SALUTE e MEDICINA
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Occhiali per la visione 3D, sono una vera innovazione o sono un rischio per la vista?

10/02/12

Dopo quello che è accaduto ad una bimba di 3 anni mentre vedeva uno dei suoi film preferiti in 3D, occorre riflettere a fondo. La bambina è stata colpita niente meno che da una infezione agli occhi dopo la visione di un film. Il Consiglio Superiore della Sanità ha emesso delle raccomandazioni sull'utilizzo degli occhiali 3D.

Il cinema del futuro è pericoloso per i nostri occhi? Dopo la notizia del problema agli occhi riportato da questa piccola bambina in seguito alla visione di un film in 3D, gli specialisti dopo aver visto questo caso di infezione agli occhi, consigliano di utilizzare solo occhiali 3D usa e getta, e mai in bambini sotto i sei anni Anche il Consiglio superiore della Sanità riconosce che ci sono controindicazioni per i bambini più piccoli, e ritiene di consigliare occhiali monouso (come dicevamo poc’anzi) e limitare attentamente il tempo di esposizione degli occhi agli spettacoli in 3D. Vediamo prima di tutto in che cosa consiste uno spettacolo in 3D. La visione cinematografica ‘stereoscopica', la cosiddetta visione in 3D, permette di aumentare il senso di profondità dell'immagine da parte dello spettatore. Sullo schermo vengono proiettate due immagini sovrapposte, che senza alcun aiuto visivo, confondono la vista. Però, con l’aiuto di occhiali polarizzati le immagini vengono separate, o per meglio dire, la percezione di un’immagine nei confronti dell’altra vengono separate, e così vengono inviate al cervello che nel momento in cui rielabora l’immagine, gestisce tutta l’informazione vista, e ne restituisce una visione tridimensionale.
Dopo aver definito l’immagine tridimensionale e il suo percorso dal supporto visivo fino all’elaborazione e alla restituzione di un’immagine tridimensionale, vediamo quali possono essere i rischi per gli occhi nel ricevere ed elaborare questo tipo di immagini.
Possiamo dire che fino a questo momento non ci sono motivi di allarmismo, in quanto le funzioni visive non possono essere intaccati dalla visione in 3D. In poche parole non c’è il rischio di compromettere le capacità visive, specie nelle persone visivamente normodotate. Se una persona non ha difetti visivi, potrà affaticarsi la vista ma solitamente non insorgono problemi. La cosa di cui si deve tener conto è il maggiore sforzo che l’occhio deve compiere in una visione 3D rispetto alle classiche visioni audiovisive bidimensionali, e il maggior lavoro che l’occhio deve compiere, affatica la vista in modo non indifferente. Qualche volta è capitato che spettatori senza problemi visivi abbiano comunque rimediato un bel mal di testa, o difficoltà di messa a fuoco, oppure ancora sensi di nausea e vertigini. Questi ultimi sono proprio i sintomi tipici dell’affaticamento della vista, noto come astenopia accomodativa.
E stato anche verificato che coloro che hanno difetti visivi anche leggeri, difetti come ad esempio l’ipermetropia, possono affaticare la loro vista con più facilità. Le persone che hanno problemi visivi più importanti, quando però si tratta di difetti ad un solo occhio, subiscono un maggiore affaticamento dovuto alla discordanza visiva tra i due occhi e possono rilevare problemi maggiori nell’interpretazione e ricostruzione dell’immagine visiva.
Infine per chi porta lenti (lenti a contatti oppure occhiali), l’utilizzo di una ulteriore lente (occhiali 3D) può provocare rifrazioni indesiderate, riflessi fastidiosi oppure un’immagine meno nitida, a causa dei numerosi passaggi dell’immagine e della luce attraverso più lenti.



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