ARTE E CULTURA
Comunicato Stampa

Nino Cannatà racconta la “Città Fantastica” e la Mostra multimediale sul poeta Lorenzo Calogero.

03/05/12

Un'intervista che offre l'occasione per avvicinarsi al mondo della ricerca del "Gruppo Sperimentale Villanuccia", a docenti di una Calabria che può renderci orgogliosi nel mondo, a un poeta raffinato e per lungo tempo dimenticato come Lorenzo Calogero.

Abbiamo chiesto di descrivere la Mostra - evento a Nino Cannatà, che a Firenze da tempo esplora con successo le diverse strade del teatro e della cultura, e che dal 2000 ha iniziato, con altri ricercatori del “Gruppo Sperimentale Villanuccia” una complessa riscoperta dell’attività e della figura del poeta d’Aspromonte Lorenzo Calogero. L’ITIS Milano ha scelto di celebrare il suo Cinquantenario con una mostra multimediale dedicata all’intellettuale oggetto della vostra ricerca. Quale tema avete scelto per delimitare la produzione di Calogero?
- Ne “La città fantastica” abbiamo pensato al valore straordinario della sua arte, così ricca di suggestioni, visioni, suoni, evocazioni. Dopo la mostra al “Conte Milano”, pensiamo sia tempo di portare la sua poesia in tutte le scuole, per coinvolgere i più giovani e cercare così di innestare una nuovo modo di pensare e sognare insieme il territorio calabrese, guardando profondamente al nostro paesaggio e alle sue importanti risorse. Grande merito va all'ITIS e all’appassionato e determinato Preside Franco Mileto che insieme ai docenti e agli alunni ha voluto cogliere quest’occasione culturale innovativa, sposandola a un linguaggio alto, coraggioso, efficace. E se vero che non c’è compleanno senza poesia, beh, devo dire che all’ITIS hanno scelto un interprete della poesia più raffinata e originale, ideale per stimolare creatività e voglia di futuro nei ragazzi, e anche proprio per il traguardo dei 50 anni di un istituto statale che resta un modello didattico di eccellenza.

Torniamo indietro all’inizio di questa storia affascinante. Che ruolo ha avuto il “Gruppo Sperimentale Villanuccia” nella riscoperta delle opere del poeta di Melicuccà?
- Michele, uno dei nipoti di Lorenzo Calogero, recentemente ha detto che siamo tutti suoi eredi, e che la sua poesia è un bene comune. Noi abbiamo fatto quanto era nelle nostre possibilità, riconoscendo già dodici anni fa la sua produzione come preziosa, e degna di figurare tra le più alte eredità artistiche del nostro tempo. Più tardi è seguita una naturale opera di diffusione e condivisione di questo patrimonio comune. Certo, si sarebbe potuto fare molto di più, con un maggiore dialogo, e uno sguardo più attento alla cultura, vista come investimento per le giovani generazioni e per la società in generale.

Calogero è ormai poeta nazionale, o rischia di essere ancora confinato all’interno della produzione letteraria calabrese?
- Il linguaggio rarefatto reca in sè una vasta stratificazione di saperi, dimensioni e simboli appartenenti a epoche e continenti diversi. In fondo, la Calabria è centro del Mediterraneo, e Calogero, che ritengo il più grande poeta lirico contemporaneo non solo di questo territorio, potrebbe fare da ponte per la cultura del mondo. E del resto è stato pubblicato per la prima volta proprio in una collana di poesia europea, apprezzato e forse più compreso all'estero che in Italia.

Chi ha aiutato voi ricercatori in questi dici anni in un’opera così complessa?
- Sì, c’è voluto un decennio di ricerche e studi per produrre uno spettacolo teatrale che contribuisse alla riscoperta del poeta per il grande pubblico e che ne svelasse la potente forza espressiva, e di questo siamo debitori ai familiari di Calogero, al Comune di Melicuccà, e ai molti studiosi e amici che hanno dato il proprio appassionato contributo. Così come siamo grati al prezioso sostegno di Carlo Emilio Lerici, e dell’interprete Roberto Herlitzka, e all'Assessore alla Cultura della Regione Calabria, prof. Mario Caligiuri. Diciamo grazie a chi ha creduto con coraggio nel “Progetto Calogero” aiutandoci a completarlo e ad ottenere il riconoscimento del Presidente della Repubblica nell’ambito delle iniziative istituzionali per le celebrazioni dell'anno calogeriano, inaugurato nel 2010, centenario della nascita e conclusosi nel 2011, ricorrenza del cinquantenario della morte.

Quali le tue sensazioni sulla mostra?
- Di grande ammirazione e stima per una scuola superiore della provincia calabrese, che ha mostrato grandi capacità e coraggio nel produrre un evento così innovativo. Una scuola che ha voluto investire nella cultura e nel messaggio della poesia, facendolo proprio fino in fondo, cercando un codice e una strada perché questo linguaggio arrivasse ai giovani.

Non parli mai di te, Nino. Un calabrese di Cittanova che si è innamorato di Firenze…
- A Cittanova sono cresciuto, mi sono formato… e certo la Calabria è uno dei territori più poetici del mondo. A Firenze ho avuto modo di completare gli studi e vivere un'entusiasmante esperienza di vita, ricca di occasioni, eventi, incontri importanti. Come con Mimmo Rotella, che un giorno mi disse che noi calabresi, comunque, siamo figli del mondo. Vorrei chiudere con i versi di Lorenzo Calogero, in un quaderno ancora purtroppo inedito, che dice:

Sapevano altri qualificarti,
ma non erano i luoghi questi o quelli e così frequenti all’osservazione.
Ma poi un burocrate senso.
Forse ti addolcivano le chiome quelli che avevano un miracolo diverso e senso.
Tu nelle scuole avevi un avvenire quadrato.

CCLXX Lorenzo Calogero, dai quaderni del 1957 - inedito –

Da: “Quaderni di Villanuccia – 51 frammenti per Lorenzo Calogero”

Appuntamento dunque, domenica 6 maggio alle ore 16,00 presso l’ITIS “Conte M. Milano” di Polistena, per un evento straordinario, in questo piccolo gioiello d’Aspromonte.

CON VIVA PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE.

Seguirà: Intervista al volontario di Emergency Francesco Azzarà



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