Non chiamarli Anziani. Chiamali Ospiti.

Diario di una Casa di Riposo, scritto da chi la osserva vivere giorno dopo giorno. Anziani, infermieri, assistenti e direttori. Tutti passano dalla reception. Tutti si raccontano, in un modo o nell'altro, al ragazzo che risponde al telefono e dice buongiorno a tutti.

La prima cosa che ho imparato entrando in una casa di riposo è stato proprio questo "non chiamarli Anziani. Chiamali Ospiti".
Ancora oggi mi chiedo se fosse giusto e lì dove fosse, se la scelta era spinta da tale proposito. Non è semplice lavorare in una casa di riposo, qualunque ruolo tu abbia, non così semplice. Puoi fare l'infermiere, il medico, il cuoco, il fisioterapista o l'addetto alla manutenzione, alla fine ogni singola figura ha un ruolo fondamentale e di responsabilità all'interno di una struttura che accoglie i suoi Ospiti, ancor di più se questi Ospiti sono Anziani.
Io ero il receptionist.
Rispondere al telefono con la solita frase: "Casa di riposo …., come posso esserLe utile?", smistare la posta, mettere in comunicazione figli con genitori, mariti con mogli. Assecondare i voleri di chi comanda cedendo di nascosto alle richieste di chi soggiornava o di chi lavorava per pagare le bollette.
Ed in mezzo a tutto questo, qualche volta c'era un vecchietto, spesso lo stesso che tentava di ritornare a casa propria perché non aveva ancora accettato che casa sua adesso era quella e che non era più il simpatico vecchietto, ma un simpatico Ospite.
Per come ho iniziato questo mio racconto, sembra che in una casa di riposo la vita per ospiti e dipendenti non sia tra le migliori, ma con il tempo e se avrete la pazienza e la gentilezza di continuare la lettura, scoprirete che invece c'è molto altro, ci sono sorrisi, racconti, confessioni, follie, pianti e rimpianti, silenzi e parole, tante parole, anche nei silenzi.

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