anno, con il supporto di Airc, i ricercatori hanno scoperto i meccanismi che ne fanno un regolatore del metabolismo. La molecola ha infatti dimostrato di potere impedire la proliferazione e la vitalità di cellule tumorali umane di carcinomi mammari, ovarici e di tumori del colori.

«Ha la doppia capacità sia di colpire direttamente le cellule maligne, sia di inibire le cellule endoteliali - precisa Adriana Albini - Ciò sottolinea le promettenti caratteristiche antitumorali di questo composto e ne suggerisce un suo uso come chemiopreventivo. Ovviamente, non è pensabile usare il luppolo nella sua forma naturale, ma dobbiamo ricavarne un farmaco che andrà poi sperimentato nella prevenzione dei tumori. Nel frattempo abbiamo depositato il brevetto, grazie al quale ho vinto il premio dell’Associazione ltwiin come donna inventrice».

Certo, curare un tumore che c’è già con il derivato di un alimento è difficile, perché le cellule tumorali sono molto aggressive e occorre utilizzare la giusta terapia oncologica. In attesa di ottenere il vero e proprio farmaco, l’analogo dell’aspirina, che è un derivato del salice, e dell’avernum (per disturbi della circolazione) a base di esperidina, contenuta negli agrumi, esistono in commercio dei preparati erboristici tratti dal luppolo che hanno una blanda azione.

La birra poi va considerata una bevanda con discrete proprietà benefiche e nutrizionalmente interessante, ma è pur sempre alcolica e va quindi consumata con moderazione, anche per il suo apporto calorico (dalle 33-35 calorie per 100 g). In sintesi, non ci si può curare con la birra, così come, seppure un’altra sostanza benefica come il risvelatrolo derivi dall’uva, non ci si può curare con il vino.

«Più in generale - continua Adriana Albini - occorre tenere presente che con la giusta alimentazione e stili di vita corretti si possono ridurre di un terzo i tumori, e ritardare le recidive per esempio nel tumore al seno. L’alimentazione ideale dovrebbe essere ricca di verdure e di fibra, privilegiare come bevanda l’acqua, con l’aggiunta di tè verde e spremute di agrumi, frutta (frutti rossi e noci sono ideali). Tra i condimenti vanno bene l’olio extravergine di oliva e per insaporire il cibo aglio, cipolla, peperoncino, curcuma. Occorre consumare poca carne, meglio il pesce azzurro ricco di omega 3. I cereali devono essere integrali e vanno abbinati ai legumi: ottimi riso e piselli e pasta e ceci. Si devono ridurre al minimo i grassi, gli insaccati, i dolci e le bibite carbonate. E’ inutile e dannoso ingerire calorie vuote, cioè alimenti che non apportano nessun tipo di nutrimento».

Alla corretta alimentazione deve seguire una costante attività fisica, che può significare anche solo una passeggiata con il cane o in bicicletta, fare le scale a piedi e non fumare e bere alcolici.

Uno studio (1) coordinato da Armando Rossello, del dipartimento di Farmacia dell'Università di Pisa, basato sulle proprietà antiangiogeniche di un fitocomposto, lo Xantumolo (Xn), un flavonoide presente in discrete percentuali nel luppolo e nella birra e dotato, si sottolinea, di molte proprietà benefiche.

A riferire la novità è l'ateneo pisano il quale spiega che la ricerca ha permesso di scoprire nuove piccole molecole capaci di ridurre la diffusione delle cellule tumorali.

Il composto naturale, di per sé in grado di ridurre l'angiogenesi tumorale (un processo attraverso il quale si blocca la crescita dei vasi sanguigni vicino alle cellule tumorali impedendo al cancro di alimentarsi), si legge in una nota dell'università, "può 'affamare' il tumore inibendo i meccanismi grazie ai quali le cellule tumorali si procurano ossigeno e si diffondono nell'organismo". La ricerca è stata svolta in stretta collaborazione con il gruppo di Adriana Albini, direttrice del laboratorio di Biologia vascolare e angiogenesi di MultiMedica e direttore scientifico della Fondazione MultiMedica Onlus, e di Douglas Noonan, dell'Università dell'Insubria di Varese. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale "European Journal of Medicinal Chemistry".

Due dei nuovi derivati dello Xantumolo brevettati, sono in grado di esercitare un'attività anti-angiogenica ancora maggiore rispetto al principio naturale base dello XN.

"Questi nostri risultati - sottolinea Rossello - aprono la strada per lo sviluppo futuro su più ampia scala di analoghi sintetici dello Xantumolo da sperimentare come possibili agenti chemiopreventivi efficaci, alternativi e a basso costo. Il passo successivo - conclude Albini - sarà quello di testare i più attivi derivati brevettati del luppolo in modelli cellulari complessi e individuare i principali interruttori molecolari coinvolti nel loro effetto anti-angiogenico e anti-tumorale come possibili bersagli da colpire, sia in approcci terapeutici sia di prevenzione".

Fonti:

• (ANSA) - PISA, 28 SET http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/cibo_e_salute/2017/09/28/il-luppolo-della-birra-contrasta-i-tumori_744900ad-8bdc-45a7-a17c-3cccdc1922fb.html
• https://www.aiom.it/contro-il-cancro-grazie-al-luppolo/
• https://www.scienzenotizie.it/2017/09/28/salute-nella-birra-si-nasconde-unarma-contro-i-tumori-2624877

BIBLIOGRAFIA:

1. The extract from hop cones (Humulus lupulus) as a modulator ofoxidative stress in blood platelets.
Olas B, Kolodziejczyk J, Wachowicz B, Jędrejek D, Stochmal A,Oleszek W. Platelets. 2011;22(5):345-52. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21351847
2. Sedating effects of Humulus lupulus L. extracts. Schiller H, Forster A, Vonhoff C, Hegger M, Biller A,Winterhoff H. Phytomedicine. 2006 Sep;13(8):535-41. Pubmed: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16860977
3. The sedative effects of hops (Humulus lupulus), acomponent of beer, on the activity/rest rhythm. Franco L, Sánchez C, Bravo R, Rodriguez A, Barriga C, JuánezJC. Acta Physiol Hung. 2012 Jun;99(2):133-9. Pubmed: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22849837
4. [The sedativ-hypnotic principle of hops]. Hänsel R, Wohlfart R, Schmidt H. Planta Med. 1982 Aug;45(4):224-8. Pubmed: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17396916
5. Pharmacognostic and pharmacological profile of Humuluslupulus L. Paola Zanoli ∗, Manuela Zavatti
J Ethnopharmacol. 2008 Mar 28;116(3):383-96. Pubmed: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18308492
6. “Synthesis and antiangiogenic activity study of new hop chalcone Xanthohumol analogues”, Nuti E, Bassani B, Camodeca C, Rosalia L, Cantelmo AR, Gallo C, Baci D, Bruno A, Orlandini E, Nencetti S, Noonan D. Albini A, Rossello A. European Journal Medicinal of Chemistry, 29.09.2017.
7. Sintesi e studio dell'attività antiangiogenica di nuovi analoghi del calcone del luppolo e dello xantumolo (https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0223523417305469)
8. Effetto citotossico delle preparazioni commerciali di Humulus lupulus L. (luppolo) - Rispetto alla sua impronta metabolomica (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25685448/)
9. Potenziale antitumorale di xantumolo e isoxantumolo caricati in particelle di silice mesoporosa SBA-15 contro cellule di melanoma B16F10 (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35888494/)
10. Lamy V., Roussi S., Chaabi M., Gosse F., Schall N., Lobstein A. Effetti chemiopreventivi del lupulone, un beta-acido del luppolo, sulle cellule SW620 metastatiche derivate dal cancro del colon umano e in un modello di colon nel ratto cancerogenesi. Cancerogenesi. 2007;28:1575–1581. – (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17434926/)
11. Van Cleemput M., Cattoor K., De Bosscher K., Haegeman G., De Keukeleire D., Heyerick A. Acidi amari derivati dal luppolo (Humulus lupulus) come composti bioattivi multipotenti. J Nat Prod. 2009;72:1220–1230. – (https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/19476340/)



Licenza di distribuzione:
INFORMAZIONI SULLA PUBBLICAZIONE
Erboristeria Arcobaleno
Responsabile account:
Gentilin Maria Cristina (Titolare)
Contatti e maggiori informazioni
Vedi altre pubblicazioni di questo utente
RSS di questo utente
© Pensi che questo testo violi qualche norma sul copyright, contenga abusi di qualche tipo? Contatta il responsabile o Leggi come procedere